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Transizione energetica

Transizione energetica, a Trevi il messaggio di Pichetto: “Centrali a carbone ancora necessarie per la sicurezza del Paese”

Sul fronte normativo, il governo sta accelerando. Fabrizio Penna, capo Dipartimento PNRR del MASE, ha confermato che si sta lavorando a un correttivo del Testo Unico Ambientale per introdurre il tema dell’energia e semplificare le autorizzazioni, sottolineando come l’Italia sia in linea con il cronoprogramma del PNRR.

La transizione energetica entra in una fase di “possibile stabilizzazione” legata alla necessità di garantire la sicurezza nazionale in un momento di crescita della domanda di energia. Per questo, “per ora, le centrali a carbone restano in funzione, perché il Mediterraneo vive una situazione instabile”. È il messaggio chiaro e pragmatico lanciato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha aperto un intenso dibattito sul futuro e le regole della decarbonizzazione in Italia.

Le dichiarazioni del Ministro sono arrivate durante l’apertura della nona edizione delle Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare di Trevi (PG), l’evento di tre giorni promosso da Globe Italia e WEC Italia. L’incontro, intitolato “Cambia il mondo, tutto cambia. Che fine fa la transizione?”, ha riunito istituzioni, imprese e mondo della ricerca per un dialogo sulle sfide della sostenibilità.

GOVERNO AL LAVORO: CORRETTIVO AMBIENTALE E 45 MILIONI PER LE COMUNITÀ INDUSTRIALI

Sul fronte normativo, il governo sta accelerando. Fabrizio Penna, capo Dipartimento PNRR del MASE, ha confermato che si sta lavorando a un correttivo del Testo Unico Ambientale per introdurre il tema dell’energia e semplificare le autorizzazioni, sottolineando come l’Italia sia in linea con il cronoprogramma del PNRR.
Il Viceministro Vannia Gava ha aggiunto che la transizione non ha una data di scadenza, ma evolve dall’urgenza degli investimenti a una fase di consolidamento. Ha inoltre annunciato che il governo sta investendo oltre 45 milioni di euro per la creazione di comunità industriali, oltre ai miliardi del PNRR destinati a nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti.

IL DIBATTITO PARLAMENTARE: “AUTORIZZAZIONI SULLA PAROLA” E IL PRIMATO ITALIANO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE

Dal Parlamento arrivano proposte e analisi. Patty L’Abbate, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, ha lanciato una proposta provocatoria sulle autorizzazioni: “Io le darei sulla parola, creando poi un sistema di vigilanza”. Ha inoltre lamentato come in Commissione “arrivi tutto tranne che l’economia circolare”, sottolineando la necessità di decreti attuativi per supportare le imprese.

Massimo Milani, anch’egli membro della Commissione Ambiente, ha rivendicato con orgoglio il primato italiano: “L’Italia ha già raggiunto gli obiettivi sul riuso e riciclo che l’UE si appresta a fissare, la nostra percentuale media è il doppio di quella europea. Il merito va dato al sistema italiano”.

IL RUOLO DEI TERRITORI: L’UMBRIA “CUORE VERDE”, IL VENETO PENSA ALL’INDUSTRIA

La transizione si gioca anche a livello locale. La Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha candidato la sua regione a “cuore verde d’Italia”, lavorando sul tema delle Aree Idonee per bilanciare la produzione da rinnovabili e la tutela del territorio, con un focus sull’idroelettrico. L’assessore Thomas De Luca ha insistito sulla necessità di creare una società mista pubblico-privata per gestire le concessioni idroelettriche in scadenza.
Dal Veneto, Luca Marchesi ha richiamato l’attenzione sulla necessità di legare la transizione a una “chiara declinazione industriale”, sottolineando l’importanza del nodo delle concessioni e dell’autonomia differenziata.

LA VISIONE DEGLI ORGANIZZATORI: “TRANSIZIONE STRUTTURALE, NON EMERGENZIALE”

“Noi non mettiamo in discussione la transizione, siamo qui per ribadire che chi investe in economia green è più competitivo”, ha dichiarato Matteo Favero, presidente di Globe Italia. “Ma vogliamo che la transizione diventi un elemento strutturale, e non emergenziale, nelle decisioni normative”.

“C’è chi sperava che la transizione fosse la fine della geopolitica, ma si sbagliava”, ha aggiunto Marco Margheri, presidente di WEC Italia. “Oggi si aggiungono nuove relazioni complesse: minerali critici, catene del valore. La transizione non può essere scritta con le regole che pensavamo 5-6 anni fa. Dobbiamo usare Trevi per ripensare le regole e renderla sostenibile anche economicamente e socialmente”.

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