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La proroga di Arera sta per scadere. Le soluzioni al vaglio

La proroga decisa a febbraio terminerà gli effetti l’11 aprile mentre la formazione di un nuovo esecutivo sembra ancora in alto mare

Si avvicina la data di scadenza di Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ex Authority per l’energia. L’attuale collegio, presieduto da Guido Bortoni – e di cui fanno parte Alberto Biancardi, Rocco Colicchio e Valeria Termini – è scaduto l’11 febbraio scorso e per effetti del regime di prorogatio rimarrà al proprio posto fino all’11 aprile. Il governo, tuttavia, sembra lontano dall’essere formato ponendo un dilemma. Cosa accadrà dopo quella data?

ARERA È ATTUALMENTE IN REGIME DI PROROGA FINO ALL’11 APRILE

Palazzo-Chigi manovra energiaArera, come detto, si trova attualmente in regime di proroga per 60 giorni, fino all’11 aprile. Ciò grazie a un parere del Consiglio di Stato del 2010 sulla base del quale, essendo l’organo una “istituzione indipendente di nomina anche parlamentare” “non è soggetto, in caso di vacanza dell’organo, al potere sostitutivo del governo”. Per questo, vista anche la concomitanza con le elezioni del 4 marzo si è ammessa “a titolo eccezionale” la possibilità di una “specifica prorogatio al fine di assicurare la continuità delle funzioni nelle more della nomina del nuovo Collegio” dando al nuovo Parlamento e al nuovo esecutivo, il compito di quali saranno i componenti del Collegio dell’Autorità per i futuri sette anni.

COME SI FORMA IL COLLEGIO DELL’AUTHORITY

Il collegio è proposto dal Governo, in particolare dal ministro per lo Sviluppo economico, d’intesa con il ministro dell’Ambiente ed è approvato dal Consiglio dei ministri. Serve poi il parere vincolante, a maggioranza dei 2/3 dei componenti, delle commissioni parlamentari competenti vale dire Industria e Attività produttive e Ambiente di entrambi i rami del Parlamento.

LA SOLUZIONE? PER IL MOMENTO SI PENSA A UN DECRETO LEGGE

La via più semplice per garantire la continuità operativa dell’Arera sembra quella del decreto legge che proroghi ulteriormente il collegio in carica. Gentiloni avrebbe intenzione, infatti, di lasciare tutte le nuove nomine al governo entrante. Più o meno si tratta di 350 poltrone tra consigli di amministrazione e collegi sindacali di 79 aziende oltre alle caselle di molte Authority indipendenti a cominciare dall’Autorità per l’energia e l’Antitrust che scadrà a fine dell’anno. Con il decreto legge si garantirebbe, di fatto, un’ulteriore proroga di 60 giorni della durata dell’incarico, indipendentemente dalla conversione o meno del provvedimento. Improbabile, se non impossibile, dunque, una nomina da parte del governo uscente anche perché le Commissioni speciali di recente costituite per esaminare i provvedimenti rimasti in sospeso, non potrebbero “bollinare” gli eventuali nomi vista la mancanza delle commissioni competenti a farlo che possono essere create solo dopo la costituzione e la fiducia del nuovo governo.

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