L’interrogazione della deputata Gadda svela il paradosso del decreto MASE: i fondi del PNRR per l’elettrico sono inaccessibili per 466 comuni solo in Veneto a causa di una mappatura Istat vecchia di 15 anni.
È caos sui nuovi ecobonus per le auto elettriche: uno dei requisiti per accedere agli incentivi, basato su una mappatura delle aree urbane funzionali (Auf) dell’Istat che risale al 2011, sta escludendo ingiustamente centinaia di comuni in tutto il Paese, tra cui intere province e aree ad alto inquinamento. Solo in Veneto, 466 comuni su 560 sono tagliati fuori dai fondi del PNRR. Per questo, è stata presentata un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo di aggiornare i criteri con dati più recenti e di estendere il beneficio anche a territori oggi esclusi.
A sollevare il caso è la deputata Maria Chiara Gadda, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta (4/05945) al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. L’atto ispettivo, depositato alla Camera il 18 settembre 2025, mette in luce le criticità del decreto ministeriale dell’8 agosto che ha istituito il nuovo regime di incentivi, finanziato con 597 milioni di euro del PNRR.
IL NODO DELLE “AREE URBANE FUNZIONALI”
Il nuovo ecobonus, che prevede contributi a fondo perduto fino a 11.000 euro per i privati e fino a 20.000 euro per le microimprese per la rottamazione e l’acquisto di veicoli elettrici, ha tra i suoi requisiti la residenza in una cosiddetta “Area urbana funzionale” (Auf). Si tratta, secondo la definizione Istat, di una città con almeno 50.000 abitanti e le relative “cinture urbane” di pendolarismo.
Il problema, denuncia l’interrogazione, è che la mappatura di queste aree si basa su dati Istat risalenti al censimento del 2011. Dati, quindi, vecchi di quasi 15 anni, che non rispecchiano più la realtà demografica, infrastrutturale e ambientale del Paese.
IL CASO VENETO: UNA REGIONE A METÀ. BELLUNO E ROVIGO ESCLUSE
La situazione del Veneto è emblematica. Su 560 comuni totali, solo 94 rientrano nelle Auf e possono quindi accedere agli incentivi, mentre ben 466 ne sono esclusi. Intere province, come Belluno, sono tagliate fuori integralmente. Altre, come Rovigo, lo sono quasi completamente.
Ma l’esclusione colpisce anche numerosi comuni ad alta densità abitativa e con noti problemi di qualità dell’aria, soggetti a frequenti superamenti dei limiti di PM10 e a restrizioni antismog. Tra questi, l’interrogazione cita centri importanti come Legnago (Verona), San Donà di Piave (Venezia), Bassano del Grappa (Vicenza), Conegliano, Montebelluna e Castelfranco Veneto (Treviso).
LE RICHIESTE AL GOVERNO: AGGIORNARE I DATI ED ESTENDERE IL BENEFICIO
Di fronte a questa situazione, la deputata Gadda chiede al governo di fare chiarezza e di intervenire urgentemente. Nello specifico, l’interrogazione chiede di sapere:
Se il governo sia a conoscenza delle criticità derivanti dall’applicazione di questi criteri, che escludono non solo comuni veneti ma anche di altre regioni, e se disponga di dati sull’entità totale delle esclusioni a livello nazionale.
Se intenda procedere a un aggiornamento dei criteri di delimitazione delle Auf, utilizzando dati statistici e demografici più recenti per garantire una rappresentazione più equa e aderente alla realtà attuale.
Se siano state valutate misure transitorie o correttive per estendere l’accesso agli incentivi anche a comuni di medie dimensioni e ad aree con particolari criticità ambientali e alti livelli di inquinamento, che oggi sono paradossalmente escluse dal beneficio.


