Il ministro degli Idrocarburi della Bolivia afferma che il gas naturale costituisce “il primo passo nella transizione energetica”
Intervistato da Argus, il nuovo ministro degli Idrocarburi della Bolivia Franklin Molina ha detto che il governo ha intenzione di ridurre le importazioni di gasolio attraverso la promozione delle attività di esplorazione in patria di petrolio e gas naturale.
NUOVA SCOPERTA DI GAS
Molina ha parlato in termini positivi della recente scoperta, da parte della compagnia petrolifera spagnola Repsol, di un trilione di piedi cubici di gas nel giacimento di Boicobo, nel dipartimento di Chuquisaca. Ha detto che la scoperta permetterà alla Bolivia di accrescere le proprie riserve e di “adempiere ai contratti con i mercati interni ed esterni”.
REVISIONE DEI CONTRATTI
I principali mercati per il gas boliviano sono l’Argentina e il Brasile, con il quale il paese ha dei contratti. Molina ha dichiarato che “ci sono elementi nei contratti che dobbiamo esaminare. È ovviamente il caso del Brasile, perché l’appendice più recente è stata inserita dopo negoziazioni condotte da un governo [quello della presidente ad interim Jeanine Áñez, ndr] che riteniamo illegittimo. Siamo in un processo di revisione del contratto”.
LA STRATEGIA PER LE AREE NON CONVENZIONALI
La conversazione con Argus si è poi spostata sulla strategia della compagnia petrolifera statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos (YPFB), che ha recentemente annunciato l’intenzione di voler trivellare il pozzo Gomero, nel dipartimento di Pando.
Molina ha parlato di Gomero come di una “parte di un piano iniziato qualche anno fa per l’esplorazione in aree non convenzionali. L’obiettivo di Gomero è studiare il potenziale del bacino di Madre de Dios” per quanto riguarda il gas e gli idrocarburi liquidi.
GLI IDROCARBURI LIQUIDI
“Siamo particolarmente interessati agli idrocarburi liquidi”, ha detto Molina. “La Bolivia è innanzitutto un paese produttore di gas e vorremmo scoprire dei liquidi, che dobbiamo importare. Stiamo valutando un meccanismo per offrire incentivi alla produzione di greggio su campi marginali e piccoli che ci aiuterà ad abbassare” i volumi delle importazioni.
NO AL GASDOTTO CON IL PARAGUAY
Relativamente alle infrastrutture, Molina ha dichiarato che la costruzione di un gasdotto con il Paraguay – i due paesi avevano firmato un accordo preliminare nel 2019 – “non è nei nostri piani: non esistono le condizioni tecniche ed economiche per giustificare questo tipo di spesa perché non c’è domanda”.
GLI IMPIANTI PER AMMONIACA E UREA
Il ministro ha però assicurato che verrà riaperto l’impianto di produzione di ammoniaca da 700mila tonnellate all’anno, che è stato chiuso per oltre un anno e che – auspicabilmente – riprenderà le attività nella prima metà dell’anno. Per il 2021 il governo boliviano spera inoltre che saranno “pronti” una “serie di progetti” per la produzione di metano, formaldeide e urea.
Nel 2019 la Bolivia ha firmato un accordo con la società russa Acron, che produce fertilizzanti minerali, per la produzione e la distribuzione di urea. Il contratto, ha assicurato Molina, “è ancora in vigore, ma è stato paralizzato” durante lo scorso governo: “abbiamo detto ad Acron che vogliamo ravvivare la nostra collaborazione e lavorare insieme sulla base del memorandum originale che abbiamo firmato”.
I CARBURANTI PER I TRASPORTI
Molina ha detto che le tecnologie GTL (gas-to liquids), per la conversione degli idrocarburi gassosi in benzina o gasolio, sono “un’opzione molto costosa” per la Bolivia, che sta lavorando ad una strategia di sostituzione delle importazioni basata sull’utilizzo del gas naturale per le automobili e di gas naturale liquefatto (GNL) per i veicoli più grandi. Nel 2021 il governo lancerà nuovamente un progetto per la produzione di biodiesel a partire dai fagioli di soia, con lo scopo di ridurre la dipendenza dai carburanti di importazione e di favorire la creazione di posti di lavoro.
GAS E TRANSIZIONE ENERGETICA
Sulla decarbonizzazione, infine, Molina ha ricordato che l’utilizzo del gas naturale costituisce “il primo passo nella transizione energetica”. Il mix energetico boliviano è attualmente composto da gas e da rinnovabili; l’obiettivo per la fine del decennio – ha detto il ministro – è avere un settore energetico basato “soprattutto” sulle fonti rinnovabili.