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Ue

Global Gateway, l’Europa batte la Cina: 306 miliardi già mobilitati, obiettivo superato

Raggiunto con due anni di anticipo il target di 300 miliardi, ora si punta a 400. Al centro della strategia corridoi strategici, energia pulita e filiere resilienti in sinergia con il Piano Mattei.

L’Europa ha già vinto la sua scommessa. Il Global Gateway, la strategia di investimento esterno lanciata dall’Unione per contrastare l’influenza della “Via della Seta” cinese, ha già mobilitato oltre 306 miliardi di euro in soli quattro anni, superando con due anni di anticipo l’obiettivo iniziale di 300 miliardi fissato per il 2027. L’annuncio è arrivato direttamente dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in apertura del Global Gateway Forum 2025, che ha rilanciato con un nuovo, ambizioso traguardo: superare i 400 miliardi entro la fine del mandato.

PARTNERSHIP STRATEGICHE: PIANO MATTEI E GLOBAL GATEWAY

Il successo del Global Gateway, come sottolineato dalla stessa von der Leyen, non si basa solo sui volumi degli investimenti, ma sulla creazione di “partnership autentiche basate sul rispetto e sugli interessi condivisi”. In questo quadro si inserisce la forte sinergia con il Piano Mattei del governo italiano. Entrambe le strategie, infatti, condividono l’obiettivo di costruire ponti con l’Africa, non solo per garantire la sicurezza energetica europea, ma per promuovere uno sviluppo sostenibile nel continente, creando filiere produttive locali, posti di lavoro e infrastrutture resilienti. Non è un caso che molti progetti bandiera del Global Gateway, come il Corridoio di Lobito, vedano una stretta collaborazione con l’Italia.

ENERGIA PULITA E INFRASTRUTTURE VERDI AL CENTRO

La transizione energetica e le infrastrutture sostenibili sono il cuore pulsante del Global Gateway. Tra i progetti di punta discussi al Forum, spiccano gli investimenti per la creazione di una rete elettrica unificata nel Sud-Est asiatico (ASEAN), lo sviluppo del potenziale idroelettrico in Asia Centrale e la promozione delle energie rinnovabili in Africa. Un’attenzione particolare è dedicata anche alla creazione di “corridoi di spedizione ecologici” e a progetti di energia pulita in Sudafrica, Togo e Mauritania, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal europeo.

IL CORRIDOIO DI LOBITO, UN ESEMPIO CONCRETO

Il Corridoio di Lobito è l’esempio concreto di come il Global Gateway stia già producendo risultati tangibili. Questa arteria di trasporto, che collegherà la costa atlantica dell’Angola con le ricche aree minerarie dello Zambia e della Repubblica Democratica del Congo, è un investimento strategico che ridurrà i tempi di trasporto da 45 giorni a una sola settimana, abbattendo drasticamente le emissioni. Ma il progetto, del valore di oltre 1 miliardo di euro, non riguarda solo ferrovie e strade: finanzia anche lo sviluppo di filiere agricole, hub logistici moderni e la formazione professionale per la popolazione locale, garantendo la lavorazione in loco delle materie prime essenziali.

MOBILITARE I CAPITALI PRIVATI

Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, il Global Gateway punta a mobilitare ingenti capitali privati. “I fondi pubblici da soli non possono colmare il fabbisogno di investimenti mondiale”, ha ribadito von der Leyen davanti a una platea di oltre 150 grandi aziende europee. Per questo, è stato lanciato il Global Gateway Investment Hub, un punto di accesso unico per le imprese che cercano il supporto dell’UE per i loro progetti di investimento. Attraverso un mix di sovvenzioni, prestiti agevolati e garanzie, l’Unione mira a condividere il rischio e a rendere i progetti strategici appetibili per gli investitori privati.

UN MESSAGGIO GEOPOLITICO CHIARO

Il Forum, che vede la partecipazione di 12 Capi di Stato e oltre 70 ministri da Africa, America Latina e Caraibi, lancia un messaggio geopolitico forte. In un’era di competizione globale e di “diplomazia transazionale”, l’Europa si propone come un partner “affidabile e trasparente”. “L’indipendenza non significa isolamento”, ha dichiarato la Presidente della Commissione, sottolineando come la strada da percorrere sia quella delle partnership basate su interessi comuni e rispetto della sovranità, in netta contrapposizione al modello di investimenti che ha lasciato troppi Paesi “gravati da un debito insostenibile”.

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