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Svolta green a due velocità: Rinnovabili al Top, ma l’auto elettrica frena e ritorna la benzina: i fatti della settimana

Il mondo dell’energia vive una rivoluzione a due velocità: mentre le rinnovabili superano per la prima volta il carbone come fonte elettrica globale, il mercato dell’auto elettrica rallenta. Tesla lancia modelli economici per contrastare la crisi e i colossi automobilistici tradizionali, fiutando l’incertezza, tornano a investire con forza sui motori a benzina e ibridi. I fatti della settimana di Marco Orioles

Il 2025 segna un momento di profonde contraddizioni nella transizione energetica globale. Da un lato, si celebra una vittoria storica con le energie rinnovabili che, per la prima volta, superano il carbone come principale fonte di elettricità a livello mondiale, un traguardo trainato soprattutto dalla Cina e dai paesi in via di sviluppo. Dall’altro lato, il settore della mobilità elettrica, considerato un pilastro della decarbonizzazione, mostra evidenti segni di rallentamento in Occidente. Tesla, leader del settore, affronta una crisi di vendite e una concorrenza crescente, rispondendo con modelli più economici ma meno accessoriati che non convincono il mercato. Cogliendo questa incertezza, i giganti dell’auto tradizionale come Ford e GM fanno marcia indietro, reinvestendo miliardi nei motori a benzina e ibridi, spinti da una domanda di EV più debole del previsto negli USA. Questa divergenza strategica tra una Cina che accelera sull’elettrico e un Occidente che riscopre i motori a combustione delinea un futuro a due velocità, mettendo a rischio la competitività a lungo termine delle case automobilistiche occidentali.

RINNOVABILI SUPERANO IL CARBONE COME PRINCIPALE FONTE DI ELETTRICITÀ

Come riferisce la BBC, secondo i dati di Ember nel primo semestre del 2025 le energie rinnovabili hanno superato il carbone come principale fonte di elettricità a livello globale, segnando una svolta storica. La domanda di elettricità è in crescita, ma l’espansione di solare ed eolico ha soddisfatto il 100% della domanda aggiuntiva, riducendo leggermente l’uso di carbone e gas. Tuttavia, sottolinea la BBC, il panorama globale è eterogeneo: i paesi in via di sviluppo, guidati dalla Cina, stanno trainando la transizione verso l’energia pulita, mentre nazioni più ricche come Stati Uniti e Unione Europea hanno aumentato la dipendenza dai combustibili fossili. La Cina, pur continuando a costruire centrali a carbone, domina la crescita delle rinnovabili, aggiungendo più capacità solare ed eolica di tutto il resto del mondo combinato. Questo ha permesso di superare l’aumento della domanda elettrica e ridurre del 2% la produzione da fossili. Anche l’India ha registrato una crescita più lenta della domanda e un aumento delle rinnovabili, diminuendo l’uso di carbone e gas. Al contrario, negli Stati Uniti la domanda elettrica è cresciuta più rapidamente della produzione di energia pulita, aumentando la dipendenza dai fossili. Nell’Ue, la scarsa resa dell’eolico e dell’idroelettrico ha portato a un maggiore utilizzo di carbone e gas. BBC cita un rapporto dell’IEA che evidenzia come le politiche dell’amministrazione Trump abbiano dimezzato le previsioni di crescita delle rinnovabili negli Stati Uniti, passando da 500 GW a 250 GW di nuova capacità entro il 2030. Mentre la Cina guida l’export di tecnologie pulite (20 miliardi di dollari ad agosto 2025, con un aumento del 26% per i veicoli elettrici e del 23% per le batterie), gli Usa promuovono l’export di petrolio e gas. Nonostante le differenze regionali, Ember considera questo momento un “punto di svolta cruciale”. Il solare ha guidato la crescita, coprendo l’83% dell’aumento della domanda elettrica, soprattutto nei paesi a basso reddito. I paesi della “cintura solare” (Asia, Africa, America Latina) possono ridurre i costi energetici con il solare e batterie sempre più economiche, mentre i paesi della “cintura del vento” (come il Regno Unito) affrontano sfide maggiori a causa dei costi elevati delle turbine eoliche e della necessità di fonti di backup per periodi di bassa ventosità.

