L’ARERA ha raccomandato di attribuire “elevata priorità” ai progetti di collegamento con Francia, Svizzera e Austria. L’analisi delle “capacità obiettivo” mostra infatti che sarebbero economicamente efficienti investimenti per almeno ulteriori 2.600 MW sulle frontiere settentrionali
Via libera condizionato al nuovo Piano Decennale di Sviluppo della rete elettrica nazionale, un imponente programma di investimenti che sfiora i 40 miliardi di euro. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha promosso l’impianto generale del piano presentato da Terna, ma ha messo un freno su alcuni progetti specifici, esprimendo parere negativo sulle nuove interconnessioni con l’isola del Giglio, di Favignana e sul collegamento in corrente continua (HVDC) con la Slovenia. Al contrario, l’Autorità ha dato il suo benestare al secondo polo di connessione con il Montenegro e ha chiesto di dare massima priorità ai nuovi collegamenti con Francia, Svizzera e Austria. È quanto emerge dal parere 391/2025/I/EEL dell’Autorità del 5 agosto 2025. Il documento rappresenta la valutazione formale dello schema di Piano Decennale 2025, un passo cruciale che ora passerà al vaglio definitivo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’approvazione finale.
UN PIANO DI INVESTIMENTI SENZA PRECEDENTI PER LA TRANSIZIONE
Il Piano 2025 conferma e accelera la tendenza di crescita degli investimenti sulla rete di trasmissione: si prevedono oltre 23 miliardi di euro nell’orizzonte decennale 2025-2034 (in aumento rispetto ai 21 miliardi del piano precedente), con un valore complessivo che si avvicina ai 40 miliardi di euro se si considerano gli interventi il cui completamento è previsto oltre il 2034. Questo sforzo finanziario è finalizzato a rendere la rete adeguata alle sfide della decarbonizzazione, incrementando la capacità di trasporto per integrare le rinnovabili, ridurre le congestioni e aumentare la sicurezza del sistema. Gli effetti attesi sono massicci: un aumento della capacità di interconnessione con l’estero di circa 1.000 MW entro il 2030, che salirà a 4.300 MW nel lungo termine, e un potenziamento delle sezioni interne di oltre 22 GW fino al 2040, con una riduzione delle emissioni di CO2 stimata in circa 2.000 kt/anno entro il 2030.
LE DECISIONI CHIAVE: PROMOSSI, BOCCIATI E RIMANDATI
Nel suo parere, l’ARERA ha analizzato nel dettaglio i singoli interventi, definendo una mappa chiara di priorità e criticità.
PROMOSSI: Viene espressa valutazione favorevole al secondo polo dell’interconnessione HVDC con il Montenegro, un progetto da circa 500 milioni di euro i cui benefici sono ora ritenuti solidi. Approvati anche 12 nuovi interventi per un valore complessivo di oltre 360 milioni di euro, tra cui spiccano il potenziamento della rete tra Romagna e Toscana e la rimozione di limitazioni a ovest di Firenze.
BOCCIATI: L’Autorità ha confermato il suo parere negativo, già espresso sul piano precedente, per i progetti di interconnessione con l’Isola del Giglio e con l’Isola di Favignana. Per quest’ultima, in particolare, lo studio di prefattibilità di e-distribuzione ha evidenziato la possibilità di un collegamento alternativo in media tensione, meno costoso e più efficiente. Bocciata anche l’opera di interconnessione HVDC tra Italia e Slovenia. Questi tre interventi sono stati posti “in valutazione”, uno stato che di fatto ne congela lo sviluppo.
CONDIZIONATI: La valutazione sull’interconnessione strategica HVDC Italia-Tunisia (Elmed) e sul collegamento SA.CO.I.3 (Sardegna-Corsica-Italia) viene condizionata al rispetto delle decisioni già prese sulla ripartizione transfrontaliera dei costi. Per il nuovo collegamento HVDC Italia-Grecia (GRITA2), invece, viene sospesa l’approvazione, in attesa di ulteriori approfondimenti sui costi e benefici.
LA STRATEGIA INDICATA DA ARERA: PIÙ COLLEGAMENTI A NORD
Un punto centrale del parere riguarda la strategia di interconnessione. L’ARERA ha raccomandato di attribuire “elevata priorità” ai progetti di collegamento con Francia, Svizzera e Austria. L’analisi delle “capacità obiettivo” mostra infatti che sarebbero economicamente efficienti investimenti per almeno ulteriori 2.600 MW sulle frontiere settentrionali, un potenziale di benefici che il piano attuale non coglie pienamente. Per questo, l’Autorità chiede a Terna di identificare chiaramente le attività e le caratteristiche tecniche per accelerare su questo fronte.
LA CONSULTAZIONE PUBBLICA E LE CRITICHE SUI TEMPI
Nel suo iter, l’ARERA ha tenuto conto delle osservazioni emerse dalla consultazione pubblica. Molti operatori hanno lamentato le tempistiche troppo strette per un’analisi approfondita di un piano così complesso, una critica di cui l’Autorità ha preso nota per le future edizioni. Altre osservazioni hanno evidenziato il forte incremento dei costi di alcuni progetti, come la Dorsale Adriatica, e la necessità di rendere coerenti le analisi costi-benefici con le approvazioni modulari già concesse per grandi opere come la Dorsale Sarda.