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Accise

Bce: in Italia benzina più cara, accise pesano per oltre 60%

Il peso degli energetici sull’inflazione è diverso da paese a paese e dipende dalle differenze esistenti all’interno delle varie componenti energetiche e dal legame tra i prezzi di tali componenti energetiche e i corsi petroliferi

“Sebbene l’aumento del prezzo del petrolio in euro abbia interessato tutti i paesi dell’area, gli effetti sui rispettivi tassi di inflazione misurati sullo IAPC (indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, ndr) sono stati di diversa entità. Ciò dipende dalle differenze esistenti sia in termini di peso rispettivo delle varie componenti energetiche (carburante, gas ed elettricità) all’interno dello IAPC, sia in termini di intensità del legame tra i prezzi di tali componenti energetiche e i corsi petroliferi”. È quanto rileva la Bce nel suo bollettino.

FORTE CONTRIBUTO DEI PREZZI DELL’ENERGIA ALL’INFLAZIONE UE

bollette“L’inflazione complessiva nell’area dell’euro si caratterizza, attualmente, per il forte contributo fornito dai prezzi dell’energia – sottolinea la Bce -. Nel terzo trimestre del 2018, i prezzi dell’energia hanno fornito un contributo di 0,9 punti percentuali al tasso di inflazione complessiva misurata sullo IAPC, pari al 2,0 per cento circa, rappresentandone quindi quasi la metà. Questo importante contributo riflette principalmente gli andamenti passati dei prezzi del greggio, un fattore il cui impatto è evidente per tutti i paesi dell’area dell’euro. Tuttavia, il contributo fornito dall’energia all’inflazione misurata sullo IAPC dipende sia dalla quota della spesa per consumi rappresentata dall’energia, sia dal grado di trasmissione degli andamenti dei corsi petroliferi ai prezzi al consumo dei beni energetici. Nel presente riquadro si considera la misura in cui queste caratteristiche consentono di spiegare le differenze tra i diversi paesi dell’area dell’euro in riferimento al recente contributo fornito dall’energia all’inflazione complessiva misurata sullo IAPC”.

CONTRIBUTO PREZZI ENERGIA A INFLAZIONE PARI AL 10% NELL’EUROZONA

“Il peso dell’energia nello IAPC varia da un paese all’altro, ma non è in grado di spiegare appieno le attuali differenze in termini di contributo fornito all’inflazione complessiva – spiega la Bce -. I contributi attualmente forniti dai prezzi dei beni energetici all’inflazione complessiva sono generalmente superiori a quanto lascerebbe supporre il peso dell’energia nello IAPC. Tali contributi variano dal 6 per cento circa a Malta a quasi il 15 per cento in Slovacchia, mentre per l’area dell’euro nel suo insieme il peso dell’energia nello IAPC è pari al 10 per cento. Complessivamente, i carburanti per il trasporto rappresentano circa la metà del peso della componente dell’energia (più di qualsiasi altra voce legata ai beni energetici) e i prezzi dei carburanti generalmente seguono le variazioni dei prezzi del greggio in euro in misura più prossima rispetto ad altre componenti energetiche. Ciò spiega il motivo per cui, in tutti i paesi, i prezzi dei carburanti hanno storicamente rappresentato la principale determinante della dinamica dell’inflazione dei beni energetici. Allo stesso tempo, le differenze tra paesi per quanto riguarda l’inflazione legata ai prezzi del carburante, nel terzo trimestre del 2018, sono state più ampie di quanto giustificato dalle differenze di peso. Ciò indica che sulla trasmissione potrebbero influire anche altri fattori”.

QUOTA IMPOSTA IN ITALIA, GRECIA E PAESI BASSI AL 60% bolletta Luce e Gas

“La trasmissione dei corsi petroliferi ai prezzi dei carburanti non avviene secondo un rapporto uno-a-uno; il prezzo al consumo finale, infatti, dipende anche dalla tassazione e dall’entità dei margini”, osserva la Bce che evidenzia: “Nel caso del prezzo della benzina, la quota totale di imposte varia da un paese all’altro: dal 50 per cento circa in Lussemburgo, a Malta e in Spagna a poco più del 60 per cento nei Paesi Bassi, in Italia e in Grecia. Ciò giustifica, in parte, le differenze in termini di prezzo finale del carburante e di trasmissione delle variazioni del prezzo del greggio al prezzo del carburante. I costi e i margini derivanti dai processi di raffinazione e distribuzione costituiscono generalmente una porzione relativamente esigua del prezzo del carburante (appena superiore al 10 per cento). Nel lungo periodo, è improbabile che, ad esempio a causa di differenze in termini di tecnologia o di prassi di stoccaggio, tali costi e margini possano determinare differenze rilevanti tra paesi nella trasmissione dei prezzi del greggio ai prezzi del carburante. A più breve termine, tuttavia, se i margini dovessero reagire, ad esempio, agli incrementi stagionali della domanda, tali differenze potrebbero divenire rilevanti”.

GAS ED ENERGIA ELETTRICA, IL LORO RUOLO DIPENDE DA PAESE A PAESE

“L’inflazione legata a gas ed energia elettrica non segue necessariamente l’andamento dei corsi petroliferi e dei prezzi del carburante – ammette la Banca centrale europea -. Mentre la trasmissione dei prezzi del greggio ai prezzi del carburante avviene in maniera relativamente semplice e rapida (generalmente nell’arco di quasi cinque settimane), la trasmissione ai prezzi al consumo di gas ed elettricità è più complessa e più limitata. I prezzi al consumo del gas sono determinati in larga parte dai relativi prezzi all’ingrosso, il cui legame con i corsi petroliferi è diminuito nel corso del tempo. L’energia elettrica può essere generata in molti modi diversi (da fonte idrica, solare, eolica, nucleare, dal carbone ecc.) e la frequenza con cui varia il suo prezzo è diversa da quella con cui si modifica il prezzo del carburante e del gas. In tutti i paesi dell’area dell’euro, il legame tra corsi petroliferi e prezzi di gas ed elettricità è meno immediato e più debole rispetto a quello tra prezzo del petrolio e prezzo del carburante; la solidità di tale legame, inoltre, varia maggiormente da un paese all’altro per i prezzi di gas ed elettricità rispetto a quelli del carburante. In alcuni paesi dell’area, inoltre, i prezzi del gas e dell’elettricità (così come del gasolio da riscaldamento) sono regolamentati in tutto o in parte e pertanto possono reagire con uno scarto temporale o non reagire affatto alle variazioni dei corsi petroliferi. A causa del più debole legame tra i prezzi di gas ed elettricità e i prezzi del greggio, nei paesi dell’area dell’euro con una più elevata quota di carburante nel proprio paniere energetico, il contributo dell’energia all’inflazione, negli ultimi mesi, è stato più elevato.

bceBCE RISCONTRA UNA LIEVE MODERAZIONE DELL’INFLAZIONE LEGATA AI PREZZI DEI BENI ENERGETICI

Di conseguenza, conclude la Bce “una forte interdipendenza degli andamenti dei prezzi del petrolio non comporta necessariamente una riduzione della dispersione dell’inflazione. In prospettiva, la leggera tendenza al ribasso dei prezzi dei contratti future sul greggio sembra indicare una lieve moderazione dell’inflazione legata ai prezzi dei beni energetici, con la conseguente riduzione del contributo fornito da quest’ultima all’inflazione complessiva misurata sullo IAPC e delle differenze tra paesi nell’inflazione complessiva dovute alle dinamiche che caratterizzano il settore energetico”.

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