Advertisement Skip to content
Arrigoni Lega

Arrigoni (Lega): subito 30 miliardi contro il caro energia, ci sono scadenze ravvicinate

Il senatore della Lega Nord: “Meglio fare 10-15 miliardi di debito pubblico che farne 30 o 60 fra tre mesi, quando ci sarà il deserto per la chiusura delle imprese”

Stanziare subito “almeno 30 miliardi” per contrastare il caro energia, perché “ci sono delle scadenze ravvicinate”. La Lega chiede anche di “tassare gli extraprofitti di banche e intermediari finanziari” e, per arrivare a 30 miliardi, “integrare con uno scostamento di bilancio”.

Questi alcuni dei punti salienti delle dichiarazioni che il responsabile Energia della Lega, il senatore Paolo Arrigoni, ha rilasciato a “Energia Oltre”.

D. Qual è la posizione del partito sui rigassificatori di Piombino e Ravenna?

R. Siamo assolutamente favorevoli, è una questione di sicurezza nazionale. Bisogna farli, ed è giusto che il governo intervenga con compensazioni economiche e ambientali. Una di queste è accelerare le bonifiche del SIN che è presente a Piombino. Si prevede che questo rigassificatore rimarrà lì per soli 3 anni: io non credo che in 3 anni non avremo superato il problema della diversificazione degli approvvigionamenti dal gas russo, quindi è opportuno che l’Italia si appresti ad investire in altre infrastrutture, anche rigassificatori fissi. Ci sono dei progetti a Porto Empedocle e Gioia Tauro e probabilmente sarebbe opportuno investire almeno in uno di questi due, in modo che fra 3 anni, con un rigassificatore nuovo, pronto e in grado di distribuire 8 o 12 mmc di gas si possa rimuovere quello di Piombino.

D. Qual è la vostra opinione sul nucleare di nuova generazione?

R. Il nucleare di nuova generazione dev’essere oggetto di un dibattito serio nel nostro Paese. Non deve più rappresentare un tabù. Il riscaldamento globale e il cambiamento climatico hanno rilanciato nel mondo il nucleare, perché tra tutte le tecnologie di generazione elettrica disponibili oggi il nucleare è quella che ha le minori emissioni di anidride carbonica. Tutti nel mondo stanno capendo che il nucleare è in grado di garantire un carico di base da affiancare alle rinnovabili. Chi – come il Pd, il M5S e la sinistra – dice che bisogna investire esclusivamente sulle rinnovabili prende in giro le persone, perché le rinnovabili sono importanti e da sviluppare, ma il fotovoltaico e l’eolico non sono programmabili, producono solo quando c’è sole e vento e poi sfruttano molti materiali critici e terre rare, quindi ci farebbero passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza da questi materiali, presenti soprattutto in Cina. Il nucleare dev’essere sviluppato, bisogna investire nella sua ricerca, se vogliamo contrastare il cambiamento climatico e, tra 20-30 anni, affrancarci definitivamente dal gas.

D. Qual è la posizione del partito sul prolungamento della vita delle centrali a carbone, come stanno facendo la Germania e altri Paesi europei?

R. Il nostro sistema energetico ha delle vulnerabilità perché ha subito le scelte ideologiche e ambientaliste della sinistra, dei Verdi e dei Cinquestelle. L’Italia è stato il Paese che ha deciso il phase-out dal carbone in entro il 2025, mentre la Germania lo prevedeva al 2038. In Italia sono rimaste solo 6 centrali a carbone, e il governo fa bene a ridurre lo squilibrio tra domanda e offerta di gas e ridurre la domanda italiana di gas ma, a parità di erogazione di energia, deve far funzionare a pieno regime le centrali a carbone. In questa fase in cui la transizione ecologica sta facendo dei passi indietro, la priorità è la garanzia della sicurezza del sistema energetico, cercando di diminuire la pressione sulla domanda di gas. L’Italia dovrebbe cercare poi di valorizzare energeticamente i rifiuti prima recuperando e poi riciclando la materia. Dobbiamo costruire dei termovalorizzatori perché così risparmiamo in tutela dell’ambiente, teniamo le tariffe dell’igiene urbana più basse, riduciamo i consumi di gas e contemporaneamente attraverso i rifiuti produciamo energia elettrica e anche calore che può essere utilizzato ad esempio negli impianti di teleriscaldamento.

