A margine del comizio, Zavarise ha spiegato che ‘la Lega non ha mai messo in dubbio la validità di un accordo tra Agsm Verona e Aim Vicenza, ma bisogna fermarsi lì: se servirà un partner industriale, lo faremo in un secondo momento’
“’L’Agsm è dei veronesi e deve restare dei veronesi, altrimenti sarebbe il fallimento della politica ma anche dell’imprenditoria veronese’. Nicolò Zavarise, leader provinciale della Lega (ma anche assessore comunale) sceglie il 2 giugno per superare il ‘punto di non ritorno’ nella vicenda che da mesi spacca gli schieramenti politici. Che la Lega non fosse entusiasta del progetto di aggregazione tra Agsm, Aim-Vicenza e il colosso lombardo A2A, era noto”. È quanto riporta il Corriere di Verona, aggiungendo che “le parole pronunciate ieri da Zavarise segnano una svolta dalla quale, a questo punto, sembra davvero impossibile per il Carroccio tornare indietro”.
L’OCCASIONE DELLA MANIFESTAZIONE
“L’occasione è quella di una manifestazione di partito contro il governo Conte, ma l’interlocutore di tutta la seconda parte del comizio è chiaramente il sindaco, Federico Sboarina, da sempre il maggior sostenitore della ‘grande aggregazione’. (…) quando tuona che ‘non possiamo delegare una vicenda di questa importanza ad altri, a soggetti terzi o a privati che farebbero i loro interessi e non certo quelli dei cittadini veronesi. Ci è bastata l’esperienza del nostro aeroporto – aggiunge – dove sono arrivati da fuori dei soci privati che hanno fatto qualcosa, ma non certo tutto quello che avrebbero dovuto fare’”, si legge sul quotidiano.
IL PARTNER INDUSTRIALE IN UN SECONDO MOMENTO
“A margine del comizio, Zavarise spiega che ‘la Lega non ha mai messo in dubbio la validità di un accordo tra Agsm Verona e Aim Vicenza, ma bisogna fermarsi lì: se servirà un partner industriale, lo faremo in un secondo momento, con appositi accordi ma non attraverso fusioni societarie. Quella con Vicenza è una fusione tra aziende pubbliche: ai privati non intendiamo cedere neppure lo 0,5 per cento. L’Agsm è dei veronesi – conclude secco – e deve essere gestita dai veronesi. Punto e stop’”, sottolinea il Corriere di Verona.
I CONSIGLIERI A FAVORE
“Tra i cinque consiglieri d’amministrazione, quelli sicuramente favorevoli al progetto sono due: il presidente Finocchiaro ed Enrico De Santis (indicato dal sindaco Federico Sboarina). La rappresentante della Lega, Francesca Vanzo, potrebbe non partecipare ai lavori, così come potrebbe fare il vicepresidente Mirco Caliari, di Verona Domani (partito da sempre perplesso sull’operazione). A quel punto, anche solo per mantenere il numero legale, diverrebbe determinante la rappresentante delle minoranze, che è Stefania Sartori, del Pd”, ha aggiunto il quotidiano.
LE RIPERCUSSIONI POLITICHE
“Comunque vada a finire, la vicenda avrà ripercussioni politiche a Palazzo Barbieri, dove la tensione è altissima in vista delle elezioni regionali di settembre e molti già si preparano alle comunali, fissate per il 2022 ma che potrebbero essere anticipate, in caso di altri… inciampi dopo quello su Agsm. In questo quadro, si parla molto di un dialogo riaperto tra Flavio Tosi e dirigenti veronesi del Carroccio, ma per ora nessuno si spinge oltre”, ha concluso il quotidiano.