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L’AIE prevede che l’offerta di petrolio nel 2025 crescerà, dopo che l’OPEC+ ha deciso di aumentare la produzione

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, “il potenziale di perdite di offerta derivanti dalle nuove sanzioni contro Russia e Iran si scontrano con un’offerta più elevata da parte dell’OPEC+ e con la prospettiva di bilanci petroliferi sempre più gonfiati”

L’Agenzia Internazionale per l’Energia oggi ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita dell’offerta globale di petrolio per il 2025, a seguito della decisione dell’OPEC+ di aumentare la produzione, e ha anche aumentato le sue previsioni di crescita della domanda, citando la resilienza delle consegne nelle economie avanzate.

L’AIE PREVEDE “BILANCI PETROLIFERI SEMPRE PIÙ GONFIATI”

“I mercati petroliferi sono spinti in direzioni diverse da una serie di forze, con il potenziale di perdite di offerta derivanti dalle nuove sanzioni contro Russia e Iran che si scontrano con un’offerta più elevata da parte dell’OPEC+ e con la prospettiva di bilanci petroliferi sempre più gonfiati“, ha affermato l’agenzia con sede a Parigi nel suo report mensile sul mercato petrolifero.

I RICAVI DELLA RUSSIA DA PETROLIO E PRODOTTI PETROLIFERI

Per quanto riguarda la Russia, l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha rilevato che ad agosto i ricavi derivanti dalla vendita di petrolio e prodotti petroliferi sono diminuiti, raggiungendo uno dei livelli più bassi registrati dall’inizio del conflitto in Ucraina. L’industria energetica russa è stata messa a dura prova dagli attacchi dei droni ucraini contro raffinerie di petrolio e oleodotti, oltre che dalle sanzioni occidentali.

TRA RUSSIA E UCRAINA RECIPROCHI ATTACCHI ALLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE

L’industria energetica russa è stata messa a dura prova dagli attacchi dei droni ucraini contro raffinerie di petrolio e oleodotti, nonché dalle sanzioni occidentali. L’AIE ha affermato che i ricavi sono diminuiti di 920 milioni di dollari da luglio a 13,51 miliardi di dollari a seguito di un calo delle esportazioni di petrolio greggio e carburante, oltre che dell’aumento dello sconto sul prezzo della miscela petrolifera di punta russa Urals, portato a circa 56 dollari al barile, al di sotto del tetto massimo di prezzo imposto dall’Occidente di 60 dollari al barile.

I MINORI RICAVI DALLE ESPORTAZIONI DI PETROLIO RALLENTANO L’ECONOMIA RUSSA

“I ricavi delle esportazioni di petrolio della Russia rimangono vicini ai minimi degli ultimi cinque anni, riducendo il gettito fiscale ed esacerbando il rallentamento economico del Paese”, ha affermato l’AIE, secondo cui le esportazioni russe di petrolio e carburante sono diminuite di 70.000 barili al giorno, attestandosi a 7,3 milioni di barili al giorno ad agosto, con il greggio in calo di 30.000 barili al giorno e i prodotti petroliferi in calo di 40.000 b/g.

L’AIE ha inoltre affermato che la produzione petrolifera russa è diminuita il mese scorso di 30.000 b/g, attestandosi a 9,3 milioni di b/g, in linea con le quote di produzione stabilite dall’OPEC+.

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