I dazi Usa minacciano la principale fonte di entrate della Russia. Con l’aumento dei costi e la riduzione dei flussi finanziari, il Cremlino rischia di vedere svuotarsi le proprie casse
I nuovi dazi Usa sul petrolio russo potrebbero colpire duramente Mosca. Infatti, rappresentano un colpo diretto alla colonna portante delle entrate statali della Russia. Le sanzioni possono erodere la base finanziaria del Governo, ridurre la capacità di spesa, indebolire il rublo, aumentare il costo del credito, ridurre investimenti futuri e generare un impatto economico e geopolitico che va oltre il settore energetico. Le casse russe rischiano di svuotarsi. Molto dipenderà dalla reazione del Governo e degli altri attori in gioco.
DAZI, PERCHE’ LA RUSSIA RISCHIA GROSSO
Le nuove sanzioni americane sul petrolio russo sono un segnale forte e potrebbero avere “un impatto significativo” su Mosca, secondo diversi analisti. Infatti, i dazi rischiano di ridurre drasticamente i flussi finanziari legati al settore petrolifero, assestando un colpo mortale al bilancio russo.
Infatti, le entrate derivanti da petrolio e gas rappresentano una quota importante delle finanze pubbliche russe. Basti pensare che nei primi mesi del 2025 le esportazioni di fossili hanno coperto circa il 25-30 % del bilancio statale. Una riduzione dei ricavi renderebbe più complicato finanziare spesa pubblica, deficit e debito. Ma i possibili effetti dei dazi sull’economia russa non finiscono qui. Infatti, se le entrate si ridurranno sensibilmente, questo avrà ricadute macroeconomiche sulla valuta e sui settori energetici, con il rischio di innescare un effetto a catena.
QUANTO IMPATTERANNO LE SANZIONI?
L’efficacia delle sanzioni dipenderà da diversi fattori: la capacità della Russia di aggirare gli embarghi o trovare mercati alternativi, la reazione di altri Paesi consumatori o produttori e la stabilità dei prezzi globali del petrolio.
La Russia riuscirà a reagire con strumenti di mitigazione? È una delle domande principali. Per la riposta dovremo attendere, ma la strategia adottata da Mosca fino ad oggi può fornire indicazioni importanti. Le sanzioni statunitensi del gennaio 2025 hanno colpito numerose navi, società di servizi, trader e produttori russi. Per aggirarle, Mosca ha puntato sull’ormai celebre flotta ombra. Tuttavia, per sfuggire ai dazi le navi devono seguire rotte più lunghe rispetto a quelle tradizionali. Questo comporta costi maggiori e rischi più alti.
IL MERCATO DEL PETROLIO E’ IN ALLERTA
La seconda domanda centrale per il destino della Russia è: come reagiranno altri attori globali sul fronte energetico? Le sanzioni che colpiscono grandi produttori possono avere effetti anche sul mercato mondiale del petrolio. In primo luogo, possono ridurre l’offerta, facendo aumentare i prezzi. Inoltre, i dazi possono spingere diversi Paesi alla ricerca di fornitori alternativi.
Come se non bastasse, le sanzioni rivolte a grandi compagnie come Rosneft e Lukoil — che sono fra i pilastri dell’industria petrolifera russa — aumentano il potenziale impatto sistemico. Il mercato del petrolio ha già acceso un faro sui nuovi dazi Usa contro la Russia. I trader e gli osservatori monitorano gli sviluppi per capire quanto le restrizioni statunitensi possano alterare l’equilibrio globale dell’offerta energetica.


