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Stop 2035, l’auto italiana frena: “Obiettivi irraggiungibili, serve neutralità tecnologica”

L’appello a Bruxelles di Anfia: ripensare le regole, valorizzare ibrido e biocarburanti e proteggere il “Made in EU” con un piano di aiuti fino al 2030 per sostenere la transizione.

“Non c’è più tempo”. Con un messaggio forte e inequivocabile, l’industria automobilistica italiana lancia l’allarme sui target di riduzione delle emissioni di CO2, definendo gli obiettivi fissati per il 2030 e il 2035 “ad oggi irraggiungibili”. La presa di posizione arriva direttamente da ANFIA, l’Associazione Nazionale della Filiera Industria Automobilistica, che ha formalizzato le sue proposte nell’ambito della consultazione pubblica avviata lo scorso luglio dalla Commissione Europea per la revisione del regolamento. L’appello mira a innescare una profonda revisione delle normative, per allineare gli obiettivi ambientali con la realtà del mercato e le capacità tecnologiche, salvaguardando al contempo la competitività e i posti di lavoro della filiera europea.

OBIETTIVI IRRAGGIUNGIBILI: L’INDUSTRIA NON PUÒ PAGARE IL PREZZO DA SOLA

Secondo l’associazione, che rappresenta i costruttori e una delle più importanti catene di fornitori in Europa, non può essere l’industria a pagare il prezzo di una transizione che dipende da molteplici fattori non direttamente controllabili. Nel mirino finiscono l’attuale andamento del mercato e gli interventi pubblici che, secondo ANFIA, sono stati del tutto carenti in questi anni. L’adozione della tecnologia elettrica, soprattutto nel mercato B2B dei veicoli commerciali, è frenata da difficoltà oggettive, come l’elevato costo totale di proprietà (TCO). Per questo, si chiede un approccio pragmatico che affianchi alla mobilità elettrica soluzioni innovative già disponibili.

NEUTRALITÀ TECNOLOGICA: LA VIA D’USCITA PER LE AUTO

La richiesta centrale è il ripristino di un approccio tecnologicamente neutrale. ANFIA chiede un ripensamento dei target al 2030 e 2035, con un trattamento separato per auto e veicoli commerciali data la diversità dei mercati. Viene proposta la creazione di una nuova categoria di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti carbon neutral. Si insiste sull’introduzione di flessibilità, come il “Carbon Correction Factor”, per distinguere i veicoli che usano carburanti rinnovabili (liquidi e gassosi) da quelli a carburanti fossili. Viene inoltre sollecitata una maggiore considerazione per il ruolo delle auto ibride plug-in e delle tecnologie range extender anche dopo il 2035, sospendendo l’adeguamento del “fattore di utilità” previsto dal 2026, una mossa ritenuta fondamentale per non penalizzare tecnologie cruciali per la transizione.

VEICOLI PESANTI: SERVE PRAGMATISMO SU MULTE E INFRASTRUTTURE

Anche per i veicoli pesanti, come camion e autobus, la parola d’ordine è flessibilità. L’associazione chiede l’adozione di multe più flessibili per le emissioni e di anticipare al 2026 la revisione del regolamento per reintrodurre la neutralità tecnologica, consentendo l’uso di carburanti sostenibili liquidi e gassosi. È ritenuta urgente una valutazione delle condizioni abilitanti, come le infrastrutture di ricarica e di rifornimento di idrogeno, prima di confermare la fattibilità degli obiettivi di riduzione. Infine, si sollecita una revisione degli obiettivi specifici per rimorchi e semirimorchi.

COMPETITIVITÀ E “MADE IN EU”: PROTEGGERE LA FILIERA EUROPEA

Le preoccupazioni non si limitano alle emissioni, ma abbracciano la sopravvivenza stessa dell’industria europea. ANFIA auspica l’introduzione di un’ambiziosa politica di tutela del “Made in EU”, con una normativa europea sul “local content”. Si chiede un intervento per ridurre i costi energetici, definendo un prezzo competitivo e includendo i produttori di veicoli nell’elenco delle industrie ad alta intensità energetica. Cruciale, in questo quadro, è la richiesta di un Quadro Temporaneo degli aiuti di Stato per il periodo 2025-2030, per sostenere le imprese di ogni dimensione nella complessa fase di transizione.

DAL RINNOVO DEL PARCO AUTO AL SOSTEGNO PER LE PMI

Per accelerare concretamente la riduzione delle emissioni del trasporto privato, ANFIA propone un’iniziativa europea per la rottamazione del vecchio parco circolante, incentivando la sostituzione con auto a zero e basse emissioni prodotte in Europa. Una misura che sosterrebbe al contempo l’ambiente e la competitività della filiera. Grande attenzione è rivolta anche alle Piccole e Medie Imprese (PMI), per le quali si chiedono interventi mirati: semplificazione normativa, riduzione della burocrazia, facilitazione dell’accesso al capitale e alla digitalizzazione, e un forte sostegno a innovazione e capacità di crescita.

DECARBONIZZAZIONE: INCENTIVI, NON OBBLIGHI

Infine, per quanto riguarda la decarbonizzazione delle flotte aziendali, la posizione è chiara: l’associazione non è favorevole a misure obbligatorie, come l’imposizione di quote di veicoli elettrici. Si raccomandano invece linee guida flessibili, privilegiando incentivi e strumenti di facilitazione. L’approccio deve essere tecnologicamente neutrale, stimolando la creazione di infrastrutture di ricarica, la disponibilità di elettricità rinnovabile, lo sviluppo di reti per l’idrogeno e la diffusione di carburanti rinnovabili, differenziando sempre le normative per tipologia di veicolo, dalle autovetture ai camion e autobus.

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