Skip to content
convegno fotovoltaico rinnovabili 12-05-2025

Italia avanti sulle rinnovabili, ma servono investimenti nella rete elettrica

Ad un convegno alla Camera, organizzato da Italia Solare, rappresentanti delle istituzioni, autorità regolatorie e stakeholder del settore hanno discusso dello stato di attuazione del decreto Aree Idonee e delle prospettive per uno sviluppo ordinato delle energie rinnovabili in Italia

Si è tenuto oggi, nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, alla Camera dei Deputati, il convegno “Fotovoltaico e aree idonee: facciamo il punto”, promosso da Italia Solare in collaborazione con l’onorevole Luca Squeri, responsabile Energia di Forza Italia.

L’iniziativa ha riunito rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, autorità regolatorie e stakeholder del settore per discutere lo stato di attuazione del decreto Aree Idonee e le prospettive per uno sviluppo ordinato del fotovoltaico in Italia. L’evento è stato aperto dagli interventi istituzionali del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e dagli onorevoli Francesco Battistoni, Paolo Barelli e Luca Squeri.

BATTISTONI: POTENZIARNE LO SVILUPPO, TENENDO PRESENTI LE VOCAZIONI DEI TERRITORI

Il tema del fotovoltaico e delle aree idonee, ha esordito il segretario di presidenza della Camera, Francesco Battistoni, “sarà strategico per il futuro energetico del nostro Paese. Come governo e come Parlamento noi abbiamo lavorato su più fronti nella direzione delle energie rinnovabili. Conosciamo le problematiche che sono sorte sul tema delle aree idonee, ma dobbiamo fare due puntualizzazioni. Da una parte, io credo che lo scontro tra Governo centrale e Regioni non ci porterà da nessuna parte; d’altro canto, dobbiamo sempre ottemperare alle caratteristiche peculiari del nostro territorio. Io sono convinto che dobbiamo potenziare la massimo lo sviluppo delle rinnovabili, tenendo però sempre presenti le vocazioni dei territori”.

“Credo anche – ha aggiunto Battistoni – che vada superata la contrapposizione tra le esigenze delle rinnovabili e quelle della vocazione agricola dei nostri territori perché, se facessimo finta di niente, rischieremmo di nasconderci dietro un dito e il problema comunque resterebbe. Noi stiamo facendo molto per lo sviluppo delle rinnovabili, e anche le comunità energetiche vanno in questa direzione”.

VISCONTINI (ITALIA SOLARE): CON ACCUMULI SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DI INVESTIMENTI E PIÙ SICUREZZA

“Noi siamo focalizzati e crediamo nel fotovoltaico perché è la tecnologia di produzione di energia che si sta diffondendo più rapidamente, e i numeri lo dimostrano”, ha spiegato Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, che ha aggiunto: “negli ultimi 15 anni i costi si sono ridotti di 30 volte, mentre l’efficienza è più che raddoppiata, e questo ha fatto sì che oggi il fotovoltaico inizia a diventare competitivo rispetto alle fonti energetiche tradizionali”.

“Grazie a questi risultati – ha proseguito Viscontini – alla fine dello scorso anno a livello globale sono stati raggiunti e superati i 2.000 GW di capacità installata. La cosa interessante è che oltre il 70% di questa capacità è stata installata negli ultimi 5 anni, e nella storia dell’energia una quantità del genere di generazione non era mai vista in così poco tempo. In Italia siamo a 38 GW, un numero che inizia ad essere importante e che in alcune giornate, come quelle di festa, è anche superiore alla domanda. Questa è una transizione che va governata e io credo che l’Italia la stia governando bene, con dei provvedimenti importanti. Grazie agli accumuli ci sarà una sostenibilità economica degli investimenti e aumenterà il livello di sicurezza”.

PICHETTO: DOBBIAMO CONCILIARE LA PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ CON LA TUTELA DEL TERRITORIO

È poi intervenuto in videocollegamento il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Dobbiamo aumentare le fonti rinnovabili – ha dichiarato -, incluso il fotovoltaico, rispetto anche alle azioni sulle Aree Idonee, che è competenza delle Regioni. Dobbiamo riuscire a conciliare l’interesse di produrre energia elettrica con la tutela del territorio, sia per quanto riguarda le aree di produzione agricola, sia per la valenza e il patrimonio culturale e paesaggistico, che hanno anche una valenza economica e turistica”.

Il ministro Pichetto ha aggiunto che “dobbiamo riuscire a trovare questo equilibrio e a fare in modo che sia il meno frastagliato possibile. Non voglio intervenire sulla libertà delle regioni e dei legislatori regionali nel definire le modalità d’intervento, perché vi sono molte differenze da regione a regione, però è necessario il massimo dello sforzo per raggiungere l’obiettivo, perché significa dare una risposta alla grande esigenza del nostro Paese: noi dobbiamo assolutamente raggiungere almeno 80 GW e poi creare le condizioni per arrivare ai 600-700 terawatt dell’obiettivo di fine decennio”.

