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Petrolio, gli azeri di Socar a un passo dall’acquisto di IP: accordo vicino per la storica rete italiana

SOCAR, assistita nell’operazione da Intesa Sanpaolo IMI CIB, avrebbe avuto la meglio sugli altri due pretendenti in gara, la multinazionale svizzera Gunvor, affiancata da Rothschild, e Bin Butti Group, conglomerato degli Emirati Arabi Uniti.

La State Oil Company of Azerbaijan (SOCAR) è a un passo dall’acquisire Italiana Petroli (gruppo IP), una delle più grandi e storiche reti di distribuzione di carburante in Italia. L’accordo con la famiglia Brachetti-Peretti, proprietaria del gruppo, sarebbe imminente e potrebbe essere firmato già oggi, segnando una delle più importanti operazioni nel settore energetico italiano degli ultimi anni e consolidando la presenza strategica dell’Azerbaigian nel nostro Paese. La notizia, che segna una svolta in una trattativa in corso da mesi, arriva da un’esclusiva dell’agenzia di stampa Reuters, che cita tre fonti vicine al dossier. Le indiscrezioni confermano quanto già anticipato a giugno dal Sole 24 Ore, che indicava proprio la proposta del gruppo statale azero come la più vicina alle attese della famiglia venditrice.

UN’OPERAZIONE DA QUASI 3 MILIARDI DI EURO

Secondo le fonti, l’accordo conferirebbe a SOCAR il controllo di una rete di oltre 4.600 stazioni di servizio a marchio IP e di una capacità di raffinazione di circa 10 milioni di tonnellate di petrolio all’anno.

Persone vicine alla questione avevano precedentemente riferito a Reuters che la famiglia Brachetti-Peretti puntava a una valutazione aziendale di circa 2,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono circa 500 milioni di euro di cassa, portando il valore complessivo dell’operazione intorno ai 3 miliardi di euro.

BATTUTA LA CONCORRENZA DI GUNVOR E BIN BUTTI GROUP

SOCAR, assistita nell’operazione da Intesa Sanpaolo IMI CIB, avrebbe avuto la meglio sugli altri due pretendenti in gara, come riportato dal Sole 24 Ore. Le altre offerte vincolanti erano state presentate dalla multinazionale svizzera Gunvor, affiancata da Rothschild, e dal Bin Butti Group, conglomerato degli Emirati Arabi Uniti.

La proposta degli azeri è stata ritenuta la più soddisfacente e vicina alle attese della famiglia Brachetti-Peretti, assistita da UniCredit.

I PROSSIMI PASSI: DALLA GOVERNANCE AL VAGLIETTO DEL GOVERNO

Con la firma dell’accordo ormai imminente, salvo rinvii, si aprirà ora una fase successiva di negoziazioni che, oltre al prezzo, riguarderà aspetti cruciali come la governance e le caratteristiche strategiche degli asset.

L’operazione, data la sua rilevanza strategica per il sistema energetico nazionale, dovrà inoltre superare una valutazione a livello governativo prima di ricevere il via libera definitivo. SOCAR e Italiana Petroli non hanno al momento rilasciato commenti ufficiali.

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