Mentre il mercato globale cresce trainato da Pechino, l’UE soffre per i costi energetici, i target CO₂ e i dazi. Crolla l’export verso la Cina (-42%), si dimezza il surplus commerciale dei furgoni e si aggrava il deficit degli autobus. Prospettive economiche caute ma positive.
Il mercato e la produzione di auto in Europa hanno registrato una significativa contrazione nella prima metà del 2025, segnando un netto passo indietro rispetto a un mercato globale in crescita. Mentre le immatricolazioni mondiali sono aumentate del 5%, trainate dal boom della Cina (+12%), l’Unione Europea ha visto le vendite scendere dell’1,9% e la produzione contrarsi del 2,6%. A pesare sul settore sono i severi obiettivi di CO₂, gli alti costi energetici e i dazi, mentre le importazioni di auto prodotte in Cina continuano a crescere, raggiungendo ormai il 6% delle vendite totali dell’UE.
A fotografare questa difficile congiuntura per l’industria automobilistica continentale è l’ultimo “Economic and Market Report” di ACEA, l’associazione europea dei costruttori di auto. Il rapporto, che analizza i dati del primo semestre 2025, evidenzia tendenze contrastanti e un quadro a due velocità, con l’Asia che domina la produzione e l’Europa che fatica a tenere il passo.
UN MERCATO EUROPEO IN FRENATA
A fronte di un mercato globale che ha raggiunto i 37,4 milioni di unità, l’Europa è rimasta indietro. Le immatricolazioni complessive nel continente (UE+EFTA+UK) sono scese del 2,4%, con il solo mercato dell’Unione Europea che ha segnato un -1,9%. A fornire una certa stabilità sono stati i mercati di Turchia, dei paesi EFTA e del Regno Unito.
PRODUZIONE: L’ASIA DOMINA, L’EUROPA PERDE TERRENO
La produzione automobilistica globale è cresciuta del 3,5% a 37,7 milioni di veicoli. L’Asia si conferma il cuore pulsante della produzione mondiale, con una quota del 60,1%, mentre la quota dell’UE scende al 15,9%. La produzione europea si è contratta del 2,6%, ostacolata, come detto, da costi energetici, dazi e norme ambientali severe, mentre la produzione cinese, sostenuta da politiche governative e da un export in forte crescita, è aumentata del 12,3%.
Nonostante le difficoltà, le auto “made in EU” mantengono una forte domanda internazionale, con oltre un terzo venduto al di fuori del blocco. Tuttavia, le esportazioni verso la Cina sono crollate del 42%, mentre quelle verso gli Stati Uniti sono diminuite del 13,6%.
VEICOLI COMMERCIALI IN DIFFICOLTÀ
Anche il mercato europeo dei veicoli commerciali ha affrontato un primo semestre difficile, con immatricolazioni in calo per furgoni, camion e autobus. ACEA parla di una “normalizzazione” verso le tendenze a lungo termine, ma anche di “sfide continue” nel rinnovo delle flotte e nella transizione verso le zero emissioni.
La produzione di furgoni in Europa è diminuita del 6,8%, a fronte di una crescita globale dell’1%. Si prevede invece una ripresa per la produzione di camion (+5,7%) e autobus (+6,2%) entro la fine dell’anno.
BILANCE COMMERCIALI SOTTO PRESSIONE
La performance commerciale del settore ha subito un duro colpo. Sia le importazioni che le esportazioni totali sono diminuite del 3,3%. A livello di singoli segmenti, il surplus commerciale del settore dei furgoni si è dimezzato, quello dei camion si è ristretto del 12,1%, e il deficit commerciale del segmento degli autobus ha superato 1,2 miliardi di euro.
PROSPETTIVE ECONOMICHE: UN CAUTO OTTIMISMO
Nonostante le difficoltà del settore auto, le prospettive economiche generali dell’UE rimangono “cautamente ottimistiche”. ACEA prevede una crescita del PIL dell’1,1% nel 2025, con un’inflazione in calo al 2,3% e un mercato del lavoro che si conferma solido, con il tasso di disoccupazione previsto a un minimo storico del 5,7% nel 2026.