GIANSANTI (CONFAGRICOLTURA): AD AGRICOLTURA SERVE APPROVVIGIONAMENTO STABILE E A PREZZO COMPETITIVO

Secondo Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, “se vogliamo avere un Paese produttivo, competitivo e in grado di vincere le sfide che abbiamo di fronte per il sistema delle imprese e in generale per la tenuta sociale, dobbiamo produrre di più energia. Tanto più per un settore fondamentale come quello dell’agricoltura, che storicamente trasforma l’energia in prodotti elementari”.

“L’agricoltura – ha aggiunto Giansanti – ha bisogno di avere un approvvigionamento energetico stabile e ad un prezzo competitivo per far fronte sia alla dinamica internazionale delle commodities agricole, sia per offrire ai consumatori un prodotto che costi meno, perché il costo alimentare è un elemento fondamentale della vita di tutti noi”.

LA PORTA (ISPRA): LO SVILUPPO DELLE FER E LA PROTEZIONE SUOLO NON SONO IN CONFLITTO

“Dobbiamo arrivare ad un uso del suolo sostenibile e responsabile. Non possiamo pensare di non utilizzarne più in assoluto, dobbiamo utilizzare bene quello che abbiamo, considerando le caratteristiche geomorfologiche del nostro Paese”. Così Stefano Laporta, presidente di ISPRA, che ha aggiunto: “non dobbiamo più contrastare lo sviluppo di un percorso di sostenibilità usando come giustificazione il consumo del suolo, perché i nostri dati dimostrano che lo sviluppo delle FER e la protezione del suolo non sono obiettivi necessariamente in conflitto. Anzi, dovrebbero essere obiettivi che finiscano per convergere, e per questo serve una pianificazione attenta e strategica”.

SAGLIA (ARERA): L’ITALIA NELLA PRODUZIONE ELETTRICA È SBILANCIATA SUL GAS

“Le zone elettriche – ha affermato Stefano Saglia, del Collegio di ARERA – non coincidono con le regioni dal punto di vista amministrativo, ma più avanti potrebbe essere un mondo possibile. Nel frattempo, però, bisogna mettere in campo alcuni accorgimenti. La parte fissa dei costi in bolletta in Italia è abbastanza in linea con quella degli altri Paesi europei, così come sono in linea le attività regolate”.

“Le differenze maggiori – ha aggiunto Saglia – le vediamo nel mix delle fonti energetiche, perché l’Italia nella produzione elettrica è sbilanciata sul gas. Non è compito dell’Autorità dire quali siano le fonti giuste ma, guardando i prezzi e i costi, non possiamo non considerare le caratteristiche di una fonte rispetto ad un’altra”.

BERNABEI (ENEL GREEN POWER): SERVONO SVILUPPO RETE, ACCUMULI E INCENTIVARE INVESTIMENTI

“La sicurezza e la competitività sono due dimensioni di valore”, ha dichiarato Salvatore Bernabei, CEO di Enel Green Power. “Quando compriamo qualsiasi bene o servizio – ha spiegato –, non guardiamo solo il prezzo: guardiamo la qualità, i tempi di fornitura, la performance e la sicurezza. Avere un prezzo molto variabile, che oscilla tutti i giorni, non è un elemento di valore. Quando si parla di prezzi dell’energia, la stabilità è un concetto importante”.

“Quando parlo di stabilità – ha spiegato Bernabei – io parlo anche di sicurezza. Per avere un sistema allo stesso tempo sicuro e competitivo, però, bisogna sicuramente investire nelle rinnovabili. La Spagna nel 2024 ha avuto un prezzo medio dell’energia di circa 60€/Mwh perché ha una quota delle rinnovabili del 60%, 20% di nucleare e 20% di termico. La Germania ha una quota di circa il 60% di rinnovabili, ma ha anche un 38% di carbone e gas, per un prezzo medio dell’energia di 78€/Mwh. L’Italia ha un 40% di quota di gas, ha solo un 40% di rinnovabili e il resto lo importa, quindi nel 2024 ha avuto un prezzo medio dell’energia di 108€/Mwh. È chiaro quindi che la Germania, se non avesse tirato fuori il nucleare e avesse fatto come la Spagna, avrebbe avuto prezzi ancora più bassi. Entrambi i Paesi, però, sono arrivati al 60% delle rinnovabili. Detto questo, nel sistema le rinnovabili da sole non sono sufficienti: serve anche uno sviluppo adeguato della rete elettrica, gli accumuli e un quadro regolatorio che incentivi gli investimenti”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su