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Gas, riserve Ue crollano sotto l’80% per il gelo: prelievi record e Italia in controtendenza

I dati Gie certificano un calo drastico degli stoccaggi a causa dell’ondata di freddo di metà novembre. Gap di 10 punti sulla media quinquennale, ma gli afflussi di Gnl toccano i massimi storici. Al momento, inoltre, le quotazioni al Ttf di Amsterdam si sono attestate sotto i 30 euro al MWh (29,4 euro)

Un’ondata di freddo precoce e intensa ha imposto una drastica accelerazione ai consumi energetici del Vecchio Continente, erodendo le scorte di sicurezza accumulate per l’inverno. Le riserve di gas negli impianti di stoccaggio sotterraneo in Europa sono scivolate al di sotto della soglia psicologica e tecnica dell’80%, complici temperature rigide che hanno spinto i prelievi su livelli record per il periodo, sfiorando i massimi storici mensili. I dati ufficiali, aggiornati al 21 novembre e diffusi da Gas Infrastructure Europe (GIE), fotografano una situazione di stress per il sistema energetico comunitario, costretto a intaccare le riserve ben prima e con maggior intensità rispetto alle previsioni stagionali.

IL DIVARIO CON GLI ANNI PRECEDENTI E I VOLUMI ATTUALI

L’analisi dei numeri forniti dal GIE evidenzia un quadro in netto peggioramento rispetto al recente passato. Attualmente, gli impianti europei risultano pieni al 79,1%, un dato che segna una flessione di quasi 10 punti percentuali rispetto alla media registrata alla stessa data negli ultimi cinque anni. Il confronto con l’anno precedente è ancor più impietoso: dodici mesi fa, il livello di riempimento si attestava all’88,3%. In termini assoluti, i volumi di gas ancora disponibili nei depositi ammontano a 87,4 miliardi di metri cubi (bmc). Nella sola giornata del 21 novembre, i prelievi complessivi nei Paesi dell’Unione Europea hanno toccato quota 666 milioni di metri cubi.

LE DINAMICHE DELLA STAGIONE TERMICA E IL BILANCIO DEI PRELIEVI

Dall’avvio ufficiale della stagione di riscaldamento, fissato convenzionalmente al 13 ottobre, gli Stati membri hanno attinto pesantemente alle riserve, estraendo circa 7,5 miliardi di metri cubi di materia prima. Il prelievo netto, calcolato sottraendo le immissioni residue, si attesta intorno ai 4,4 miliardi di metri cubi. Tale dinamica si scontra con le direttive della Commissione Europea, che richiede agli Stati di garantire un livello di riempimento del 90% nella finestra temporale tra il 1° ottobre e il 1° dicembre. Sebbene Bruxelles conceda una flessibilità del 10% per far fronte a difficoltà di approvvigionamento, i dati mostrano un gap iniziale: l’iniezione netta all’inizio del periodo autunno-inverno è stata di soli 54,7 miliardi di metri cubi, contro i 61 miliardi necessari per soddisfare pienamente gli standard di sicurezza previsti per mitigare rischi di interruzioni o picchi di freddo eccezionale.

PREVISIONI METEO, PREZZI E CONTRIBUTO DELLE RINNOVABILI

Il mercato guarda ora con attenzione all’evoluzione meteorologica e al mix energetico. Sebbene per la settimana corrente si preveda un leggero rialzo termico rispetto ai sette giorni precedenti, i modelli indicano un possibile nuovo abbassamento delle temperature entro il fine settimana. Sul fronte della generazione elettrica, la quota dell’eolico si è mantenuta su livelli discreti, con una media del 21% a ottobre scesa al 19% a novembre. I prezzi del gas riflettono la tensione tra domanda e offerta, con una media di 384 dollari per 1.000 metri cubi registrata a ottobre e un leggero calo a circa 374 dollari nel mese di novembre. Al momento, tuttavia, le quotazioni al Ttf di Amsterdam si sono attestate sotto i 30 euro al MWh (29,4 euro)

IL RECORD DEL GNL E LA CAPACITÀ DI RIGASSIFICAZIONE

A controbilanciare la rapida erosione degli stoccaggi interviene il flusso massiccio di Gas Naturale Liquefatto (GNL). L’Europa ha stabilito un record storico di importazioni per il mese di ottobre e i dati preliminari suggeriscono che novembre potrebbe segnare un nuovo primato. Complessivamente, durante la stagione estiva di riempimento (aprile-ottobre), l’UE ha acquistato la cifra record di 82,5 miliardi di metri cubi di GNL. Attualmente, l’infrastruttura di ricezione regge bene l’impatto, con gli impianti di rigassificazione che operano al 53% della loro capacità totale, lasciando ampi margini di manovra per eventuali ulteriori incrementi dell’import.

LA TENUTA DEL SISTEMA ITALIANO IN CONTROTENDENZA

In questo scenario complesso, l’Italia mostra una resilienza superiore alla media continentale. Mentre il 20 novembre gli impianti europei segnavano un riempimento dell’81,17% (-8,9 punti percentuali rispetto alla media quinquennale e dal 90,3% dell’anno precedente), il sistema italiano registrava nello stesso giorno un livello del 91,56%. Nonostante i prelievi massicci abbiano intaccato anche le riserve nazionali nei giorni successivi, portando il dato all’89,97% oggi, Roma mantiene livelli di sicurezza significativamente più alti rispetto ai partner comunitari.

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