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Fisco, stangata sui carburanti: Italia regina delle tasse sul gasolio in Europa

Nonostante il primato fiscale, a ottobre i prezzi alla pompa registrano un calo generalizzato. Scende a doppia cifra il costo del greggio importato, ma si contraggono anche i consumi petroliferi e il mercato dell’auto.

L’Italia si conferma il paese dell’Unione Europea con la maggiore pressione fiscale sul gasolio e si posiziona al quinto posto per le tasse sulla benzina, preceduta solo dalla Finlandia. A rivelarlo sono gli ultimi dati diffusi da Unem, l’associazione che rappresenta le principali aziende energetiche e della mobilità, che tracciano un quadro complesso del settore energetico nazionale nei primi mesi del 2025. Nonostante il peso del fisco, per i consumatori arrivano buone notizie dal fronte dei prezzi, che mostrano un’inversione di tendenza.

PREZZI IN CALO ALLA POMPA

Ad ottobre 2025, il prezzo medio della benzina si è attestato a 1,699 €/litro, con una diminuzione di 5,1 centesimi rispetto a un anno fa. Un calo più contenuto ha interessato il gasolio, sceso a 1,625 €/litro (-0,5 centesimi), e il GPL, che ha raggiunto 0,696 €/litro (-2,9 centesimi). Questo andamento virtuoso è confermato anche dallo “stacco Italia”, l’indicatore che confronta i prezzi italiani con la media europea, risultato ampiamente negativo nei primi dieci mesi dell’anno (-2,5 centesimi).

CROLLA IL COSTO DEL PETROLIO, MA I CONSUMI FRENANO

La principale causa della discesa dei listini è il crollo del costo di approvvigionamento del greggio. Nei primi nove mesi del 2025, il prezzo in euro è diminuito del 17,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, segnando l’ottavo mese consecutivo di ribasso. Il calo, valutato in dollari, sarebbe stato leggermente inferiore (-14,7%), mitigato da un rafforzamento dell’euro.

Parallelamente, i dati provvisori indicano una contrazione dei consumi petroliferi totali del 3,1%. In controtendenza si muovono la benzina (+3,8%) e il carburante per aerei (+2,4%), mentre risultano in forte calo i consumi per la petrolchimica, i bunker e quelli interni alle raffinerie. Le vendite totali di carburante (benzina, gasolio e GPL) registrano una lieve flessione (-0,3%), penalizzate dalla performance negativa del gasolio, ma restano superiori ai livelli pre-pandemia (+2,5% rispetto al 2019).

DINAMICHE INDUSTRIALI E COMMERCIALI

Sul fronte industriale, le lavorazioni delle raffinerie italiane, pur riducendosi dello 0,5% nei primi nove mesi, mostrano segnali di recupero negli ultimi mesi, con un tasso di utilizzo degli impianti risalito al 71,9%.

Drastico il cambiamento nel commercio con l’estero: le importazioni di semilavorati sono crollate del 70% nei primi otto mesi, un segnale di un possibile cambiamento strutturale nel settore. Più contenuto il calo delle importazioni di prodotti finiti (-4,2%), mentre le esportazioni si mantengono stabili (+0,2%) grazie a un recupero nei mesi estivi, trainate dalla virgin nafta e dall’olio combustibile.

IMPORTAZIONI DI GREGGIO E MERCATO AUTO

Nei primi otto mesi del 2025, l’Italia ha aumentato le sue importazioni di greggio del 2,5%, raggiungendo 43,3 milioni di tonnellate e diversificando le fonti di approvvigionamento da ben 31 paesi. La Libia si conferma il nostro primo fornitore, seguita da Azerbaigian e Kazakistan. A completare il quadro economico, emerge la debolezza del mercato automobilistico: le immatricolazioni nei primi dieci mesi sono diminuite del 3% rispetto al 2024 e crollano del 20,2% se confrontate con il periodo pre-covid, segnalando una difficoltà persistente nel settore.

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