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Utility: sulla fusione Agsm, Aim, A2A il centrosinistra pensa al Tar

Da Aim viene ribadito che ‘si tratta di un’operazione di sviluppo e di crescita, non di vendita, che passa attraverso la fusione tra Agsm e Aim e gli asset industriali da parte di A2A

Il centrosinistra continua a sollevare dubbi sulla fusione tra Agsm e A2A e grida a una ‘decisione solo politica’. Che potrebbe spingere l’operazione tra le ‘braccia’ del Tar. La scorsa settimana, racconta il Corriere di Verona “i consiglieri delle 5 forze di centrosinistra in sala Bernarda si sono stretti attorno alla posizione, univoca, in merito alla fusione che sta per essere disegnata in queste settimane tra Aim, la veronese Agsm e il colosso lombardo A2A. Le aziende sono in piena trattativa e dovrebbero delineare, entro fine mese, le linee guida del piano industriale della nuova società veneta frutto dell’aggregazione ma per il centrosinistra questa è un’operazione disegnata a livello politico”.

LE FORZATURE RILEVATE DAL CENTROSINISTRA

“Tra le criticità sollevate dall’opposizione, il punto chiave è il criterio dell’infungibilità sostenuto da Aim e Agsm per avviare una trattativa solo con l’azienda lombarda. ‘È una forzatura – spiegano dal centrosinistra – e quel criterio è già stato bocciato da Anac (Autorità nazionale anticorruzione, ndr ) e Tar (Tribunale amministrativo regionale, ndr)’. Il riferimento va al caso della fusione tra Lgh e A2A avvenuta dieci anni fa e sul quale le due istituzioni hanno espresso parere negativo proprio in merito alla presunta infungibilità. ‘Inoltre – è la tesi dell’opposizione – non è mai stato avviato un dialogo con le realtà che avevano manifestato interesse’”.

PRESUPPOSTI PER IL RICORSO AL TAR

“Attraverso un accesso agli atti, i consiglieri di minoranza hanno portato alla luce le manifestazioni d’interesse presentate dalla trentina Dolomiti energia e dalla trevigiano-emiliana Ascopiave-Acegas-Hera a luglio, nonché dall’altesina Alperia a settembre (…) Ultima nota critica, infine, il ruolo stesso di Roland Berger, l’advisor scelto da Aim e Agsm – tramite gara – per determinare le esigenze delle due multiutility sottoforma di asset: ‘Alla guida del team c’è stato Pierluigi Troncatti – è la tesi del centrosinistra – lo stesso consulente che per molti anni ha lavorato alla fusione tra Lgh e A2A’. (…) Per Ciro Asproso (Coalizione civica) ‘ci sono i presupposti per un ricorso al Tar contro l’eventuale delibera del consiglio comunale verso questa fusione’”.

LA DIFESA DI AIM

Da Aim viene ribadito che ‘si tratta di un’operazione di sviluppo e di crescita, non di vendita, che passa attraverso la fusione tra Agsm e Aim e gli asset industriali da parte di A2A’ e che uno dei capisaldi è ‘l’esclusività che A2A si impegna a garantire alla nuova società sull’intera area del triveneto’. Sul nodo dell’infungibilità, inoltre, l’azienda spiega che ‘il progetto in corso di approfondimento ha caratteristiche di unicità intrinseche’, mentre le parole più dure arrivano in merito alle dichiarazioni di Lago: ‘Siamo contrari alla cultura del sospetto – fanno sapere da Aim – e riteniamo che ci siano le sedi legali opportune per ribadire eventuali problematiche connesse alla gara per la selezione degli advisor’”.

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