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Auto, chi c’è nell’alleanza delle regioni contrarie al bando dei motori endotermici

II bando dei veicoli a combustione interna per il 2035 voluto da Bruxelles continua ad agitare il settore dell’auto. Alcune delle regioni più industrializzate d’Europa si sono così riunite per chiedere al legislatore comunitario una transizione che non lasci a casa nessuno

Battezzata al termine di una riunione che si è svolta nella città tedesca di Lipsia, l’alleanza delle regioni europee contrarie al bando dei motori endotermici vede aderire 28 zone altamente industriali altamente preoccupate per le ricadute occupazionali di un passaggio dall’uso di fonti fossili per la circolazione all’elettrico che ritengono forzato e che corre il rischio di favorire le concorrenti cinesi che, è noto, sul tema di mobilità elettrica sono assai più avanti delle industrie europee.

CHI ADERISCE ALL’ALLEANZA CHE VUOLE ANCORA I MOTORI A COMBUSTIONE

All’alleanza che si batterà per preservare i motori endotermici hanno aderito con convinzione Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, Abruzzo e Molise per il nostro Paese; le tedesche Sassonia, Baden-Württemberg, Baviera, Sassonia-Anhalt e Saarland, le spagnole Valencia, Navarra, Andalusia e Castiglia e León; e le francesi Grand Est e Borgogna-Francia-Coté.

LOMBARDIA VICEPRESIDENTE

Lombardia capofila nella neonata Alleanza tra regioni europei che, stante il silenzio dei Paesi membri, vogliono chiedere a Bruxelles di rivedere il bando alla vendita di auto endotermiche per il 2035. Numero 2 della cordata, infatti, l’assessore lombardo alle Attività produttive, Guido Guidesi, nominato vice presidente: “A nostro avviso – ha annunciato – corriamo tre grandi rischi. Il primo: le imprese della componentistica potrebbero non riuscire a convertirsi, con gli effetti che possiamo immaginare sull’occupazione in Lombardia, pensiamo anche solo alle piccole imprese a servizio dei grandi marchi. Il secondo è che il mondo delle, costose, auto elettriche escluda una fetta importanti di cittadini dalla possibilità di acquistare un’automobile. Il terzo è economico, strategico, produttivo e industriale, consegnando ad altri competitor extra europei un settore che abbiamo presidiato con non pochi sacrifici”.

LE RICHIESTE DELLE REGIONI

In particolare, l’Alleanza a sostegno dei motori endotermici chiede a Bruxelles di “creare un meccanismo europeo a sostegno di una transizione giusta, equa e riuscita per le Regioni”, di “valutare dettagliatamente l’impatto territoriale della trasformazione del settore sul territorio”; di “sostenere riqualificazione e aggiornamento delle competenze della forza lavoro” per evitare perdite occupazionali; di “prevedere flessibilità sugli aiuti di Stato” o di supportare “le Regioni per creare una rete di ricarica accessibile al pubblico che favorisca la diffusione dei veicoli elettrici”. Come si vede, dunque, pur battendosi a favore degli endotermici, l’Alleanza non ha preclusioni sulle auto elettriche.

LA NEUTRALITA’ TECNOLOGICA

Secondo Guidesi, vicepresidente dell’Alleanza contro il bando dei motori endotermici, il solo modo di applicare la transizione ecologica senza ricadute occupazionali, è favorire la neutralità tecnologica. “Noi pensiamo che per raggiungere gli obiettivi ambientali che sono stati giustamente prefissati e su cui noi ci vogliamo sentire coinvolti e impegnati (l’impatto zero delle auto in circolazione, l’impatto zero della produzione e il fine vita di quelle auto), la soluzione sia la piena neutralità tecnologica, ovvero potere dare continuità al motore endotermico attraverso l’utilizzo di nuovi carburanti eco compatibili che ci consentano di raggiungere l’impatto zero nella circolazione”, ha spiegato. “Sviluppare alternative come quella dei biocarburanti – è la posizione della Lombardia – può rappresentare anche un’occasione imprenditoriale. Certamente, si tratta dell’ennesima sfida per le imprese, che dovrebbero tuttavia essere sostenute per gli investimenti in ricerca e i necessari aggiornamenti. Sforzi a parte, potrebbe tuttavia essere una direzione in grado di salvaguardare ambiente e occupazione. La transizione è un processo che dobbiamo guidare, non subire”.

MARTEDì L’ITALIA PORTA LA QUESTIONE IN UE

Intanto, il ministro dell’Industria e del made in Italy Adolfo Urso ha confermato che l’Italia martedì porterà in Europa la questione della salvaguardia della filiera e dell’occupazione messe a rischio dal passaggio repentino dai propulsori endotermici alla mobilità elettrica voluto dall’Ue: “Già martedì mattina – ha dichiarato – mi confronterò con alcuni colleghi europei sulle tematiche in discussione”. Urso ha spiegato che l’obiettivo è quello di “sviluppare una politica comune con i grandi Paesi produttori in Europa: con la Francia condividiamo una grande azienda automobilistica, Stellantis, con la Germania la filiera industriale dell’automotive e sappiamo che insieme dobbiamo cercare di reindirizzare la politica industriale europea in questo campo”.

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