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Elettriche

Auto elettrica, l’Europa rischia grosso. Ecco perché

L’industria europea dell’automotive rischia grosso. Per quale regione e chi sono i responsabili? Le preoccupazioni di ACEA
L’Unione Europea rischia di perdere la sfida delle auto elettriche con Cina e Usa. Infatti, secondo l’ Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA), l’industria automotive europea potrebbe vedere i suoi sforzi per la transizione della mobilità andare in fumo, stando a un nuovo rapporto della École Polytechnique. Perché?

AUTO ELETTRICA, COSA RISCHIA L’EUROPA?

ACEA avverte che la transizione elettrica potrebbe penalizzare l’Europa, mentre altri Stati mettono in campo ambiziose strategie industriali, secondo il report della École Polytechnique.

Le minacce principali che incombono sulla competitività delle case automobilistiche europee sono due. Il primo è il predominio della Cina nella supply chain dei veicoli elettrici. Il secondo, invece, è rappresentato dagli incentivi alle vendite di vetture a spina Made in Usa contenuti nell’Inflation Reduction Act.

IL PREDOMINIO CINESE

I progressi compiuti dall’Europa nella produzione di celle a batteria non sono sufficienti a raggiungere l’autosufficienza. Infatti, non si è ancora sviluppata una catena del valore continentale in grado di supportare la domanda.

Attualmente la Cina è leader nel settore delle terre rare, minerali strategici per la transizione energetica e digitale che compongono diverse tecnologie, tra cui appunto le batterie.

Infatti, la politica energetica del Paese è caratterizzata da un approccio a tutto campo, che comprende: estrazione mineraria, raffinazione, produzione, reti di ricarica, energia a basso costo, incentivi all’acquisto e riciclaggio nell’intero ciclo di vita dei veicoli elettrici.

Una strategia che ha permesso all’Impero del Dragone di fornire l’85% delle terre rare leggere e il 100% di quelle pesanti, detenendo più del 37% delle riserve mondiali. Al contrario, l’Unione Europea ha scelto un approccio più frammentario, incentrato sulla regolazione di parti specifiche della supply-chain.

“Il quadro normativo dell’UE manca di un approccio olistico all’elettrificazione dei veicoli. Un mosaico di regolamenti – in media otto o nove all’anno – devia fondi vitali e mina la competitività. Per affrontare il cambiamento climatico e dare impulso alla fiorente industria europea dei veicoli elettrici, l’UE deve sviluppare un quadro normativo e finanziario su misura per creare un ambiente favorevole alle imprese”, ha affermato De Vries.

AUTO, GLI USA PUNTANO SUGLI INCENTIVI

Gli sforzi degli Stati Uniti di rafforzare la produzione del settore automotive rischia di indebolire la competitività delle case automobilistiche europee in uno dei maggiori mercati per l’export.

I finanziamenti dell’IRA, infatti, si accompagnano a politiche di incentivazione delle vendite di EV che diversi Stati stanno intraprendendo.

“A differenza della Cina e degli Stati Uniti, l’UE non possiede una solida strategia industriale per sostenere la produzione di veicoli elettrici. Una vivace industria europea dei veicoli elettrici è vitale per raggiungere gli obiettivi climatici. L’Europa vuole stabilire il ritmo globale per la decarbonizzazione, ma deve fare di più per sostenere le industrie critiche che fanno parte della soluzione in modo coordinato e coerente”, ha dichiarato Sigrid de Vries, Direttore Generale dell’ACEA.

“Siamo incoraggiati dai recenti segnali dell’UE che riconoscono le immense sfide e le minacce alla competitività che il nostro settore deve affrontare. La recente proposta di estendere le norme di origine UE-Regno Unito per i veicoli elettrici è indicativa di questo, ma troppo spesso l’UE mette il carrello normativo davanti ai buoi, a discapito delle sue industrie critiche”, ha aggiunto de Vries.

AUTO, LE CONTROMISURE

Il riciclo delle terre rappresenta un’opportunità per l’Europea e per l’Italia di ridurre il gap competitivo con Cina e Usa. Infatti, l’uso di questi minerali aumenterà sempre più nei prossimi anni, finché nel 2040 il fabbisogno diventerà cinque volte superiore rispetto al 2020. L’Italia può sfruttare il suo primato di Paese con maggiore capacità e tecnologia nel riciclo per recuperare materie prime cruciali per il settore dell’automotive e sfruttare la sua capacità industriale. Ad oggi, però, il tasso di riciclo di minerali da apparecchi elettronici ammonta appena al 34%.

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