TESLA LANCIA DUE NUOVI MODELLI ECONOMICI

Tesla ha annunciato il lancio di due nuove versioni più economiche dei suoi modelli di punta, la Model 3 e la Model Y, nel tentativo di rilanciare le vendite in un momento di crescente competizione e dopo la recente scadenza del credito fiscale federale per i veicoli elettrici. Come scrive il New York Times, la nuova Model Y sarà venduta a circa 40.000 dollari, mentre la Model 3 avrà un prezzo di 37.000 dollari, entrambi circa 5.000 dollari in meno rispetto alle versioni precedenti. Questi prezzi, tuttavia, rimangono superiori a quelli che i consumatori potevano ottenere con il credito fiscale di 7.500 dollari, scaduto a fine settembre, che non era comunque accessibile a individui con redditi superiori a 150.000 dollari o coppie con redditi combinati oltre i 300.000 dollari. Secondo quanto riportato dall’Associated Press, le nuove versioni presentano alcune rinunce rispetto ai modelli precedenti: la Model Y ha un’autonomia ridotta di 321 miglia, un interno in tessuto invece di microsuede, meno altoparlanti e l’assenza di un tetto panoramico in vetro e di un touchscreen per i sedili posteriori. Anche la Model 3 ha visto tagli a caratteristiche come l’illuminazione ambientale e l’autonomia. Nonostante i prezzi più bassi, queste versioni non raggiungono il target di 25.000 dollari promesso in passato da Tesla per un’auto elettrica economica, un progetto che, come nota il New York Times, è stato abbandonato da Elon Musk per concentrarsi su taxi autonomi e robot umanoidi. Il lancio arriva in un contesto difficile per Tesla. Come scrive il New York Times, l’azienda ha registrato consegne record nel terzo trimestre, ma gli analisti attribuiscono questo risultato alla corsa agli acquisti prima della scadenza del credito fiscale. Le vendite potrebbero ora subire un calo, come previsto da alcuni esperti. Inoltre, Tesla deve affrontare una concorrenza sempre più agguerrita: marchi come Hyundai e General Motors stanno guadagnando terreno. Anche BYD, che ha superato Tesla come leader globale nelle vendite di veicoli elettrici, rappresenta una sfida significativa. Nonostante le aspettative, il mercato non ha reagito positivamente all’annuncio. Come riportato dall’Associated Press, le azioni Tesla sono scese del 4,5% a 443,09 dollari dopo il lancio, con gli investitori che, secondo l’analista di Edmunds Ivan Drury, si aspettavano “qualcosa di veramente diverso” piuttosto che un’iterazione di modelli esistenti. Inoltre, il deludente Cybertruck e l’aggiornamento della Model Y non sono riusciti a invertire il calo della quota di mercato globale di Tesla, scesa sotto il 50% negli Stati Uniti. I nuovi modelli economici rappresentano un tentativo di Tesla di attrarre clienti più attenti al budget, soprattutto in un mercato in cui i veicoli elettrici stanno diventando più accessibili, con prezzi iniziali spesso inferiori a quelli delle auto di lusso a benzina di BMW o Mercedes-Benz. Tuttavia, come sottolinea il New York Times, i costi iniziali delle auto elettriche rimangono più alti rispetto a ibride o veicoli a benzina di marchi come Toyota o Honda, anche se i costi di ricarica e manutenzione sono generalmente inferiori.

IL RITORNO DEI MOTORI A COMBUSTIONE

Come riportato dal Financial Times, l’industria automobilistica tradizionale sta rivalutando il ruolo dei motori a combustione interna (ICE) nonostante gli ingenti investimenti nei veicoli elettrici (EV). Ford, General Motors e Stellantis stanno puntando su motori a benzina e ibridi, con Ford che vede un’opportunità multimiliardaria e GM che investe 900 milioni di dollari in un motore V8 più pulito per camion e SUV. Questo cambio di strategia è guidato dal rallentamento della domanda di EV negli Stati Uniti, dopo che il presidente Trump ha eliminato gli incentivi fiscali per gli EV e proposto di revocare le norme sulle emissioni. Ford prevede un calo delle vendite di EV dal 10% al 5% del mercato Usa. Anche Honda ha ridotto gli investimenti in EV, posticipando un progetto da 11 miliardi in Canada, mentre Hyundai pianifica un nuovo pick-up di medie dimensioni per il mercato statunitense. In Europa, dove gli EV rappresentano il 20% delle nuove immatricolazioni, l’industria chiede di rimodulare il divieto di motori a benzina previsto per il 2035, favorendo tecnologie ibride. Solo la Cina avanza spedita nella transizione verde, con gli EV che supereranno le vendite di auto a benzina nel 2025. Le case automobilistiche cinesi dominano il mercato EV globale, con il 70% della produzione di batterie e una forte presenza nei mercati europei. Tuttavia, il ritorno agli ICE comporta rischi. Gli analisti avvertono che le case automobilistiche occidentali potrebbero perdere terreno rispetto alla Cina, rischiando di diventare rilevanti solo negli Usa. Ford ha registrato una perdita di 5 miliardi di dollari nel settore EV, ma un profitto di 5,3 miliardi dagli ICE. AlixPartners prevede che nel 2026 gli EV rappresenteranno solo il 7% delle vendite Usa, rispetto al 40% in Europa e al 51% in Cina. Tesla e Porsche, focalizzate sugli EV, subiscono perdite, mentre BMW e Toyota, con un approccio “multi-pathway”, beneficiano della domanda di ibridi, con Toyota che registra vendite globali record grazie a un forte mercato Usa.

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