Il presidente Zelensky denuncia un’offensiva con oltre 450 droni e 30 missili contro le infrastrutture civili ed energetiche. L’attacco ha causato la morte di un bambino a Zaporizhzhia e il ferimento di oltre 20 persone
Una pioggia di droni e missili russi si è abbattuta sull’Ucraina nella notte, lasciando la capitale Kiev e altre nove regioni al buio. L’attacco, descritto dalle autorità locali come “massiccio” e “calcolato”, ha preso di mira le infrastrutture energetiche del paese, causando interruzioni diffuse di elettricità e acqua. A Kiev, l’intera riva sinistra del fiume Dnipro è rimasta senza corrente, con gravi blackout anche sulla riva destra. Il sindaco Vitali Klitschko ha confermato i danni alle infrastrutture essenziali, con problemi alla rete idrica e interruzioni alla circolazione della metropolitana.
Le cronache notturne raccontano di incendi in vari palazzi e feriti nella Capitale. Una raffica di missili balistici ha preso di mira le centrali elettriche nella capitale, a Kaniv e Kremenchuk tanto che il ministero dell’Energia ha trasmesso l’allerta nazionale per i blackout nella notte. Diverse cittadine sono senza corrente, incluso il centro di Dnipro dove due missili hanno danneggiato la centrale di Prydniprovska. La compagnia Dtek su Telegram ha confermato le interruzioni di corrente a Kiev e che sono i lavori per ripristinare la fornitura, dando priorità agli impianti di infrastruttura critica
LA DENUNCIA DI ZELENSKY: “OBIETTIVO CIVILE E STRATEGICO”
Le notizie che emergono dai canali social e dalle agenzie di stampa sono state confermate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha parlato di un “attacco cinico”. In un post su ‘X’, Zelensky ha specificato che la Russia ha lanciato “oltre 450 droni e più di trenta missili” contro il settore energetico ucraino. L’offensiva ha avuto un costo umano drammatico: un bambino è stato ucciso a Zaporizhzhia e oltre 20 persone sono rimaste ferite in tutto il paese. “Le infrastrutture civili ed energetiche sono il principale obiettivo degli attacchi russi in vista dell’inverno”, ha dichiarato il presidente.
CENTRALI COLPITE: IL CUORE ENERGETICO DELL’UCRAINA NEL MIRINO
Il focus principale dell’attacco russo è stato il sistema di produzione e distribuzione di energia elettrica. Tra le infrastrutture colpite figura la diga DniproHES a Zaporizhzhia, la più grande centrale idroelettrica del paese e un nodo cruciale della rete nazionale, che alimenta la vitale regione industriale di Donets-Kryvyi Rih. A Kiev, l’offensiva ha preso di mira almeno una centrale termoelettrica, fondamentale non solo per la produzione di elettricità ma anche per il teleriscaldamento della città. Anche le regioni di Kharkiv, Dnipropetrovsk e Chernihiv hanno subito danni a impianti energetici e sottostazioni, con l’obiettivo di paralizzare il sistema in vista dei mesi più freddi.
LA MAPPA DEI DANNI: UN PAESE IN EMERGENZA
L’attacco notturno ha lasciato una scia di distruzione in gran parte del paese. Oltre a Kiev, sono state colpite le regioni di Donetsk, Chernihiv, Cherkasy, Kharkiv, Sumy, Poltava, Odessa e Dnipro, dove sono state introdotte interruzioni di corrente di emergenza. A Zaporizhzhia la regione ha subito attacchi multipli che hanno danneggiato impianti di gas e costretto alla sospensione del traffico sulla diga DniproHES; a Dnipropetrovsk si segnalano gravi incendi e diffuse interruzioni di corrente a seguito di colpi diretti; mentre nella Regione di Sumy, le autorità locali hanno introdotto blackout programmati a rotazione per gestire l’emergenza.
ALLARME NUCLEARE: TIMORI PER ZAPORIZHZHIA E CHERNOBYL
Cresce la preoccupazione per la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, rimasta isolata dalla rete elettrica esterna da oltre due settimane. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha comunicato che l’impianto si affida a generatori diesel di emergenza per il raffreddamento dei reattori, un sistema vulnerabile. Il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, ha annunciato l’avvio di un complesso processo per ripristinare l’alimentazione esterna, a seguito di intense consultazioni con le parti in conflitto. La situazione rimane critica, aggravata da esplosioni udite dagli ispettori AIEA nelle vicinanze del sito. Anche la centrale dismessa di Chernobyl è rimasta senza una linea elettrica esterna a causa di un attacco russo a una sottostazione vicina.
LA RISPOSTA EUROPEA: PRESSIONE SU MOSCA CON GLI ASSET CONGELATI
Di fronte all’escalation, la Commissione Europea sta accelerando i piani per utilizzare i beni russi congelati per finanziare un prestito a favore dell’Ucraina. Il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha parlato della presentazione di una proposta legislativa in “tempi ragionevolmente brevi”. L’obiettivo, sostenuto anche da figure come il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil, è aumentare la pressione su Mosca e garantire a Kiev i finanziamenti necessari per la ricostruzione e la difesa, chiarendo al contempo le questioni legali per agire in modo sicuro.