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Energia, la Cina detronizza gli USA: la nuova geografia del potere globale

Una rivoluzione silenziosa sta ridisegnando la mappa del potere energetico mondiale: la Cina ha superato gli Stati Uniti nella corsa alla leadership, non con il petrolio e il gas, ma dominando il mercato delle tecnologie per le energie rinnovabili. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Bloomberg, nei primi sette mesi dell’anno Pechino ha esportato tecnologie green per un valore di 120 miliardi di dollari, surclassando gli 80 miliardi di dollari generati dall’export di idrocarburi degli Stati Uniti. Un sorpasso strategico che, secondo il centro analitico Ember, ha toccato un picco record ad agosto con esportazioni cinesi per 20 miliardi di dollari in un solo mese.

L’EUROPA E IL GAS RUSSO: UN RITORNO INEVITABILE?

Mentre la Cina costruisce il suo impero sulle rinnovabili, la geografia dei combustibili fossili si riorganizza attorno alle conseguenze della guerra in Ucraina. L’Europa, pur avendo compiuto sforzi enormi per diversificare le proprie fonti, non potrà abbandonare completamente le risorse energetiche russe. Questa è l’opinione espressa da Dave Ernsberger, co-presidente di S&P Global Commodity Insights, il quale ritiene che arriverà il momento in cui i flussi da Mosca riprenderanno, sebbene non ai livelli pre-conflitto. Secondo l’analista, un taglio totale costringerebbe i paesi europei ad acquistare petrolio e gas naturale liquefatto (GNL) a prezzi gonfiati da fornitori più lontani come USA e Medio Oriente, con costi e rischi logistici maggiori.

L’ASSE MOSCA-PECHINO-NUOVA DELHI SFIDA I DAZI USA

L’isolamento dal mercato europeo ha spinto la Russia a un rapido e massiccio riorientamento verso Est. India e Cina sono diventate i principali acquirenti del petrolio russo, una relazione commerciale che Washington sta cercando di ostacolare. A settembre, l’amministrazione statunitense ha invitato l’UE e i paesi del G7 a imporre dazi significativi sui beni importati da Cina e India per scoraggiarli dall’acquistare idrocarburi da Mosca. Tuttavia, è improbabile che questa pressione abbia successo. Lo stesso Ernsberger di S&P ritiene che, pur prendendo sul serio la posizione americana, Nuova Delhi e Pechino abbiano un limite a quanto possono ridurre le importazioni, dovendo gestire le proprie economie e l’inflazione, in cui l’energia russa a buon mercato gioca un ruolo cruciale.

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