Marco Hannapel, presidente e Ceo di PMI: “L’industria 4.0 è una fabbrica di fabbriche. La filiera italiana vale lo 0,5 per cento del Pil nazionale e occupa 40mila persone. Grazie alla tecnologia si risparmia molta acqua, l’equivalente del Lago Maggiore”
“La filiera italiana di PMI contribuisce ogni anno all’economia italiana per oltre 10 miliardi di euro, pari allo 0,5 per cento del Pil nazionale”. A dirlo Marco Hannapel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia, filiale della multinazionale attiva nel settore del tabacco, alle prese con la trasformazione del proprio core business per un futuro “senza fumo” da realizzare, ha spiegato sempre Hannapel, “per mezzo di prodotti innovativi e attenti all’ambiente”.
LA FILIERA ITALIANA DI PMI
Sempre il numero 1 di Philip Morris Italia ha messo in fila tutti i numeri della filiera italiana: “Dalla costruzione del polo produttivo di Crespellano nel 2014, l’azienda ha sviluppato una filiera integrata del Made in Italy che coinvolge circa 8mila imprese italiane di fornitura e servizi e genera occupazione per circa 41 mila persone su tutto il territorio nazionale. Una filiera ormai decennale – ha aggiunto Hannapel – che va dalla pianta di tabacco ai servizi digitali di assistenza post vendita passando per la manifattura 5.0”.
Un modello internazionale che coinvolge circa 8.000 imprese italiane di fornitura e servizi, genera occupazione per circa 41.000 persone su tutto il territorio nazionale e contribuisce ogni anno all’economia italiana per oltre 10 miliardi di euro, pari allo 0,5% del PIL nazionale
— Philip Morris Italy (@PhilipMorris_IT) October 10, 2024
DIECI ANNI E SETTE GENERAZIONI DI DEVICE
Del resto quello realizzato a Bologna “è il più grande polo produttivo al mondo totalmente dedicato ai prodotti senza combustione”, ricorda il presidente e Ceo di PMI in occasione del decennale dell’impianto durante il quale si sono succedute “sette generazioni di device. È iniziato tutto qui”, dice con riferimento al luogo dell’evento per il lancio del nuovo prodotto Iqos, Iluma i Prime, ovvero Milano: “Tutto è partito dal capoluogo lombardo e a Nagoya. Nel mondo esistono un miliardo di fumatori e la nostra sfida è quella di un futuro senza fumo sostituendo le sigarette tradizionali con prodotti innovativi”.
Una sfida che passa “attraverso tre regioni, Emilia Romagna, Veneto e Umbria, la cui produzione fa sì che il 27 per cento della produzione europea sia italiana”. Una sfida che, soprattutto, fa della sostenibilità la propria parola d’ordine: “Grazie alla tecnologia – prosegue Hannapel – abbiamo risparmiato una quantità d’acqua pari al Lago Maggiore. Inoltre, non usiamo carburanti fossili nell’agricoltura”.
SPAZIO ALLA CIRCULAR ECONOMY
Sul fronte green gli fa eco Gianluca Iannelli, Head of Smoke Free Products Category di Philip Morris Italia: “Abbiamo lanciato il progetto ‘Rec’ un progetto di riciclo dei device Iqos e Lil che permette di riciclare fino all’80% delle materie prime plastiche metalliche, circuiti e batterie dei device. Il traguardo ambizioso che ci eravamo prefissati, ovvero recuperare fino a oltre mezzo milione di dispositivi, è stato già raggiunto il mese scorso”.