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Auto Elettriche, Fake News

Come si comportano i giornali italiani sulle auto elettriche?

Fare informazione sulla transizione energetica significa, spesso, incorrere nel rischio di ideologizzare il racconto. Ecco come è andata il 2023 delle news sulle auto elettriche per i giornali italiani 

Uno dei caratteri più riscontrati e riscontrabili nel panorama informativo italiano è quello della faziosità. Raccontare le cose, fare informazione nel nostro Paese, spesso, è un’operazione subordinata all’istinto di schierarsi. Far vedere di essere pro o contro una tematica, per assurdo, conta più di descrivere i fatti. E uno degli argomenti in cui queste tendenze sono facilmente rintracciabili è quello della transizione della mobilità alle auto elettriche.

COSA DICE IL REPORT DI FACTA NEWS SULLE AUTO ELETTRICHE

L’ultimo rapporto realizzato da Facta.news e L’Eco della stampa, intitolato “Cortocircuito: Disinformazione nel settore automotive” e che sarà presentato il prossimo 1° febbraio, ha indagato su quante volte le testate italiane più autorevoli sulla stampa e sul web abbiano denunciato l’esistenza di fake news in riferimento ai veicoli elettrici nel 2023.

Su 679 articoli segnalati, la maggior parte di essi si riferiscono a cinque temi specifici. In percentuale, Facta.news ha indicato il peso sul totale delle notizie false trovate.

  1. Spesa proibitiva (151 articoli, 22.2%): La convinzione che il prezzo di listino dei veicoli elettrici sia proibitivo è opinabile. Il prezzo elevato viene compensato dal fatto che il “Total Cost of Ownership” è nel tempo più vantaggioso grazie a incentivi e costi inferiori.

 

  1. Ricarica, costi e difficoltà (138 articoli, 20.3%): L’idea che i costi di ricarica siano eccessivi è errata perché i costi energetici, pur essendo cresciuti, rimangono inferiori ai carburanti tradizionali. La sensazione che non ci sarà mai una rete capillare di colonnine è sbagliata: non è importante il numero assoluto di installazioni ma il rapporto con il parco auto circolante.

 

  1. Smaltimento Batteria (113 articoli, 16.6%): La difficoltà di smaltimento delle batterie è un mito. Mentre è vero che si tratta di processi ancora costosi, tuttavia le batterie possono essere recuperate e riutilizzate, contribuendo a soluzioni sostenibili. Con delle vecchie batterie di auto elettriche si possono, per esempio, creare unità di stoccaggio energetico per impianti fotovoltaici.

 

  1. Rischio Incendio (84 articoli, 12.4%): Le auto elettriche non sono più incendiabili delle auto tradizionali. In realtà i veicoli ad alimentazione elettrica presentano il medesimo rischio di incendio delle auto a motore termico, e la presenza di una batteria al litio non alimenta la possibilità di fenomeni incendiari. I numeri ci dicono che la quantità di incendi in rapporto al parco auto circolante è maggiore nei veicoli a combustione rispetto a quelli elettrici.

 

  1. Inquinanti (63 articoli, 9.3%): La tesi considera che una parte dell’elettricità impiegata per “fare il pieno” viene prodotta ancora oggi con combustibili fossili e che la produzione stessa delle batterie al litio è inquinante. Questo, tuttavia, viene compensato dal fatto che nel loro intero ciclo di vita le auto elettriche emettono in media il 69% in meno di CO2 rispetto ad una vettura a benzina e diesel.

VERSO IL 2035, TUTTE LE BUFALE CIRCOLANTI

Sarà un lungo percorso da qui al 2035, data fissata dall’Ue per il divieto di vendita dei veicoli a combustione tradizionale.

