Gestito dal CREA, lo strumento mira a contrastare il greenwashing e a valorizzare la gestione sostenibile. I crediti generati non saranno utilizzabili nel mercato obbligatorio europeo ETS.
L’Italia mette un punto fermo nella lotta al cambiamento climatico e al greenwashing, dando vita a un mercato nazionale regolamentato per i crediti di carbonio. Con un decreto firmato dai ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, vengono approvate le linee guida per l’istituzione del “Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agricolo e forestale”. Questo nuovo strumento, la cui gestione è affidata al CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), ha l’obiettivo di valorizzare economicamente le pratiche sostenibili che permettono a boschi e suoli di assorbire CO2 dall’atmosfera.
UN MERCATO IN CRESCITA MA FINORA SENZA REGOLE
L’iniziativa governativa interviene per regolamentare un settore in forte espansione ma finora privo di un quadro normativo nazionale. Negli ultimi anni, il mercato volontario dei crediti di carbonio in Italia ha visto un’impennata di volumi e prezzi, passando da 12 euro a tonnellata di CO2 nel 2020 fino a 28 euro nel 2022. Questa assenza di regole ha però esposto il sistema a rischi di speculazione e a dubbie operazioni di greenwashing, spesso legate a crediti di scarsa affidabilità ambientale generati in Paesi terzi. L’istituzione di un registro pubblico e di criteri di certificazione chiari mira a garantire la disponibilità di titoli di elevata integrità ambientale, promuovendo investimenti in progetti realizzati sul territorio nazionale.
COME FUNZIONERÀ IL REGISTRO PUBBLICO
Il registro, gestito dal CREA, si configurerà come una piattaforma online ad accesso pubblico, articolata in due sezioni: “Agricola” e “Forestale”. In questa prima fase, il decreto attiva la sola sezione dedicata alle foreste. Il sistema garantirà la massima trasparenza e coerenza delle informazioni, interagendo con altre banche dati nazionali come il SIAN (Sistema informativo agricolo nazionale) e il registro dei serbatoi di carbonio gestito dall’ISPRA, assicurando anche la georeferenziazione dei progetti. Il CREA sarà responsabile della verifica dei progetti, del rilascio della conformità dei crediti e del monitoraggio delle transazioni.
CREDITI CERTIFICATI: I CRITERI DI QUALITÀ
Per essere iscritti nel registro e quindi commercializzati, i crediti di carbonio dovranno rispettare requisiti rigorosi. Un credito equivale a una tonnellata di CO2 assorbita e deve essere generato da un progetto che dimostri:
Addizionalità: le pratiche adottate devono andare oltre gli obblighi di legge e la gestione ordinaria, generando un assorbimento di carbonio aggiuntivo.
Permanenza: gli impegni devono essere mantenuti per un lungo periodo, non inferiore a 20 anni per i progetti forestali e a 35 anni per i prodotti legnosi di lunga durata.
Sostenibilità: il progetto deve avere un impatto neutro o positivo sulla biodiversità, sulla risorsa idrica e sugli ecosistemi.
Certificazione: ogni progetto deve essere verificato e validato da un organismo di certificazione esterno e indipendente, accreditato da ACCREDIA.
LE ATTIVITÀ FORESTALI AMMESSE
Le linee guida definiscono con precisione le attività che possono generare crediti di carbonio. Tra queste rientrano i miglioramenti nella gestione forestale sostenibile (ad esempio la conversione da ceduo ad alto fusto), i rimboschimenti e gli imboschimenti con specie autoctone, la creazione di sistemi di arboricoltura da legno e agroforestali. Un capitolo importante è dedicato ai prodotti legnosi di lunga durata, come quelli utilizzati nella bioedilizia, che stoccano carbonio per decenni. I crediti così generati, una volta venduti, esauriranno il loro valore e non potranno essere rivenduti a terzi.
CHI PUÒ COMPRARE E A QUALI CONDIZIONI
Il decreto chiarisce che i crediti iscritti nel registro nazionale potranno essere utilizzati esclusivamente nel mercato volontario. È escluso il loro impiego nei mercati obbligatori come l’EU ETS (il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE) e il CORSIA (per il settore aereo). Inoltre, le aziende che intendono acquistare crediti per compensare le proprie emissioni dovranno prima dimostrare di aver messo in atto un coerente sistema di gestione e riduzione delle stesse, secondo un approccio che prevede, in ordine, di misurare, evitare, ridurre e solo infine compensare le emissioni residue.


