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Fiat

Addio alla storica Fiat 500, arriva l’ibrida. Ma Urso non ci crede

Stellantis annuncia lo stop alla storica Fiat 500 a benzina. Ma il prossimo anno la produzione a Mirafiori dovrebbe ripartire con una nuova alimentazione, secondo il gruppo. Il Governo, però, è scettico e minaccia di tagliare i fondi del Pnrr. Tutti i dettagli

A fine anno dovremo dire addio alla storica Fiat 500 a benzina, ma l’iconico modello tornerà in una nuova veste. Il brand ha confermato che, dopo 17 anni, a fine 2024 fermerà la produzione del veicolo. Tuttavia, la 500 rinascerà dalle ceneri e rilancerà la produzione di Stellantis. Intanto, però, si accende lo scontro tra il gruppo e il Governo, che minaccia di dirottare altrove gli investimenti del Pnrr. Tutti i dettagli.

LA FIAT 500 RINASCE DALLE CENERI

A fine anno dovremo dire addio alla storica Fiat 500. Ma nel 2025 tornerà in produzione in due versioni: elettrica e ibrida. Infatti, la 500 elettrica non sarà colpita dallo stop, che fermerà la costruzione di modelli endotermici. Lo stesso vale per la Abarth 500e, che dovrebbe continuare ad uscire dalle fabbriche.

Ad esultare sono i lavoratori dello stabilimento di Torino, dopo le paure seguite all’annuncio dello stop alla produzione della 500 classica. Infatti, Fiat ha annunciato che nella fabbrica piemontese verranno realizzati ancora modelli completamente elettrici e, dalla fine del 2025, anche auto ibride. Intanto, però, la produzione a Mirafiori è ferma fino al 2 settembre, quando ripartirà con un solo turno su tre e la cassa integrazione fino a fine anno.

TORINO, LA NUOVA IBRIDA

L’ibrido rappresenta la vera novità, che promette di mettere il turbo alle vendite della 500. Il ceo della Casa torinese Olivier Francois ha annunciato che la nuova ibrida sarà disponibile anche con un allestimento chiamato Torino, in onore della storica fabbrica. L’auto sarà mossa dal motore a benzina 1.0 Firefly delle Panda e 500 hybrid, con una potenza di circa 70 cavalli. La vettura consumerà 3,9 litri per 100 chilometri e emetterà 116 grammi di CO2/km, secondo Stellantis. Il prezzo di partenza, invece, sarà di circa 18.000 euro.

“Il motore viene prodotto a Termoli, il sistema di scarico a Caivano e il cambio sempre da Mirafiori. Qui non abbiamo dubbi: metteremo la bandiera italiana. Fiat è il più grande marchio del gruppo Stellantis in termini di vendite e sette modelli su dieci sono assemblati in Italia, un Paese che per noi è strategico e su cui continuiamo a investire”, ha detto François, secondo quanto riporta il Corriere della Sera.

ELETTRICO, ARRIVA LA FIAT MIRAFIORI

Tra i nuovi modelli in rampa di lancio nei prossimi anni troviamo anche la Mirafiori, variante della 500 elettrica. La cabrio presentata recentemente dal brand celebra i cinquant’anni dal debutto della 131 Mirafiori ed è stata prodotta in soli 500 esemplari. La vettura sarà disponibile con due differenti pacchi batterie, da 42 kWh o da 23,8 kWh.

FIAT, INVESTIMENTI A RISCHIO?

Il piano di rilanciare la Fiat 500 rischia di non andare a buon fine, così come quello di aumentare la produzione nazionale. È quello che teme il Governo, che negli ultimi giorni ha visto il rapporto con Stellantis incrinarsi sempre più, tanto che il gruppo potrebbe vedere gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) sfumare. Lo ha detto senza mezzi termini il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, dal palco durante il suo intervento al meeting di Rimini. Fino ad oggi il gruppo non ha fatto luce su diversi punti centrali, secondo il ministro, quali la crescita della produzione. Crescita che, al contrario, nel primo semestre 2024 è crollata del 25% rispetto al 2023, secondo i dati della Fim-Cisl.

“Tocca alla Fiat assumersi la responsabilità sociale, tocca a Stellantis rilanciare l’auto in Italia e noi aspettiamo una risposta da tempo. Il governo ha fatto la sua parte, Stellantis no”, ha detto Urso.

“Sugli investimenti Stellantis deve dare una risposta e la deve dare anche a breve. Se in queste ore non ci risponde positivamente sul progetto della gigafactory a Termoli, ad esempio, le risorse del Pnrr saranno destinate ad altri. Non possiamo perdere le risorse del Pnrr perché Stellantis non rispetta gli impegni. Deve dirci come vuole realizzare la crescita del sistema dei veicoli nel nostro paese per raggiungere l’obiettivo del milione di veicoli in quali stabilimenti, se davvero faranno la quinta auto a Melfi, se davvero investono su Pomigliano, se davvero intendono realizzare a Cassino, se intendono fare la 500 ibrida a Mirafiori. Stellantis deve dirci anche con quali investimenti, perché non può presentarci contratti di sviluppo, come è successo, in cui richiede risorse allo Stato per ridurre l’occupazione. È Stellantis che deve capire che i contratti di sviluppo si fanno con chi crea occupazione, non con chi la riduce”, ha aggiunto Urso.

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