Secondo le stime, il paese ospita 96 trilioni di metri cubi di riserve di gas e 865 milioni di barili di petrolio offshore. Tuttavia, attualmente, circa il 90% del suo fabbisogno energetico è soddisfatto attraverso le importazioni.
Il governo libanese ha approvato la seconda tornata di licenze offshore nel tentativo di sviluppare ulteriormente il suo settore energetico. La mossa è stata annunciata dal ministro dell’energia libanese Nada Boustani. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte è stato fissato al 31 gennaio 2020, ha detto il ministro.
RITARDI DOVUTI ALLA FORMAZIONE DEL GOVERNO
In un primo tempo la firma dei nuovi contratti era stata prevista per dicembre 2019. Tuttavia, il lancio del secondo giro di gare è stato posticipato a causa del ritardo di oltre otto mesi nella formazione del governo guidato da Saad Hariri che ha costretto l’Autorità per l’energia ad aggiornare il suo programma.
SONO QUATTRO I BLOCCHI IN GARA
Per questo secondo turno, l’Autorità per l’energia ha predisposto l’apertura di quattro nuovi blocchi su dieci nella zona economica esclusiva del Libano: blocco 1 (nord-est), 5 (centro-est), 8 (sud-est) e 10 (sud-ovest). La gara precedente, tenutasi nel febbraio 2018, aveva visto il Libano firmare i suoi primi contratti offshore di esplorazione e produzione di petrolio e gas per due blocchi, assegnati ad un consorzio composta da Total, Eni e Novatek.
SECONDO LE STIME IL PAESE HA 96 TRILIONI DI METRI CUBI DI RISERVE DI GAS E 865 MILIONI DI BARILI DI PETROLIO OFFSHORE
Secondo le stime, il paese ospita 96 trilioni di metri cubi di riserve di gas e 865 milioni di barili di petrolio offshore. Tuttavia, attualmente, circa il 90% del suo fabbisogno energetico è soddisfatto attraverso le importazioni. Lo sviluppo del settore petrolifero interno consentirà quindi di allentare la pressione sul fisco governativo, riducendo i costi e sostenendo il settore energetico.