Crescono le immatricolazioni UE (+1,4%) trainate dalle batterie, mentre crollano benzina e diesel. Vavassori boccia la linea di Bruxelles: «Obiettivi 2030 irraggiungibili senza correttivi reali».
Il mercato automobilistico europeo prova a rialzare la testa, spinto da un novembre che segna un ritorno di fiamma per le motorizzazioni elettriche, ma l’industria frena gli entusiasmi e lancia l’allarme sulla tenuta industriale del sistema. Secondo i dati diffusi dai costruttori (ACEA) e analizzati dall’ANFIA, a novembre 2025 le immatricolazioni nell’Unione Europea sono cresciute del 2,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, portando il cumulato dei primi undici mesi a un timido +1,4% (9,8 milioni di unità). Tuttavia, dietro il segno più si cela una frattura: mentre la Germania corre (+41,3% sulle elettriche pure), l’Italia rimane sostanzialmente ferma al palo con una variazione nulla a novembre (-0,0%) e un rosso del 2,4% da inizio anno. In questo scenario, Roberto Vavassori, presidente di ANFIA, ha espresso forte preoccupazione per le nuove proposte della Commissione Europea, giudicate insufficienti per evitare sanzioni miliardarie legate ai target di CO2.
IL BOOM DELL’ELETTRICO E IL TRAMONTO DEI MOTORI TERMICI
I dati di novembre offrono una fotografia nitida della transizione in atto, che sembra aver superato la fase di stallo di metà anno. Le auto elettriche a batteria (BEV) hanno registrato un’impennata del 44,1% rispetto a novembre 2024, conquistando una quota di mercato del 16,9% nel cumulato annuo (era il 13,4% un anno fa). A trainare questa risalita sono stati i mercati chiave: oltre al balzo tedesco, si segnalano crescite solide in Belgio (+10,2%), Francia (+9,1%) e Paesi Bassi (+8,8%).
Al contrario, le motorizzazioni tradizionali sembrano in caduta libera. La quota di mercato combinata di benzina e diesel è scesa al 36,1%, un crollo verticale rispetto al 45,8% detenuto nello stesso periodo del 2024. In particolare, a novembre le immatricolazioni di auto a benzina sono scese del 21,9% e quelle diesel del 23,2%.
LE IBRIDE SI CONFERMANO LA SCELTA PREFERITA DAGLI EUROPEI
In questa fase di passaggio, la tecnologia ibrida si conferma il vero e proprio “porto sicuro” per gli automobilisti del Vecchio Continente. Le ibride elettriche (HEV) mantengono lo scettro della motorizzazione più scelta, con una quota di mercato del 34,6% e oltre 3,4 milioni di unità vendute da inizio anno. Anche le ibride plug-in (PHEV) mostrano muscoli inaspettati, crescendo del 38,4% a novembre e raggiungendo il 9,3% del mercato totale. In questo segmento specifico, l’Italia si distingue con una performance eccezionale, segnando un +80,6%, seconda solo alla Spagna (+113%).
L’ALLARME DI ANFIA: “BRUXELLES NON ASCOLTA L’INDUSTRIA”
Nonostante i numeri positivi sull’elettrificazione, il clima ai piani alti dell’industria italiana è tutt’altro che sereno. Roberto Vavassori, presidente di ANFIA, ha commentato i dati con estremo realismo, prevedendo una chiusura d’anno per l’Europa sotto la soglia psicologica degli 11 milioni di veicoli. Il nodo cruciale resta la normativa sulle emissioni. «La proposta di revisione del Regolamento CO2 presentata pochi giorni fa dalla Commissione europea non soddisfa assolutamente le richieste dell’industria», ha tuonato Vavassori.
La critica è tecnica e politica insieme: Bruxelles si starebbe concentrando troppo sui target del 2035 (lo stop ai motori termici) ignorando l’urgenza delle scadenze imminenti. «La flessibilità delle sanzioni è un segnale di attenzione, ma non è una soluzione. I Commissari non hanno modificato l’obiettivo stabilito al 2030, mentre la chiusura del mercato di quest’anno non farà altro che evidenziare quanto siamo ancora distanti dal suo raggiungimento», ha aggiunto il presidente, invocando interventi più «realistici e pragmatici» per i prossimi cinque anni.
IL CASO ITALIA: CROLLO DEL DIESEL E INFLAZIONE
Focalizzando l’analisi sul mercato italiano, la situazione appare complessa. A novembre sono state immatricolate 124.228 unità, un volume identico a quello dell’anno precedente, che non basta a recuperare il terreno perso nei mesi scorsi. Il dato più eclatante è il crollo del diesel, che a novembre perde il 34% dei volumi, scendendo a una quota di mercato marginale dell’8,3%. Anche la benzina arretra del 22,9%.
A tenere a galla il mercato nazionale sono le vetture elettrificate (ibride elettriche e plug-in), che ormai rappresentano il 61,8% delle vendite mensili. Sullo sfondo, un contesto economico che vede una lieve decelerazione dell’inflazione, ma con rincari specifici che colpiscono gli automobilisti: i prezzi dei servizi relativi ai trasporti sono aumentati del 2% su base annua, e si registrano rialzi anche per gasolio e pedaggi, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie.



