Il pericolo è che la decisione dell’Ue possa incoraggiare i produttori a continuare ad investire in motori a combustione o ibridi plug-in, anziché recuperare terreno rispetto alla Cina sulle auto esclusivamente elettriche
La Germania canta vittoria per le sue case automobilistiche, dopo che la Commissione europea ha revocato il divieto sui motori a combustione interna previsto per il 2035. La modifica, però, darà ai produttori cinesi il tempo di fare ancora più progressi, in Europa e nei mercati emergenti.
IL PASSO INDIETRO DELL’UE SULLE AUTO TERMICHE
Come ricorda Politico, martedì scorso l’esecutivo Ue ha dichiarato che il pacchetto automobilistico presentato si colloca a metà strada tra il mantenimento di una posizione forte sul clima e il sostegno al settore europeo a restare competitivi a livello globale. Secondo i politici e gli analisti di sinistra, però, la misura non fa nulla del genere.
“Il pacchetto non risolve nessuno dei problemi strutturali delle case automobilistiche europee, né in Europa né a livello globale. Esiste un divario tecnologico tra le case automobilistiche europee e quelle cinesi, e il pacchetto non fa alcuno balzo in avanti su nessuno di questi fronti”, ha commentato Nils Redeker, co-direttore del Jacques Delors Centre.
I PROBLEMI DEL SETTORE AUTO EUROPEO
L’industria europea si trova ad affrontare una serie di problemi, tra cui l’esclusione dal mercato cinese – poiché i consumatori si rivolgono a marchi nazionali che offrono auto elettriche migliori -, vendite lente in patria e una guerra commerciale transatlantica per gentile concessione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
La Commissione Ue ha abbassato l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2035 dal 100% rispetto ai livelli del 2021 al 90%, affermando che il restante 10% dovrà essere compensato da investimenti in acciaio verde e combustibili alternativi.
LA QUESTIONE DEI VEICOLI IBRIDI PLUG-IN
Una delle richieste più importanti del settore è stata quella di continuare a produrre oltre il 2035 auto ibride plug-in, dotate sia di un motore elettrico che di un motore a combustione tradizionale. Bruxelles ha acconsentito, permettendo i veicoli ibridi, i motori a combustione pura e i veicoli dotati di extender (piccoli motori a combustione che aumentano l’autonomia delle batterie).
Il pericolo è che questo possa incoraggiare i produttori a continuare ad investire in motori a combustione o ibridi plug-in, anziché recuperare terreno rispetto alla Cina sulle auto esclusivamente elettriche. “Questo danneggerebbe la competitività europea e, fondamentalmente, aiuterebbe la Cina a progredire più velocemente”, ha affermato Redeker.
LE AUTO IBRIDE PLUG-IN CINESI RISCUOTONO SUCCESSO ANCHE IN EUROPA
Lo scorso anno la Commissione europea ha imposto nuovi dazi sulle auto elettriche “Made in China” ma, anziché escludere le case automobilistiche dal mercato europeo, i marchi cinesi stanno aggirando i dazi immettendo sul mercato le ibride plug-in, molto apprezzati dai consumatori europei.
Secondo i dati di Schmidt Automotive, tre dei 15 modelli plug-in più venduti quest’anno sono marchi cinesi. La lobby automobilistica ACEA ha rivelato che nei primi 10 mesi dell’anno le vendite di vetture ibride plug-in sono aumentate del 43,2% su base annua.
LA CINA PUNTA FORTISSIMO SULLE AUTO ELETTRICHE
Sebbene il pacchetto automobilistico si concentri su ciò che può essere prodotto in Europa, i produttori del Vecchio continente sono aziende globali che devono competere ovunque. La Cina un tempo è stata una miniera d’oro per le case automobilistiche tedesche, sovvenzionando i maggiori costi del lavoro in patria per oltre due decenni. Negli ultimi cinque anni, però, le case cinesi sono passate ai veicoli completamente elettrici grazie alle politiche governative, e i consumatori stanno seguendo l’esempio. Oltre il 50% delle vendite di auto in Cina oggi è elettrico.
Secondo un nuovo rapporto del think tank energetico Ember, nei primi 10 mesi del 2025 i veicoli elettrici hanno rappresentato un quarto delle vendite globali di auto, con un forte aumento rispetto al 3% del 2019.
I NUOVI MERCATI DELL’ELETTRICO
Il passaggio all’elettrico è in corso anche nei mercati emergenti con un potenziale di vendita significativo, come l’America Latina e il Sud-est asiatico. Vietnam e Singapore registrano vendite di veicoli elettrici superiori a quelle dell’UE. Nel 2021, la quota di veicoli elettrici del Vietnam era inferiore all’1%. Oggi, secondo il rapporto, è quasi del 40%.
“I mercati emergenti rappresentano un premio enorme che l’Europa non può permettersi di lasciarsi sfuggire”, ha affermato Chris Heron, segretario generale dell’associazione di categoria E-Mobility Europe, chje ha aggiunto: “gli operatori cinesi stanno guadagnando terreno ogni giorno in Sudamerica e nel Sud-est asiatico. La strada a lungo termine per l’Europa per competere dev’essere quella delle auto elettriche”.


