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GIORGIA MELONI

Meloni avvisa Bruxelles: “l’Italia non potrà sostenere la proposta di revisione della legge Ue sul clima così come è formulata ora”

La premier Giorgia Meloni è intervenuta in Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre. Parlando del settore automotive, ha affermato che adottare un approccio che preveda anche l’uso di biocarburanti sostenibili “significherebbe garantire la sopravvivenza del motore endotermico”

Legge europea sul clima, riduzione delle emissioni di carbonio e stop alle auto con motore endotermico. Tra i numerosi argomenti che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato durante le comunicazioni in Senato in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre, vi sono anche questi tre temi di stretta attualità, che più volte sono finito al centro del dibattito, sia in Italia che nei rapporti del nostro Paese con le istituzioni europee.

“Il Consiglio europeo – ha esordito Meloni – sarà l’occasione per affrontare una questione che io considero determinante per il futuro dell’Unione europea, ovvero la proposta di emendamento della Commissione europea alla legge europea per il clima, con la quale si intende fissare un nuovo obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni nette del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990, quale tappa intermedia verso l’obiettivo già previsto della neutralità climatica, ovvero del 100% di riduzione delle emissioni nel 2050”.

RIDUZIONE DELLE EMISSIONI E INDUSTRIA ITALIANA

“Voglio premettere – ha aggiunto Meloni – che l’Italia sostiene e continuerà a sostenere un ambizioso percorso di riduzione delle emissioni, un obiettivo che consideriamo importante per la nostra salute, per i nostri territori, per la nostra economia strategica, ma riteniamo che il modo migliore per non raggiungere questo obiettivo sia continuare a rincorrere un approccio ideologico e pertanto irragionevole, che impone obiettivi insostenibili e irraggiungibili, che producono danni al nostro tessuto economico e industriale, indeboliscono le nazioni europee e rischiano di compromettere definitivamente la credibilità stessa dell’Unione europea”.

MELONI: “L’ITALIA AL MOMENTO NON PUÒ SOSTENERE LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE DI MODIFICA DELLA LEGGE UE SUL CLIMA”

Secondo la premier, si tratta “prima di tutto di credibilità: come possiamo risultare credibili agli occhi dei nostri partner internazionali, degli investitori, se ci poniamo obiettivi inverosimili, perfino dannosi per chi volesse fare impresa in Europa e in Italia? Noi vogliamo abbandonare quell’approccio ideologico che ha caratterizzato la stagione del Green Deal per abbracciare un pragmatismo serio e ben ancorato al principio di neutralità tecnologica. Per questo, lo dico chiaramente, l’Italia non potrà sostenere la proposta della Commissione di revisione della legge sul clima europea così come è formulata ora, a maggior ragione se non sarà accompagnata da un vero e sostanziale cambio di approccio”.

MELONI: “SERVONO STRUMENTI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI SENZA COMPROMETTERE L’ECONOMIA EUROPEA”

Il cambio di approccio sulla proposta della Commissione europea di revisione della legge sul clima “deve sostanziarsi in tre ambiti principali, in cui le rinnovabili hanno un ruolo nello sviluppo, ma devono essere integrate in un sistema equilibrato, tecnologicamente attrezzato per contenere al massimo le emissioni. In primo luogo, un’eventuale modifica della legge clima europea che preveda un nuovo obiettivo intermedio al 2040 dovrà essere accompagnato da chiare e definite condizioni abilitanti, ovvero strumenti che consentano di raggiungere gli obiettivi senza compromettere irrimediabilmente l’economia europea, a vantaggio, peraltro di un numero sempre più alto di concorrenti strategici a livello globale che fanno salti di gioia di fronte alle follie verdi che ci siamo autoimposti e che vogliamo continuare ad autoimporci”.

“Mi riferisco – ha spiegato Meloni – in particolare alla possibilità di conteggiare sino almeno al 5% tanto degli obiettivi a livello Ue, tanto degli obiettivi nazionali, i cosiddetti crediti internazionali, ovvero quei progetti di cooperazione internazionale che l’Ue e gli Stati membri finanziano in Paesi terzi per ridurre le emissioni di carbonio. Anche considerato che le emissioni di carbonio Ue ammontano a circa il 6% delle emissioni globali, non è trascurabile il valore che ha, ai fini dell’obiettivo finale, favorire un’economia sostenibile nei Paesi in via di sviluppo. Ed è esattamente lo spirito del Piano Mattei e del focus che il Piano ha sui progetti ambientali.

L’IMPEGNO DELL’ITALIA IN AFRICA

“Ne sono un esempio, nell’ambito del sostegno italiano alla strategia internazionale di rafforzamento dell’accesso all’energia elettrica Mission 300, le iniziative che stiamo portando avanti in vari Paesi, come la Costa d’Avorio, la Repubblica Democratica del Congo, e le iniziative Ascent, in cofinanziamento con la Banca Mondiale in Tanzania e in Mozambico, a cui l’Italia contribuisce per espandere l’accesso all’energia elettrica da fonti rinnovabili in contesti remoti, nei quali la rete elettrica nazionale non risulta sostenibile.

Aggiungo anche la necessità di applicare la massima flessibilità nella contabilizzazione delle riduzioni delle emissioni ottenute da diversi sistemi di cattura del carbonio attualmente in uso, restando aperti alle nuove scoperte e alle nuove tecnologie che vengono man mano affinate in questo settore”.

MELONI: “L’USO DEI BIOCARBURANTI SOSTENIBILI PUÒ GARANTIRE LA SOPRAVVIVENZA DELLE AUTO A MOTORE ENDOTERMICO”

La presidente del Consiglio ha affrontato poi l’annoso tema dello stop alle auto con motore a combustione, spiegando che “la seconda condizione che poniamo è che questo cambio di approccio preveda una piena applicazione del principio della neutralità tecnologica a tutta la legislazione climatica Ue, partire da quella relativa al settore automobilistico, e a quello dell’industria pesante, dove esiste un limite tecnico alla transizione e bisogna ragionare anche in termini di integrazione energetica”.

“Lo ribadiamo – ha aggiunto -: non può esistere solo l’elettrificazione per il futuro dell’auto, tantomeno per quello del trasporto pesante o dell’industria, a partire dall’industria dell’acciaio, del vetro e del cemento. Dobbiamo, al contrario, restare aperti a tutte le soluzioni, come anche i biocarburanti sostenibili, che possono contribuire alla decarbonizzazione e che devono essere consentiti anche dopo il 2035”.

“Finalmente, anche grazie alla nostra insistenza su questo punto e alla nostra capacità di portare su queste posizioni altri importanti partner europei, registriamo una prima apertura da parte della presidente von der Leyen che, nella lettera sulla competitività inviata ai leader lunedì scorso in previsione del Consiglio, fa esplicito riferimento a questa possibilità.

Applicare questo principio significherebbe garantire la sopravvivenza del motore endotermico, alimentandolo con carburanti alternativi e sostenibili, e quindi salvare gran parte della nostra filiera dell’automotive e del gas, un obiettivo che ci siamo posti fin dall’inizio del nostro mandato e sul quale non intendiamo arretrare”, ha concluso la premier.

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