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Ecco perché nel 2026 tornerà l’austerità nell’energia

Austerità in vista per il settore energetico. Nel 2026 le major taglieranno gli investimenti, puntando su solidità finanziaria, dividendi e buyback. A farne le spese saranno le rinnovabili

L’anno prossimo l’austerità farà il suo ritorno nel mondo dell’energia. Infatti, le grandi compagnie petrolifere e del gas si preparano a un 2026 con il freno a mano tirato sugli investimenti. I budget di capitale si ridurranno e la parola d’ordine sarà una sola: solidità finanziaria. È quanto emerge dal nuovo report Corporate Strategic Planner Oil and Gas 2026 di Wood Mackenzie, che delinea uno scenario fatto di prudenza, tagli e strategie difensive.

TORNA L’AUSTERITA’ NEL MONDO DELL’ENERGIA

Le aziende manterranno criteri di investimento rigidissimi. Il tasso medio di reinvestimento scenderà intorno al 50%, lasciando spazio a una redistribuzione significativa agli azionisti. Infatti, circa il 45% del flusso di cassa operativo verrà destinato a dividendi o buyback, oltre alla riduzione del debito. Un trend che si protrarrà per diversi mesi nonostante una previsione di prezzo medio del Brent poco sotto i 60 dollari al barile nel 2026.

Le compagnie sono schiacciate da forze opposte”, spiega Tom Ellacott, vicepresidente senior Corporate Research di Wood Mackenzie. “Da un lato i rischi di cali di prezzo a breve termine, dall’altro la necessità di allungare la vita delle proprie riserve di idrocarburi. E intanto gli investitori continuano a premiare ritorni immediati come dividendi e cash flow stabile, più che i progetti di lungo respiro”.

COSA FARANNO LE MAJOR NEL 2026?

Le società con un indebitamento oltre il 35% metteranno in cima alla lista delle priorità la riduzione della leva finanziaria, per proteggersi da eventuali shock di prezzo. Le imprese con alti tassi di reinvestimento, invece, punteranno sulle dismissioni. In altre parole, venderanno asset marginali per finanziare nuovi progetti e rafforzare la qualità del portafoglio.

AUSTERITA’, MENO INVESTIMENTI GREEN E PIU’ ESPLORAZIONE E SVILUPPO

A fare le spese del calo degli investimenti saranno i progetti a basse emissioni. Le major europee destineranno appena il 30% dei loro budget a rinnovabili e tecnologie green, concentrandosi su progetti ad alto rendimento. Le big internazionali e le compagnie nazionali, invece, spenderanno tra il 10% e il 20% dei budget. Il capitale si sposterà sempre più verso le attività di esplorazione e sviluppo, piuttosto che verso progetti a basso ritorno economico.

LA STRATEGIA PER TAGLIARE I COSTI

La strategia delle major energetiche per ridurre i costi prevede: tagli strutturali, semplificazione e intelligenza artificiale. Le compagnie accelereranno l’automazione dei processi, la riduzione di personale e l’uso di AI per aumentare i margini in un contesto di alta incertezza. Russia e Arabia Saudita, ad esempio, stanno già sfruttando l’IA per individuare nuovi giacimenti.

NUOVE ESPLORAZIONI E ALLEANZE ALL’ORIZZONTE NEL 2026

L’anno prossimo, però, non mancheranno le mosse strategiche. Le compagnie saranno protagoniste di nuovi portafogli esplorativi, ma anche di fusioni e acquisizioni mirate. Inoltre, il 2026 sarà un anno caratterizzato da partnership tra compagnie nazionali (NOC) e internazionali (IOC).

“Alcune imprese dovranno adottare approcci più agili e creativi per sbloccare capitale e costruire le riserve del futuro”, ha affermato Neivan Boroujerdi, responsabile Corporate Analysis delle NOC in Wood Mackenzie.

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