D. Capitolo rinnovabili, l’Italia è in ritardo: la Lega cosa propone per incentivarne l’utilizzo?

R. Negli ultimi 2 anni sono state introdotte molte semplificazioni per favorire lo sviluppo delle rinnovabili. Oggi bisogna un attimo fermarsi e fare i decreti attuativi che servono, altrimenti creiamo confusione. Dobbiamo cercare di mettere a terra le potenzialità delle rinnovabili. C’è un tema importante che è la tutela del paesaggio, che è da conservare. Bisogna educare le persone e le comunità locali ad accettare gli impianti. È però impensabile pensare di realizzarle per decine di GW come dice qualcuno, considerando che negli ultimi anni l’installazione è stata mediamente di 1-1,5 GW l’anno. Bisogna investire anche sullo sviluppo della rete di distribuzione e di trasmissione e sui sistemi di accumulo. Sulle rinnovabili la Lega dice una cosa chiara: non esistono solo il fotovoltaico e l’eolico, ma anche gli impianti idroelettrici e l’energia geotermica. Il nostro Paese ha una potenzialità di 7 GW di geotermia che dev’essere sviluppata,, così come devono essere sviluppate le biomasse. Bisogna fare un ragionamento a 360 gradi.

D. Tetto al prezzo del gas: nel caso in cui non ci si accordasse su un price cap europeo, voi che cosa proponete?

R. Il tetto al prezzo del gas o dell’energia elettrica noi pensiamo che debba essere fatto a livello europeo. La Commissione Europea se l’è presa molto con comodo. Il governo italiano ha proposto già 4 mesi fa un price cap, e quando l’ha proposto il prezzo del gas era a 100 euro/Mwh e l’energia elettrica a 250 euro/Mwh; oggi, a distanza di 4 mesi, quei valori si sono raddoppiati. La lentezza della burocrazia europea ha molte responsabilità. Se dobbiamo ridurre il prezzo del gas non possiamo aspettare altro tempo. Dobbiamo produrre più biometano, diversificare le fonti di approvvigionamento e magari andiamo in Europa, battiamo i pugni sul tavolo chiediamo di sospendere il sistema ETS, che è una delle causa del caro energia.

D. Sugli extraprofitti molte aziende energetiche hanno fatto ricorso: cosa ne pensa? Forse la norma andrebbe modificata?

R. Sulla norma io personalmente ho presentato diversi emendamenti per rimuovere le tante distorsioni che contiene: la base imponibile è completamente sbagliata perché si confronta un periodo temporale come ottobre 2021 – aprile 2022 con l’analogo periodo dell’anno precedente, in cui c’era il lockdown. Non sono state considerate le operazioni straordinarie, quindi la Lega dice che bisogna certamente in via temporanea prelevare dagli extraprofitti, ma bisogna farlo su una base imponibile giusta, sui bilanci, rimuovendo le distorsioni. La Lega ha sempre proposto che tra i soggetti che dovessero versare gli extraprofitti ci dovessero essere anche le banche e gli intermediari finanziari, che hanno sempre fatto i derivati di copertura del rischio, ma il governo non ha mai voluto toccarli.

D. In definitiva, cosa si dovrebbe fare per uscire da questa crisi energetica?

R. Serve una ricetta con tanti ingredienti: misure emergenziali e misure strutturali di breve, medio e lungo periodo. Tra le misure emergenziali la Lega chiede di stanziare subito almeno 30 miliardi per contrastare il caro energia, perché ci sono delle scadenze ravvicinate: il 20 settembre scade la riduzione delle accise di benzina e diesel, il 30 settembre scade il credito d’imposta per le imprese e sempre entro il 30 settembre Arera deve decidere le tariffe dl mercato tutelato per l’ultimo trimestre. I canali di entrata per finanziare questi 30 miliardi? Maggiori entrate Iva, gli extraprofitti e il prelievo delle extra marginalità degli impianti a fonti rinnovabili, che sono stati i canali del governo Draghi. La Lega chiede anche di tassare gli extraprofitti di banche e intermediari finanziari e, per arrivare a 30 miliardi, integriamo con uno scostamento di bilancio. Questo è debito buono: è meglio fare 10-15 miliardi di debito pubblico che farne 30 o 60 fra tre mesi, quando ci sarà il deserto per la chiusura delle imprese.

Queste sono le misure emergenziali, poi ci sono le misure di breve, medio e lungo periodo, che includono anche il nucleare. La Lega ha una visione strategica complessiva di come dev’essere il sistema energetico: se noi subiamo ancora i ricatti sul nucleare da parte della sinistra, dei Verdi e del M5S – che fanno demagogia e allarmismo sui cittadini – il nostro Paese pagherà molto l’inerzia sul nucleare. Partiamo oggi con un dibattito per arrivare tra 10-15 anni a vedere magari una piccola centrale, uno small modular reactor operativo. Solo così facendo salveremo la nostra economia e l’ambiente dal riscaldamento globale.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su