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Termovalorizzatore Santa Palomba

Termovalorizzatore di Santa Palomba, il Campidoglio non si ferma: prosegue l’iter, chiusura entro l’anno

A seguire è prevista la conferenza dei servizi decisiva per arrivare, probabilmente nel primo trimestre, alla posa della prima pietra

Nonostante il confronto tra Regione Lazio e Campidoglio sulla realizzazione del termovalorizzatore di Santa Palomba, l’iter burocratico dell’opera non solo non si ferma, ma accelera verso la fase conclusiva.

L’ITER VA AVANTI: AVVIO DEL CANTIERE PIU’ VICINO

Proprio in questi giorni si è infatti chiusa la prima fase del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR). E la palla è nelle mani della struttura commissariale, che avrà il compito di analizzare tutte le osservazioni pervenute per poi girarle a Renew Rome, il consorzio di imprese (Acea, Suez, Vianini, Kanadevia Inova e RBM) che dovrà realizzare e gestire l’impianto. La tabella di marcia è serrata: l’epilogo dell’intero iter autorizzatorio è previsto entro la fine dell’anno per la conclusione del PAUR, a cui seguirà la conferenza dei servizi decisiva per arrivare, probabilmente nel primo trimestre, alla posa della prima pietra.

LA REGIONE BLOCCA I POZZI, BOTTA E RISPOSTA CON IL COMUNE

Le schermaglie di questi giorni tra l’Eur e il Campidoglio non sembrano quindi aver scalfito la realizzazione dell’opera malgrado la Regione Lazio, abbia bloccato, nei giorni scorsi la possibilità di scavare i pozzi nei terreni in prossimità di laghi dei Castelli Romani, quindi anche del termovalorizzatore di Santa Palomba. La decisione, formalizzata in una determina del 14 ottobre, aveva infatti aperto un nuovo fronte di scontro sull’impianto da 600mila tonnellate di rifiuti annue, innescando un immediato braccio di ferro politico. A rendere nota la mossa era stato il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Filiberto Zaratti, che aveva esultato parlando di “vittoria dell’ambientalismo”, mentre dal Partito Democratico era poi arrivata una secca smentita, che aveva bollato la notizia come “fake news”.

LA REPLICA DEL CAMPIDOGLIO: “NESSUNO STOP”.

Il Campidoglio ha infatti minimizzato la portata della decisione regionale. “Non esiste alcun rischio di stop per la realizzazione dell’impianto”, ha assicurato nei giorni scorsi l’assessora ai rifiuti Sabrina Alfonsi. Secondo il progetto i pozzi sono previsti solo come sistema di “back-up”, da utilizzare in caso di emergenza.

Il cuore dell’approvvigionamento idrico del termovalorizzatore, ha chiarito, si baserà su altre fonti come la raccolta dell’acqua piovana, le acque reflue in uscita dal depuratore di Albano Laziale e la condensazione del vapore acqueo proveniente dai fumi delle caldaie.

L’AFFONDO DEL GOVERNATORE ROCCA: “IMPIANTO SOVRADIMENSIONATO”. E LA DIFESA DI ALFONSI: UNA BATTAGLIA DI NUMERI SUI RIFIUTI

Oltre allo stop ai pozzi della Regione, l’attacco politico più ampio si era concentrato nelle scorse settimane anche sulle dimensioni dell’impianto, che il Governatore Francesco Rocca aveva definito “decisamente sovradimensionato rispetto alle necessità”. Tanto da far lanciare l’allarme per un possibile disincentivo per la raccolta differenziata nella Capitale.

Ma anche qui era arrivata a stretto giro la replica dell’assessora Alfonsi, che aveva contestato il rischio di sovradimensionamento con una battaglia di numeri. Secondo i dati del Campidoglio, anche raggiungendo obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata, i rifiuti da smaltire supererebbero la capacità dell’impianto. “Persino con una differenziata al 70% – obiettivo che ci siamo dati al 2035 – senza una significativa riduzione dei rifiuti prodotti saremmo ancora a 680 mila tonnellate di indifferenziata, quindi oltre la capacità del termovalorizzatore”, aveva spiegato Alfonsi.

IL PROGETTO VA AVANTI

Il progetto prosegue quindi senza sosta e si appresta a dotare la Capitale dell’impianto tecnologicamente più avanzato d’Europa. Si tratterà di un’infrastruttura di nuova generazione, destinata a superare gli standard degli oltre 500 termovalorizzatori già attivi nel Continente (45 in Italia), chiudendo così, una volta per tutte, il ciclo dei rifiuti per l’intera provincia di Roma.

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