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Agsm-Aim-A2a: Apindustria contraria, Roland Berger si difende

Pierluigi Troncatti, senior manager della società di consulenza Roland Berger ha risposto alle critiche piovute dalle forze di opposizione in consiglio comunale su suo curriculum sulla fusione A2a, AIm, Agsm

“’Non vorrei che Agsm facesse la stessa fine del nostro aeroporto…». Renato Della Bella, presidente di Apindustria, scende in campo contro il progetto di aggregazione tra Agsm Verona, Aim Vicenza ed il colosso lombardo A2a. Della Bella parla di ‘poca trasparenza’, chiede i motivi della mancata gara per la scelta del partner, tuona che ‘quasi nessuno conosce le cifre reali, e chi li conosce non li rende pubblici’”, si legge sul Corriere di Verona.

IL PRESIDENTE DI CONFAPI TEME UNA FINE SIMILE A QUELLA DEL CATULLO

Il presidente di Confapi si è poi rivolto al sindaco per ricordare “la recente firma della Carta dei Valori ‘nella quale c’era anche un paragrafo dedicato alle multiutilities’” ma sopratutto quanto accaduto al Catullo dove “’i soci pubblici hanno mantenuto la maggioranza, ma avendo solo il presidente, hanno di fatto lasciato la reale gestione al socio privato: e qui mi pare si stia seguendo la stessa strada’”.

ROLAND BERGER SI DIFENDE DALLE ACCUSE

Le polemiche hanno toccato anche Roland Berger, la società di consulenza che si è occupata di stendere la relazione sugli scenari futuri del gruppo Aim. Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto “parla di ‘intollerabile attacco a me e alla reputazione della società che rappresento’. Pierluigi Troncatti, senior manager della società di consulenza Roland Berger, risponde così alle critiche piovute dalle forze di opposizione in consiglio comunale – e dall’ex-amministratore di Aim Umberto Lago – sul suo curriculum. (…) Per l’opposizione e per l’ex-amministratore di Aim, Troncatti però ‘è tutto fuorché indipendente’ e questo sul fatto che nel curriculum del manager c’è un incarico dal 2007 al 2015 per conto della stessa A2A per la redazione del piano industriale e del supporto nell’operazione messa a punto dal colosso lombardo con Lgh (Linea group holding). ‘Risale a sei anni fa – precisa Troncatti in una nota diramata ieri – la vicenda per cui Lgh mi coinvolse per lo studio di fattibilità dell’integrazione con A2A, per il quale fu la stessa società a proporre il mio nome ad A2A. Si lavorò due mesi e poi non se ne fece nulla e in futuro l’operazione venne ripresa senza il mio coinvolgimento. Dunque il fatto che si leghi il mio nome a quella vicenda lo ritengo sbagliato e infondato e la mia presunta non indipendenza legata a quell’operazione non è sostenibile’.

“Quindi l’affondo: ‘Il fatto stesso che si mettano in discussione queste cose per ragioni che non conosco – afferma Troncatti – rappresenta un intollerabile attacco non solo a me ma anche alla reputazione della società che rappresento. Lavoriamo per tutti i leader di settore sia in Italia sia negli altri 52 Paesi del mondo in cui siamo presenti. In questo contesto il fatto di aver lavorato o no per A2A non dovrebbe essere un problema in un mondo normale, dove i ruoli tra advisor molto spesso si scambiano negli anni presso i clienti’”.

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