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La bomba d’acqua sull’economia: allarme OCSE, a rischio fino al 9% del PIL globale

Un nuovo report esorta banche centrali e autorità di vigilanza ad agire con urgenza. La crisi idrica non è più solo una questione ambientale, ma una minaccia sistemica.

Scarsità d’acqua, inondazioni e inquinamento non sono più solo emergenze ambientali, ma una minaccia concreta e imminente per la stabilità finanziaria globale. I rischi economici legati a una gestione insostenibile delle risorse idriche potrebbero arrivare a costare tra il 7 e il 9% del Prodotto Interno Lordo mondiale, una cifra superiore a quella stimata per la perdita di qualsiasi altro servizio ecosistemico. Questa è la conclusione principale che emerge dal nuovo e allarmante rapporto pubblicato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

UN LIMITE GIÀ SUPERATO CON IMPATTI A CATENA

Il documento, intitolato “Embedding Water-Related Risks in Financial Stability Frameworks” di Ocse, certifica una realtà preoccupante: l’umanità ha già superato i limiti planetari di sicurezza per l’utilizzo di acqua dolce. Questa pressione senza precedenti sta intensificando gli shock idrologici in tutto il mondo, con conseguenze dirette sull’economia reale. La produzione industriale viene interrotta, gli asset fisici subiscono danni ingenti e le catene di approvvigionamento globali mostrano una crescente fragilità, mettendo a repentaglio settori chiave come l’agricoltura, l’energia e il manifatturiero.

DAGLI SHOCK IDROLOGICI ALLA VOLATILITÀ DEI MERCATI

Questi sconvolgimenti non rimangono confinati all’economia reale, ma si propagano rapidamente e con forza nel sistema finanziario. Il rapporto dell’OCSE spiega come tali eventi si traducano in perdite su crediti per le banche, in una drastica riduzione della liquidità e in un aumento della volatilità dei mercati. Se questi shock si verificano su larga scala o colpiscono contemporaneamente diversi centri economici, il rischio di una crisi sistemica diventa tangibile, minando le fondamenta della stabilità finanziaria globale.

AGIRE SUBITO: L’IMPERATIVO DELLE AUTORITÀ FINANZIARIE

Di fronte a questo scenario, l’immobilismo non è un’opzione. Il report lancia un appello diretto a banche centrali, autorità di vigilanza e responsabili politici, esortandoli a prendere misure immediate e a non attendere la disponibilità di dati perfetti. Ignorare i rischi legati all’acqua, avverte l’organizzazione, porta a una valutazione errata del capitale e a una sua allocazione inefficiente, aumentando la probabilità di perdite improvvise e impreviste in futuro.

UNA ROAD MAP PER LA STABILITÀ: VIGILANZA E NUOVE PRIORITÀ

Per questo, il documento delinea una road map chiara e pragmatica. La prima raccomandazione è di elevare la questione idrica nelle agende per la stabilità finanziaria, promuovendone l’inclusione nei grandi forum internazionali come il G20 e il Financial Stability Board. Parallelamente, si chiede un rafforzamento della vigilanza prudenziale, obbligando esplicitamente gli istituti finanziari a identificare, valutare, gestire e comunicare in modo trasparente la loro esposizione ai rischi legati all’acqua.

DATI, REGOLE E FINANZA ALLINEATA PER LA SOSTENIBILITÀ

L’azione deve proseguire con investimenti mirati per migliorare la qualità dei dati, sviluppare nuovi strumenti di analisi e modellizzazione del rischio. È inoltre cruciale allineare i flussi finanziari globali con le politiche che promuovono un uso sostenibile dell’acqua e la protezione degli ecosistemi. Infine, i rischi idrici devono essere integrati in modo strutturale negli standard di informativa finanziaria, nelle tassonomie per la finanza sostenibile e nei quadri di due diligence.

UN’AZIONE COORDINATA PER UN FUTURO RESILIENTE

La sfida, conclude il rapporto, richiede un’azione su più fronti e una stretta collaborazione tra autorità finanziarie, mondo accademico e agenzie ambientali. Solo attraverso uno sforzo coordinato e tempestivo sarà possibile garantire che i sistemi finanziari globali rimangano solidi e resilienti in un futuro inevitabilmente caratterizzato da un crescente stress idrico.

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