Operazione fattibile, ma oltre il 2022, “la prospettiva di mantenere la riduzione, e anzi di spingere verso il basso l’importazione di gas russo, potrebbe essere ancora più impegnativa sul lato dell’offerta nel 2023 e 2024”
L’8 marzo scorso la Commissione europea ha pubblicato lo schema di un piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, a cominciare dal gas, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.
QUANTO IMPORTA L’UE DALLA RUSSIA
Le importazioni di gas europee dalla Russia nel 2021 (sia tramite gasdotti, sia tramite Gnl) sono state pari a 155 miliardi di metri cubi ma secondo Bruxelles entro la fine di quest’anno potrebbero essere ridotte di due terzi, vale a dire di 101,5 miliardi di metri cubi. Contemporaneamente ogni paesi entro il 1 ottobre dovrà garantire un riempimento dei propri stoccaggi pari al 90% della capacità.
COSA PREVEDE IL PIANO EUROPEO
Ma come si realizzerà il piano nel concreto? Il piano (RePower Eu, ndr) prevede un aumento della fornitura di gas non russo di 63,5 miliardi di metri cubi attraverso una combinazione di ulteriori importazioni di Gnl e gasdotti non russi e un aumento della produzione di biometano. Questo aumento dell’offerta va poi integrato con una riduzione di 38 miliardi di metri cubi della domanda di gas nell’Ue, da raggiungere attraverso una combinazione di produzione di energia eolica e solare su larga scala, produzione di energia solare sui tetti, pompe di calore e “risparmio energetico a livello europeo”.
IL PIANO È REALIZZABILE?
La domanda sorge spontanea: È un piano realizzabile? A rispondere al quesito ci ha pensato un’analisi dell’Oxford Institute for energy Studies (Oies) secondo cui alcune parti della proposta sono realizzabile, altre invece più ambiziose. Vediamo quali.
I primi tre punti della strategie europea (più importazioni non russe di GNL, più importazioni non russe via gasdotto, e più produzione di biometano) mirano ad aumentare la fornitura di gas non russo di 63,5 miliardi di metri cubi. Le altre quattro fasi (risparmio energetico in tutta l’UE, solare sui tetti, pompe di calore e riduzione della domanda di gas nel settore ) mirano a ridurre la domanda totale di gas di 38 miliardi di metri cubi.
AUMENTARE LE IMPORTAZIONI DI GAS NATURALE LIQUEFATTO DI 50 MLD DI MC
Le importazioni Ue di Gnl nel gennaio-febbraio 2022 erano già poco più di 10 mld di mc in più rispetto all’anno precedente. “Per mantenere questo aumento, tutta la capacità al di fuori dell’Iberia e di Malta dovrebbe essere utilizzata, insieme alle importazioni di Gnl nel Regno Unito che verrebbe rigassificato e riesportato via gasdotto in Belgio e nei Paesi Bassi”, osserva l’analisi Oies. Sul lato lato offerta, se a livello globale quest’ultima dovesse riprendersi nel 2022 dalle interruzioni temporanee, “la forte crescita dell’offerta significherebbe che potenzialmente il gas liquefatto potrebbe essere disponibile. Tuttavia, un volume significativo di Gnl dovrebbe essere dirottato da altri mercati, in particolare dall’Asia. Pertanto, anche se i prezzi europei rimanesseri abbastanza alti da attirare i carichi, sarebbe necessario ridurre delle importazioni di GNL in molti mercati asiatici, compresa la Cina, che potrebbero non essere realizzate”.
DAI GASDOTTI ALTRI 10 MLD
Una combinazione di importazioni dall’Azerbaijan (via TAP), dal Nord Africa (principalmente dall’Algeria) e dalla Norvegia ai livelli degli ultimi mesi, non bloccata da interruzioni non pianificate e sostenuta dal rinvio o dalla limitazione dei lavori di manutenzione, potrebbe fornire all’Ue altri 10 miliardi di metri cubi di gasdotto, e i prezzi elevati sostenuti motiveranno certamente tali forniture.
AUMENTARE LA PRODUZIONE DI BIOMETANO DI 3,5 MLD DI MC
La scala di aumento annuale (120 per cento) nella produzione di biometano necessaria per raggiungere questo obiettivo “è scoraggiante, anche se il piccolo volume di produzione nel 2021 significa che la crescita da una base bassa è più facile che una crescita ad alta percentuale da un volume già grande”.
