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Auto, Federauto: Servono incentivi, anche per tutelare l’occupazione

“Per un parco virtuoso forse non è l’elettrico la soluzione ma l’idrogeno e ancora non c’è”

Il passaggio dalla motorizzazione endotermica a una alternativa “è una transizione non certo breve ma sicuramente molto lunga. Noi dovremmo concentrarci sull’Italia il cui parco circolante è il più vecchio d’Europa con 11,4 anni di anzianità media. Su 38 mln di autovetture il 60% è da euro 0 a euro 4. Certamente l’idrogeno quando arriverà sarà la soluzione ma non possiamo continuare a girare con autovetture obsolete e insicure. Credo che dobbiamo eliminare la parte più inquinante del nostro parco circolante”. Lo ha detto il presidente Federauto Adolfo De Stefani Cosentino in audizione in commissione Industria al Senato in merito all’affare assegnato sull’automotive italiano.

L’ECOTAX EUROPEA

“Ricordiamoci inoltre che c’è una normativa che impone di vendere auto fino a 95 g/km in Europa al di sopra delle quali c’è una ecotax che secondo i calcoli costerà all’automotive dai 20 ai 30 miliardi quest’anno. Nessuna casa vuole oltrepassare la soglia e già questo è un ottimo elemento per affermare che si stanno muovendo spendendo miliardi in ricerca”, ha aggiunto De Stefani Cosentino.

SERVONO INCENTIVI

“Se vogliamo un mondo più pulito dobbiamo togliere la parte del mondo più sporca. Quindi riteniamo utile una misura di rottamazione del vecchio che preveda la rottamazione di una macchina entro l’Euro 3 comprando una Euro 5 o Euro 6. Chi ha un’auto da euro 0 a euro 4 o non la usa o vorrebbe cambiarla e non ha i soldi e sappiamo che i possessori di questo tipo di auto ha una capacità di spesa di 8000 euro e mettere incentivi all’auto elettrica non ha senso a meno che non siano di 30mila euro. Chi acquista un’auto elettrica secondo i nostri dati l’ha acquistata come terza auto, insomma abbiamo dato i soldi a chi non ne aveva bisogno”, ha detto il presidente di Federauto.

INCENTIVARE ACQUISTO AUTO PARTITE IVA

“Se da qui a fine anno vogliamo realmente far riprendere l’economia bisognerebbe allargare gli incentivi previsti dal dl Rilancio a una terza fascia che dovrebbe arrivare a 110 di Co2 e non dovrebbe avere limitazioni di prezzo”, ha spiegato ancora De Stefani Cosentino aggiungendo che l’Italia è l’unico paese in cui non è possibile ammortizzare il costo dell’auto per le partite Iva. “Il 95% delle auto aziendali va al privato, questo consente a chi ha una macchina particolarmente vecchia e non ha una capacità di spesa notevole di potere approcciare ad un usato particolarmente fresco; è un circolo virtuoso che dobbiamo mettere in moto. Quindi la detraibilità dell’Iva delle auto aziendali proporrebbe un circolo virtuoso per immettere sul mercato usato fresco accessibile a chi ha una minore capacità di spesa”.

A RISCHIO 40 MILA ADDETTI

“Quest’anno, a maggio, siamo intorno al 50% di riduzione del mercato. Noi abbiamo 120mila addetti, se dovesse continuare così e chiudere con un mercato a 1,2-1,4 milioni probabilmente 40mila addetti sarebbero fuori dalle nostre aziende con un onere di carattere sociale non indifferente”, ha precisato il presidente di Federauto che ha concluso: “Per un parco virtuoso forse non è l’elettrico la soluzione ma l’idrogeno e ancora non c’è. Non spendiamo soldi per portarci sull’elettrico per poi dire che ci siamo sbagliati e che dovevamo andare verso l’idrogeno”.

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