Una piccola rivoluzione sta per arrivare nel settore delle utility: dal 1° gennaio 2026 i clienti domestici e le piccole e medie aziende potranno cambiare fornitore di energia elettrica in un solo giorno lavorativo (oggi servono non meno di 15 giorni). A stabilirlo è la Direttiva UE 2019/944, recepita dalla riforma di ARERA in via di definizione. Una trasformazione radicale, analizzata dall’esperto Sandro Bacan, partner di Arthur D. Little, che potrebbe muovere fino a sette miliardi di euro.
IL PRECEDENTE DELLE TELECOMUNICAZIONI
Il modello è quello delle telecomunicazioni, nel nostro paese la portabilità del numero in 24 ore risale al marzo 2012. Da allora l’indice di mobilità del mercato è passato dal 14% nel 2011 al 27% nel 2012 e al 35% nel 2013. Tra gli aspetti premiati dai consumatori ci sono la trasparenza, la competitività sul prezzo e la rapidità dell’assistenza.
PIÙ POTERE AL CONSUMATORE CON LA RIFORMA ARERA
L’obiettivo è dare più potere al consumatore. Per questo le utility dovranno ripensare profondamente i propri flussi, adottando logiche event-driven e superando la tradizionale gestione “a lotti”. Il volume di richieste dovrà essere gestito con una rapidità ed efficienza simile a quella richiesta alle aziende di telecomunicazione. Le utility dovranno verificare l’identità, la solvibilità e la regolarità dei nuovi clienti per prevenire comportamenti opportunistici o fraudolenti. Sul fronte interno diverranno parametri di valutazione importanti la velocità di attivazione e il tasso di errore nei contratti.
IL PREZZO NON È L’UNICA COSA CHE CONTA
Nel nuovo modello il prezzo a cui si vende l’energia non sarà il solo fattore a orientare la domanda. Le utility dovranno puntare su innovazione e fidelizzazione: offerte Time of Use (ToU) con tariffe per fasce orarie, soluzioni RaaS (Renewable-as-a-Service) che integrano fotovoltaico, accumulo e gestione intelligente dei consumi, pacchetti combinati con servizi aggiuntivi come telefonia, manutenzione o programmi fedeltà.
PRIMA DELLA RIFORMA ARERA: IL CASO TEDESCO
In Europa il primo paese a muoversi è stato la Germania che ha anticipato la direttiva con il modello LFW24, introdotto a giugno 2025. L’obiettivo è testare il sistema prima della scadenza UE, così da individuare e correggere eventuali criticità.
I DUBBI DELLE UTILITY ITALIANE
La sfida per le utility è chiara: evolvere da gestori statici a organizzazioni agili, resilienti e customer-centric. La disintermediazione dell’esperienza cliente, l’irrobustimento dei canali di vendita diretti possono essere strategie per limitare le possibili ripercussioni. Comprensibilmente gli operatori italiani provano a prendere tempo e a mettere in guardia circa i rischi. Prima di tutto la gestione dei clienti morosi, poi la possibilità di comportamenti opportunistici e necessità di chiarire i meccanismi di recesso. Per questo Arera ha lasciato aperta la possibilità di interventi correttivi post-implementazione, basati sul monitoraggio puntuale dei dati e sul confronto costante con gli operatori del mercato.