RISPARMIO ENERGETICO, SOLARE SUI TETTI E POMPE DI CALORE PER RIDURRE LA DOMANDA DI GAS DI 18 MLD DI MC
La capacità aggiuntiva del solare sui tetti e delle pompe di calore sembra essere già avviata in Europa “ma entro la fine del 2022, il principale motore della domanda di gas per il riscaldamento sarà probabilmente ancora la temperatura esterna, e di conseguenza, questo obiettivo di 18 mld di mc potrebbe – forse – essere raggiunto solo con un tempo mite negli ultimi mesi di quest’anno e con una certa partecipazione attiva da parte dei consumatori. Incentivare i consumatori ad abbassare il termostato potrebbe essere di grande importanza. D’altra parte, se il tempo nel 2022 sarà più freddo rispetto al 2021, sarà probabilmente quasi impossibile raggiungere l’obiettivo dei 18 mld di mc.
RIDURRE LA DOMANDA DI GAS NEL SETTORE ENERGETICO DI 20 MLD DI MC
“Questo obiettivo sembra possibile sulla carta, e una gran parte della riduzione potrebbe persino – in teoria – venire dal dispiegamento di ulteriore capacità eolica e solare. Tuttavia, è più che probabile che sia necessario anche il passaggio ad altre fonti, essenzialmente l’idroelettrico, il carbone e/o il nucleare”. Inoltre, potrebbero essere necessari “giusti incentivi e anche così, potrebbe non essere facile, considerando le diverse situazioni in ogni Stato membro dell’UE”.
LO STOCCAGGIO
In termini di infrastrutture fisiche, non c’è nessun ostacolo ad accumulare scorte. Tra il 2011 e il 2020, gli stoccaggi alla fine di ottobre sono stati in media il 91% della capacità (variando dall’84% al 97%). Tra il 2016 (quando la capacità di stoccaggio dell’UE ha raggiunto il suo livello attuale) e il 2020, le scorte di stoccaggio di fine ottobre erano comprese tra 88 e 101 mld di mc, con una una media di 94. Quindi, uno stoccaggio di 90 mld di mc (90 per cento della capacità di stoccaggio) all’inizio dell’inverno non è certo eccezionale, sottolinea Oies secondo cui al massimo si possono presentare due sfide significative: In primo luogo, la disponibilità dei volumi fisici in un momento in cui la fornitura dalla Russia viene eliminata, dato che un tale obiettivo di stoccaggio implica un 20-25 mld di mc all’anno di aumento delle iniezioni di stoccaggio rispetto al 2021. In secondo luogo, se i detentori della capacità di stoccaggio europea avranno la motivazione commerciale per fare iniezioni di stoccaggio, dati i prezzi elevati che probabilmente prevarranno durante l’estate del 2022.
IN CONCLUSIONE UN PIANO IMPEGNATIVO
Nel complesso, “il raggiungimento del piano in sette punti sembra estremamente impegnativo”. Mentre, sul lato dell’offerta l’aumento delle importazioni di gasdotti da fonti non russe di 10 mld di mc “sembra fattibile”, l’aumento di 50 mld di mc nelle importazioni di GNL “sembra realizzabile solo se si realizza la forte crescita dell’offerta che ci aspettiamo, e se il resto del mondo riduce effettivamente il consumo di Gnl, il che sembra un risultato improbabile”. Anche l’aumento della produzione di biometano “sembra ottimistico, così come lo è lo spostamento di 20 mld di mc di domanda di gas nel nel settore dell’energia elettrica solo attraverso più solare ed eolico. L’aumento del passaggio a più pannelli solari sui tetti e alle pompe di calore pompe di calore sembra anche improbabile prima della fine del 2022”. Infine, le misure di risparmio energetico “potrebbero essere raggiunte relativamente facilmente se il tempo è mite alla fine del 2021, ma virtualmente impossibile se farà più freddo”.
“Una volta aggiunto il requisito di aumentare la quantità di gas nello stoccaggio, il requisito effettivo di riduzioni della domanda di gas e/o l’aumento delle fonti alternative di approvvigionamento ammontano a circa 120-125 mld di mc. Se tutte le riduzioni della domanda di gas fossero realizzate, cosa che riteniamo improbabile, il fabbisogno di approvvigionamento di gas da sola sarebbe di circa 80-85 miliardi di metri cubi”, spiega l’analisi precisando che “arrivare a metà strada verso questo risultato attraverso più Gnl e importazioni via gasdotto potrebbe essere possibile, ma molto più di questo richiederebbe deviazioni molto grandi di Gnl dai mercati asiatici, con conseguenze significative per i prezzi globali del gas. Anche allora, potrebbe semplicemente non esserci abbastanza offerta nel mondo”.
Guardando oltre il 2022, “la prospettiva di mantenere la riduzione, e anzi di spingere verso il basso l’importazione di gas russo, potrebbe essere ancora più impegnativa sul lato dell’offerta nel 2023 e 2024”, ha concluso Oies.