Ecco cosa hanno chiesto le associazioni di settore nel corso delle audizioni al Senato sulle modifiche al Testo Unico delle Rinnovabili
Aste Fer II al più presto, niente titoli edilizi preventivi, definizioni più precise e autorizzazioni più rapide per gli impianti più piccoli. In parole povere: più chiarezza e semplificazioni. È quanto hanno chiesto le principali associazioni dell’energia rinnovabile al Governo nel corso delle audizioni al Senato sullo schema di decreto legislativo del Governo n. 332, che apporta importanti modifiche al Testo Unico delle Rinnovabili.
COSA NON VA NEL NUOVO TESTO UNICO DELLE RINNOVABILI
Il giudizio generale delle associazioni sulle modifiche al Testo Unico delle Rinnovabili è complessivamente positivo, ma lo schema di decreto legislativo sembra avere diversi punti deboli. Il primo riguarda le definizioni. Quasi tutte le associazioni hanno segnalato l’assenza della definizione ufficiale di “impianto agrivoltaico”.
Il Governo dovrebbe introdurre una definizione unica di “aree idonee” che includa anche le opere di connessione per ridurre i rischi di blocchi nel processo autorizzativo, secondo il presidente di Elettricità Futura, Giorgio Boneschi. Elettricità Futura propone anche di estendere la nozione di “cumulo” ai progetti su particelle catastali contigue e di ampliare la definizione di “infrastrutture indispensabili” anche agli articoli 8 e 9, al fine di rendere più snella la disciplina degli espropri. Rimanendo in tema, il presidente di Federazione Anie, Michelangelo Lafronza, ha proposto che il decreto di esproprio venga emanato entro sei mesi dal termine della procedura VAS. Lafronza ha anche insistito sulla compatibilità ambientale come interesse prevalente nelle aree idonee, chiedendo al tempo stesso di bilanciare gli altri interessi nelle aree diverse. In caso di pareri discordi, chiede di convocare la Conferenza dei Servizi senza introdurre ulteriori passaggi con le Regioni, già coinvolte nelle valutazioni. Infine, ha chiesto di elevare a 30 MW la soglia di competenza statale per la Via dei fotovoltaici, equiparandola a quella di eolico e idroelettrico.
SOLARE: NO AL TITOLO EDILIZIO E PROCEDURE PIU’ RAPIDE
La parola d’ordine del nuovo Testo Unico delle Rinnovabili deve essere semplificazione, secondo le associazioni di settore. Il procedimento unico resta lo strumento chiave per la sintesi degli interessi e la definizione dei progetti. Spostare parte delle attività, come la richiesta di titoli edilizi o l’uso del suolo pubblico, prima dell’autorizzazione unica rischia di creare incertezze e ritardi, secondo Dario Davanzo, portavoce di Alleanza per il Fotovoltaico.
Lo stesso correttivo che estende l’obbligo di titolo edilizio a tutte le opere collegate agli impianti fotovoltaici genera confusione e rallentamenti, secondo Italia Solare. Il responsabile Affari Istituzionali, Luciano Barra, ha chiesto che l’obbligo venga eliminato o almeno proporzionato alla portata dei lavori. Serve, aggiunge, un miglior coordinamento delle norme sulle concessioni di superfici pubbliche.
Anche il presidente di Energia Libera, Alessandro Bianco, ha chiesto di eliminare il titolo edilizio preliminare alla PAS, di snellire ulteriormente le procedure nelle aree idonee e di permettere il calcolo delle compensazioni economiche anche a posteriori, per garantire maggiore certezza agli operatori. Attilio Piattelli, del Coordinamento FREE, ha invitato invece a concentrarsi sulle semplificazioni per i piccoli impianti, in particolare quelli sui tetti, per evitare la paralisi degli uffici amministrativi. Propone di istituire una struttura di supporto nazionale, come il GSE, e chiede regole più chiare che impediscano alle Regioni di imporre ulteriori vincoli.
RINNOVABILI, EOLICO: ACCELERAZIONE FER II E NO AI TITOLI EDILIZI
La contrarietà all’obbligo di titoli edilizi preventivi accomuna le filiere del fotovoltaico e dell’eolico. Il coordinatore normativo di Anev, Marco Mazzi, ha proposto di estendere la validità dei titoli autorizzativi all’intero ciclo di vita dell’impianto eolico. Inoltre, ha chiesto un chiarimento sulla dichiarazione di pubblica utilità, che deve restare condizione preliminare per gli espropri. Anev ha suggerito anche l’introduzione di termini come “volumetria di servizio” e “area occupata” e la trasmissione dei modelli semplificati tramite la piattaforma SUAR cinque giorni prima dell’entrata in esercizio.
Il Governo deve impegnarsi a far partire le aste Fer II entro il 2026, secondo il presidente di AERO, Fulvio Mamone Capria. Il numero uno dell’associazione ha sollevato anche la questione delle concessioni demaniali per i progetti offshore già avviati, chiedendo di evitare ulteriori pareri da parte delle Regioni nelle autorizzazioni statali. Un altro nodo importante riguarda i criteri per le compensazioni economiche legate all’eolico offshore, secondo AERO.
IDROELETTRICO A SECCO
Sono molti gli impianti idroelettrici ancora dismessi. Il direttore generale di Assoidroelettrica, Paolo Taglioli, ha chiesto di consentire la riattivazione degli impianti anche nelle aree tutelate, riconoscendone il ruolo ambientale e paesaggistico. Al tempo stesso, ha proposto di estendere la PAS agli impianti fino a 500 kW già dotati di concessione idrica, molti dei quali oggi restano bloccati da costi elevati e iter complessi.


