Si tratta sul nuovo Pef (Piano economico e finanziario) che Autostrade per l’Italia (Aspi) deve presentare per sbloccare gli investimenti futuri. Mit, Mef e Palazzo Chigi al lavoro
Nel nuovo Piano economico e finanziario di Autostrade per l’Italia sono previsti 29 miliardi di investimenti, un aumento dei pedaggi del 2,5% all’anno e una proroga della concessione di 8 anni. Ma a Palazzo Chigi si storce il naso su quest’ultima proposta.
COSA PREVEDE IL PEF
Dopo un confronto in cda, il nuovo ad di Autostrade per l’Italia Arrigo Giana ha messo a punto un piano che dovrà ricevere il via libera del Mit (Ministero per le Infrastrutture), del Mef e di Palazzo Chigi. Come riporta La Repubblica, il piano prevede circa 29 miliardi di investimenti entro la fine della concessione (al momento fissata al 2038) nei quali sarebbe incluso il passante di Bologna. Rimane, invece, qualche incertezza riguardo alla Gronda di Genova. Per limitare al 2,5% l’incremento annuale delle tariffe, sarà necessario chiedere alla Commissione Ue un allungamento della concessione di 8 anni. E anche introdurre un valore di subentro (la cifra che pagherà chi entrerà a fine concessione) pari a 1,6 volte il margine operativo lordo (Ebitda) ottenuto nel periodo.
L’AUMENTO DEI PEDAGGI
La settimana scorsa è arrivato il verdetto della Corte Costituzionale che ha dichiarato “illegittime” le disposizioni che per gli anni tra il 2020 e il 2023 hanno rinviato i termini per l’adeguamento dei pedaggi autostradali in attesa dell’aggiornamento del Pef. La Consulta ha accolto il ricorso presentato dal Consiglio di Stato che lamentava una lesione della libertà di impresa e di utilità sociale. Ora l’intenzione di Giana sarebbe quella di proporre una prima fase del Pef della durata di quattro anni in cui le tariffe salgano del 2,5% e, poi, un periodo successivo in cui le stesse potranno essere aumentate anche ben oltre questa soglia.
AL TAVOLO DEL MIT E MEF ANCHE LA GRONDA
Questo piano al momento vedrebbe allineati gli azionisti di Aspi (Cdp con il 51% e i due fondi infrastrutturali Blackstone e Macquarie con il restante 49%), mentre il Mit e il Mef dovrebbero prendere una posizione anche sul futuro della Gronda, un’opera da realizzarsi in 10 anni ma ferma. Una situazione denunciata anche dal sindacato dei lavoratori delle costruzioni, la Fillea Cgil, che a inizio ottobre aveva denunciato che l’opera è sparita dall’agenda di Governo. L’azienda Amplia, infatti, controllata da Aspi ha formalizzato ai sindacati di categoria il trasferimento di circa 100 edili impegnati nei due cantieri ‘zero’ della Gronda verso altri cantieri sul territorio nazionale.
PALAZZO CHIGI SCETTICO SU PROROGA CONCESSIONE
Se i due ministeri competenti saranno d’accordo, occorrerà discutere il tutto a Palazzo Chigi. Il capo di gabinetto, Gaetano Caputi, dai primi sondaggi, sembra però scettico sulla possibilità di ottenere dalla Ue una proroga della concessione, ritenendo che le pretese di remunerazione dei fondi siano troppo esose. Sul piatto ci sono diverse possibilità, tra cui l’uscita dei fondi o il richiamo delle concessioni.