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Lagarde, allarme all’Europa: “Sull’energia errori fatali, ora solo le rinnovabili possono salvarci”

La dipendenza dal gas russo ha alimentato l’inflazione e distrutto la nostra competitività. Per sbloccare gli investimenti servono unione dei capitali e regole certe.

L’Europa ha commesso errori fatali nella sua politica energetica, trascurando la sicurezza e legandosi mani e piedi al gas russo a basso costo. Una vulnerabilità strategica che, con la guerra in Ucraina, ha presentato un conto salatissimo in termini di inflazione record e di una perdita duratura di competitività rispetto agli Stati Uniti. Ora, per l’Europa, la strada è una sola ed è “impossibile tornare indietro”: un massiccio e rapido investimento nell’energia pulita prodotta localmente. La diagnosi severa e la ricetta per il futuro arrivano direttamente da Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, intervenuta oggi alla Conferenza sul clima della Norges Bank a Oslo.

GLI ERRORI DEL PASSATO E LA PERDITA DI COMPETITIVITÀ

Nel suo discorso, la Presidente della BCE ha tracciato un quadro impietoso delle scelte passate. Prima dell’invasione dell’Ucraina, l’Europa ha di fatto dato priorità solo a due obiettivi: sostenibilità e convenienza, dimenticando il terzo, la sicurezza. Le conseguenze di questa miopia sono state gravi. L’impennata dei prezzi del gas ha innescato un’ondata inflazionistica che ha costretto la BCE “al più rapido inasprimento monetario della sua storia”. Ma l’impatto più profondo, e duraturo, è stato sulla competitività: oggi i prezzi dell’elettricità nell’UE restano circa due volte e mezzo più alti rispetto agli Stati Uniti, mentre quelli del gas sono quasi quattro volte superiori. Un divario che, ha avvertito Lagarde, sta già influenzando le decisioni di investimento delle imprese e alimenta i timori di una progressiva deindustrializzazione.

LA SOLA VIA D’USCITA: L’ENERGIA PULITA PRODOTTA IN EUROPA

In questo nuovo e difficile contesto geopolitico, l’Europa si trova ad affrontare un compromesso tra tre obiettivi: energia sicura, sostenibile e accessibile. Secondo la Presidente della BCE, l’unica strada percorribile per raggiungere tutti e tre i traguardi è affidarsi maggiormente all’energia pulita prodotta in casa. Le rinnovabili, infatti, non solo sono fondamentali per il clima e garantiscono l’indipendenza energetica, ma, avendo un costo marginale prossimo allo zero, sono l’unica tecnologia in grado di far scendere strutturalmente i prezzi dell’energia nel lungo periodo.

LE SFIDE DELLE RINNOVABILI: I COSTI DI SISTEMA E L’INTERMITTENZA

Certo, il percorso non è privo di ostacoli. La transizione verso le rinnovabili comporta “costi di sistema” significativi che finiscono sulle bollette. Il primo è l’enorme fabbisogno di investimenti, stimato dalla Commissione in quasi 150 miliardi di euro all’anno per nuove centrali e reti modernizzate. A questo si aggiungono i costi legati all’intermittenza intrinseca di sole e vento, che crea volatilità e richiede costosi sistemi di backup, e quelli legati alla “riduzione”, ovvero lo spreco di energia pulita quando la rete non è in grado di assorbirla.

TRE MOTIVI PER ESSERE OTTIMISTI: RETI, GEOGRAFIA E TECNOLOGIA

Eppure, secondo Christine Lagarde, queste sfide sono superabili, e ci sono tre ragioni per essere ottimisti. Primo: investire nel potenziamento delle reti e nello stoccaggio riduce drasticamente i costi dell’intermittenza. Secondo: l’Europa possiede una diversità geografica unica, con il grande potenziale solare del sud e quello eolico del nord, che, se integrati da più interconnettori transfrontalieri, possono bilanciarsi a vicenda. Terzo: la tecnologia si sta muovendo a favore dell’Europa, con i costi delle rinnovabili e delle batterie crollati negli ultimi dieci anni.

SBLOCCARE GLI INVESTIMENTI: MERCATI DEI CAPITALI E REGOLE CERTE

Per trasformare questo potenziale in realtà, però, la politica deve fare la sua parte, creando le condizioni per sbloccare l’enorme mole di investimenti privati necessari, stimati in oltre due terzi del fabbisogno totale. Secondo Lagarde, servono due elementi chiave. Il primo è un ambiente finanziario adeguato: è fondamentale approfondire e integrare i mercati dei capitali dell’UE, creando una vera “Unione dei Mercati dei Capitali” capace di canalizzare i risparmi privati verso i progetti verdi.

UN APPELLO ALLA CREDIBILITÀ: BASTA INCERTEZZE E BUROCRAZIA LENTA

Il secondo elemento è un ambiente politico prevedibile. Gli investitori, ha avvertito la Presidente, non si faranno avanti se la transizione verde sarà offuscata dall’incertezza o da una crescente resistenza politica. Per questo è cruciale che l’Europa mantenga la credibilità, rispettando gli obiettivi climatici esistenti e garantendo un prezzo del carbonio stabile. A questo si deve aggiungere la rapidità: le procedure autorizzative, che oggi possono richiedere fino a nove anni per un parco eolico, devono essere drasticamente abbreviate.

UNA SCELTA NON PIÙ RIMANDABILE: L’APPELLO FINALE DELLA BCE

La conclusione di Christine Lagarde è un vero e proprio appello alla responsabilità. La crisi energetica ha rivelato una dura verità: la dipendenza dai combustibili fossili importati non è più sostenibile. L’Europa, ha affermato, deve ora decidere: “O rimaniamo con uno status quo insostenibile e costoso, oppure creiamo un ambiente che possa sbloccare gli investimenti necessari per un’energia sostenibile, sicura e accessibile”. Una scelta che, ha concluso, è sostenuta da quasi nove europei su dieci.

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