Skip to content
CO2

Cattura CO2, Berlino avverte: “Senza un Piano Ue, la competitività è a rischio”

Il think tank Epico lancia un monito: gli approcci nazionali frammentari renderanno la tecnologia troppo costosa. La proposta è una rete di condutture transfrontaliere per collegare i poli industriali ai siti di stoccaggio offshore. Cruciale l’integrazione con il mercato ETS e la cooperazione con partner chiave come Norvegia e Regno Unito.

L’Europa deve muoversi unita se vuole che la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica diventino strumenti efficaci per la decarbonizzazione industriale. È il messaggio principale del think tank berlinese Epico KlimaInnovation, che nel suo nuovo documento strategico – riportato dal quotidiano Handelsblatt – avverte dei rischi economici e politici di un approccio nazionale. Secondo Epico, solo un’infrastruttura integrata e un quadro normativo comune a livello europeo potranno rendere la tecnologia CCS (Carbon Capture and Storage) e quella CCU (Carbon Capture and Utilization) strumenti realmente competitivi per ridurre le emissioni nei settori industriali più energivori.

UN PROGETTO COMUNE PER LE INFRASTRUTTURE DEL FUTURO

Mentre il parlamento tedesco discuteva la riforma della legge sulla cattura e sul trasporto di CO2, Epico (pensatoio focalizzato sulle politiche climatiche con sede a Berlino e succursale a Bruxelles) ha proposto una visione più ampia: un grande progetto europeo per collegare con condutture transfrontaliere i poli industriali dell’entroterra ai terminali costieri e ai futuri siti di stoccaggio offshore. “Senza un coordinamento europeo, la CCS rimarrà frammentaria e costosa, a scapito della competitività dell’industria”, ha dichiarato Bernd Weber, direttore generale del think tank.

Il documento, che vuole contribuire alla prossima proposta normativa della Commissione europea sul trasporto di CO2 prevista per il 2026, suggerisce di armonizzare procedure di autorizzazione e standard di responsabilità. L’obiettivo è garantire un’infrastruttura transfrontaliera solida, aperta anche alla cooperazione con paesi non membri dell’UE ma centrali nel settore, come la Norvegia e il Regno Unito.

LIMITI NAZIONALI E POTENZIALITÀ DEL MARE DEL NORD

La Germania, che ha inserito CCS e CCU tra gli strumenti di riduzione delle emissioni, dovrà affrontare vincoli interni significativi. La nuova normativa consentirà ai Länder di autorizzare lo stoccaggio sul proprio territorio, ma l’opposizione locale e la scarsa disponibilità di aree idonee ne limitano il potenziale. È invece stato dato il via libera allo stoccaggio sotto il fondo marino della piattaforma continentale e della zona economica esclusiva, escludendo tuttavia le aree protette. Secondo l’esperto ambientale Fabian Liss, di Bellona Deutschland, le capacità nazionali rimarranno “una risorsa limitata”, da integrare con esportazioni di CO2 verso altri paesi europei.

In quest’ottica, Epico richiama l’attenzione sulle opportunità offerte dal Mare del Nord. Norvegia, Regno Unito, Danimarca e Paesi Bassi vantano infatti una lunga esperienza nello stoccaggio offshore e nell’esplorazione dei fondali, rappresentando potenziali hub per la CO2 europea.

L’INTEGRAZIONE CON IL SISTEMA ETS

Un altro elemento chiave è l’allineamento tra la cattura del carbonio e il sistema europeo di scambio delle quote di emissione (ETS). Secondo Epico, gli incentivi economici per le imprese dipendono dalla possibilità di compensare la CO2 immagazzinata con i propri obblighi di riduzione previsti dall’ETS. Attualmente, tuttavia, non esiste un collegamento tra i sistemi di scambio dell’UE e del Regno Unito, il che impedisce di riconoscere lo stoccaggio oltre confine anche quando è verificabile e permanente.

Il Regno Unito, che dispone di un potenziale di stoccaggio pari a un terzo di quello europeo, resta quindi escluso da una cooperazione pienamente operativa. Al contrario, la Norvegia – pur non appartenendo all’UE – partecipa al sistema ETS in quanto membro dello Spazio economico europeo, offrendo un esempio concreto di integrazione funzionale.
Per Epico, un riconoscimento reciproco dello stoccaggio transfrontaliero e una regolamentazione europea armonizzata saranno essenziali per costruire un mercato efficiente del carbonio e assicurare all’industria europea un futuro competitivo e a basse emissioni.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su