Il ddl delega sul nucleare approderà in Parlamento a settembre. Entro il 2027 il Governo vuole chiudere l’iter per riportare l’atomo in Italia, secondo il ministro Gilberto Pichetto Fratin
A settembre il disegno di legge delega sul nucleare approderà sui banchi del Parlamento. L’iter giurico della norma che darà al Governo pieni poteri per il ritorno nel nostro Paese dell’energia dell’atomo, però, si concluderà a fine 2026 oppure all’inizio del 2027. A dirlo è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante una intervista concessa a ilSussidiario.net. nel corso del Metting di Rimini. “Si tratta di una scelta dettata anche dal fatto che attualmente i consumi annui di elettricità nel nostro Paese si attestano a poco più di 300 terawattora”, ha spiegato il ministro.
DDL DELEGA NUCLEARE A UN PASSO
Il Governo punta a chiudere il percorso legislativo entro fine 2026 o inizio 2027. Un obiettivo ambizioso, considerando i tempi tecnici e politici. Entro un anno dovranno vedere la luce decreti legislativi che dovranno disciplinare l’intero ciclo nucleare, dalla localizzazione degli impianti allo smaltimento dei rifiuti. Il ddl delega, una volta approdato in Parlamento, “ci saranno con tutta probabilità consultazioni e audizioni il cui approdo finale, ci auguriamo, sia l’approvazione della delega per poi poter varare nei dodici mesi successivi le norme attuative. L’obiettivo è dotare il Paese della condizione giuridica necessaria a compiere, quando la tecnologia sarà matura, le opportune valutazioni, anche di carattere economico”, ha detto Pichetto Fratin, aggiungendo che “un disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas può avvenire formalmente solo a livello europeo. Noi stiamo cercando di attuarlo nei fatti tramite modalità contrattuali o di produzione”, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore.
LA CORSA AL NUCLEARE E’ PARTITA, MA RESTA IL NODO DEL CONSENSO
L’Italia guarda al nucleare come a una carta strategica per raggiungere la neutralità climatica al 2050, rendendosi sempre più indipendente dalle importazioni. Francia, Polonia e altri Paesi europei hanno già acceso i motori per non perdere il treno. Restare indietro significherebbe tagliarsi fuori da una partita energetica, industriale e tecnologica fondamentale.
Il consenso dell’energia nucleare, però, resta un nodo cruciale. Il Governo promette compensazioni economiche, contratti di lungo termine e tariffe energetiche vantaggiose per i territori che ospiteranno impianti. Ma Sardegna, Toscana e Umbria hanno già espresso il loro no, chiedendo maggiore coinvolgimento e garanzie.
“Serve un patto con i cittadini”, ha ribadito il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.