Il Mimit risponde in Aula: ogni intervento straordinario sugli asset strategici dipenderà dagli esiti dell’istruttoria sul sito marchigiano. Forza Italia: “Operazione positiva ma servono garanzie su occupazione e sicurezza energetica”.
Ogni valutazione sull’eventuale esercizio dei poteri speciali dello Stato, il cosiddetto Golden Power, in merito alla potenziale cessione di quote di Italiana Petroli (IP) alla società statale azera Socar, resta subordinata alla definizione del quadro ambientale della raffineria di Falconara Marittima. È questa la posizione espressa dal Governo, che lega a doppio filo il futuro assetto proprietario di uno dei principali player energetici nazionali con la risoluzione delle criticità ecologiche e giudiziarie che interessano l’impianto marchigiano. La linea dell’Esecutivo emerge chiaramente dalla risposta fornita dal Vice Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini alla Camera dei Deputati.
L’INTERROGAZIONE E IL QUADRO ISTRUTTORIO DEL MASE
La questione è stata sollevata attraverso un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Luca Squeri (FI-PPE), volta a chiarire gli intendimenti dell’Esecutivo sulla protezione degli asset strategici nazionali. Nella sua replica, Valentini ha richiamato l’attenzione sulle attività in corso presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). La raffineria di Falconara, situata all’interno di un Sito di Interesse Nazionale (SIN) perimetrato sin dal 2003, è attualmente oggetto di una complessa istruttoria tecnica.
Il procedimento ha subito un’accelerazione a seguito di una comunicazione della Procura della Repubblica di Ancona riguardante un procedimento penale a carico dei vertici aziendali. Dal gennaio 2023, il Ministero ha avviato il riesame dei decreti di approvazione dei progetti di messa in sicurezza operativa (MISO), imponendo all’azienda l’adozione immediata di misure di emergenza, reiterate nel maggio dello stesso anno. Attualmente, il MASE sta acquisendo i pareri di organi tecnici quali ISPRA, ARPA, Istituto Superiore di Sanità e INAIL per valutare i profili sanitari e ambientali delle attività e le proposte di aggiornamento progettuale. Solo a fronte di un quadro chiaro sulle bonifiche e sulle responsabilità ambientali, il Governo valuterà il ricorso agli strumenti di salvaguardia.
L’ANALISI DI FORZA ITALIA: UN PARTNER STRATEGICO PER IL PAESE
Nel dirsi soddisfatto della risposta che approfondisce il tema cruciale della sicurezza ambientale, l’onorevole Squeri ha offerto un’analisi di ampio respiro sullo scenario energetico. Pur avendo sollecitato l’attenzione dell’Esecutivo sulla vendita di asset strategici a Stati esteri subito dopo la notizia del contratto preliminare tra il Gruppo API e Socar, il deputato azzurro ha definito l’operazione una “notizia positiva”.
Tale giudizio nasce dal confronto con il progressivo disimpegno dall’Italia di major internazionali come Esso, Total e Shell (quest’ultima rientrata ma con dimensioni ridotte). Al contrario, l’ingresso di una compagnia strutturata come Socar, appartenente a uno Stato con cui l’Italia intrattiene ottimi rapporti diplomatici, viene letto come un elemento di garanzia per la tenuta del sistema.
GARANZIE OCCUPAZIONALI E SICUREZZA DEGLI APPROVVIGIONAMENTI
Nonostante l’apertura verso l’investitore azero, Squeri ha ribadito la necessità che lo Stato mantenga alta la guardia su un passaggio di proprietà che impatta sulla struttura sistemica del Paese. IP rappresenta infatti la rete più estesa sul territorio, con oltre 4.000 impianti, due raffinerie e numerosi depositi logistici.
Le preoccupazioni si concentrano sui livelli occupazionali, non solo dei dipendenti diretti dell’azienda, ma anche della vasta platea di gestori degli impianti di distribuzione. Il richiamo al Governo è dunque netto: utilizzare il percorso del Golden Power non per bloccare l’operazione, ma per assicurare che il cambio di proprietà non comprometta la sicurezza energetica nazionale e la continuità della filiera, evocando il precedente della cessione della raffineria Saras in Sardegna. L’obiettivo rimane quello di garantire risposte ai milioni di automobilisti che dipendono quotidianamente dai prodotti di questa infrastruttura strategica.