Interpellato lo scorso anno da Vaielettrico, Nicola Armaroli (direttore del Cnr) rispondeva alle seguenti fake news rintracciate dal portale, queste, smontandole:

  1. Secondo autorevoli studi le auto termiche di nuova generazione, nell’intero arco di vita, emettono meno CO2 di quelle elettriche.
  2. Le fonti rinnovabili non potranno mai coprire il fabbisogno energetico dell’Umanità, tanto meno in Italia.
  3. Nelle batterie ci sono terre rare e materiali molto inquinanti che vengono estratti sfruttando anche il lavoro minorile e devastando l’abiente. Poi dopo 8 anni vanno tutti buttati.
  4. Il riscaldamento globale non è causato dalle emissioni prodotte dall’uomo, tant’è vero che Annibale duemila anni fa attraversò le Alpi con gli elefanti, quindi sicuramente non c’erano neve e ghiacciai ed era più caldo che adesso.
  5. Non avremo mai abbastanza energia green per alimentare le nostre auto, se tutte fossero elettriche. Saremmo costretti a costruire solo in Europa 26 nuove centrali nucleari.

Anche Federcarrozzieri, associazione nata nel 2012, è impegnata costantemente nell’operazione di segnalazione e smontaggio di notizie false sul tema delle auto elettriche. A ottobre, ad esempio, aveva rilanciato il suo campionario di bufale più circolanti dopo un incidente stradale accaduto a Mestre. Eccole:

  • 1) Le auto elettriche prendono fuoco facilmente.
  • 2) L’auto elettrica inquina come quelle termiche se non di più
  • 3) I motori a benzina e diesel oramai non inquinano più
  • 4) Le batterie delle auto elettriche non si possono smaltire
  • 5) Le auto elettriche vanno ricaricate di continuo perché hanno bassa autonomia
  • 6) Ricaricare una auto elettrica è molto costoso
  • 7) In Italia non ci sono abbastanza colonnine per le ricariche
  • 8) La batteria delle auto elettriche non sono in garanzia
  • 9) Le auto elettriche non convengono
  • 10) Le auto elettriche hanno costi di manutenzione più elevati

Di recente, si è tornati a parlare degli effetti negativi dei veicoli a batteria dopo le immagini dei bus norvegesi rimasti fermi per il gelo. Gli allarmi sui rischi degli autobus elettrici sono stati prontamente rispediti al mittente, poiché sì con il freddo si riduce l’autonomia delle batterie ma il gelo del nord Europa colpisce anche le auto a combustione tradizionale.

LA DURA TRANSIZIONE ALLE AUTO ELETTRICHE

Certo, non tutto sarà rosa e fiori con la transizione verso la mobilità full electric. Secondo un recente paper dal titolo “L’industria automobilistica: quando la fornitura regolamentata non soddisfa la domanda. Il caso dell’Italia”, serviranno circa 30 anni per sostituire l’intero parco veicoli italiano con vetture elettrificate e comunque il rinnovo della flotta non sarà sufficiente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Gli italiani, inoltre, sono ancora poco convinti del passaggio alle auto a batteria. Ma ciò non significa legittimare la circolazione di informazioni capziose e false sul tema, a prescindere dalle opinioni personali.

Come ha scritto su questo giornale Dino Marcozzi, fondatore ed ex segretario generale della piattaforma italiana di stakeholders di auto elettriche Motus-E, “le campagne contro la transizione, soprattutto quella tecnologica, sono merce comune e giornaliera in certi organi di informazione”. E recentemente, “tante testate, anche importanti, si sono appropriate di questi dati per torturarli al proprio utile ma se si volesse seriamente affrontare il contenuto, anche analizzare i risultati e magari per un confronto costruttivo, non si riesce nell’impresa”. Il riferimento di Marcozzi è a uno studio citato a mezzo stampa, “realizzato da Politecnico di Milano e Unipol, presentato come una novità quando invece si tratta della solita rimasticatura già presentata in passato. Infatti se si prova ad ottenere una copia dello studio citato, per poterlo analizzare e verificare, si finisce in una nebbia fitta: non si trova chi lo possa fornire”.

E, chiosa Marcozzi, dalle poche tracce trovate online in una presentazione del 23 giugno scorso, “vi si si coglie anche la straordinaria scoperta che ‘26% degli Euro 4 ha un impatto di CO2 inferiore’ alla mediana degli Euro 6”.

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