Dal debito extra generato dai bonus casa che pesano sul bilancio dello Stato, al braccio di ferro tra Urso e Stellantis per produrre 1 milione di auto in Italia fino alla timida apertura del presidente del Consiglio europeo Michael al rinvio di un anno per il Pnnr: la rassegna dei giornali di oggi
Conti in rosso per l’Italia a causa dei bonus edilizi: Per quest’anno si parla di 38,298 miliardi. Nel 2025 sale a 39,799, flette un poco a 38,627 miliardi l’anno successivo per scendere a 25,445 miliardi nel 2027. Intanto tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il numerp uno di Stellantis Carlos Tavares continua il braccio di ferro: ieri il ministro ha ribadito che per sostenere il sistema dell’indotto è assolutamente necessario arrivare a 1,4 milioni di veicoli. E se Stellantis non dovesse farcela ci sarà spazio per un’altra o più altre case automobilistiche. Infine, il Pnrr: la proroga dal 2026 al 2027, è una richiesta che l’Italia, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta portando avanti da tempo. E il presidente del Consiglio europeo Charles Michael, a due mesi dal termine del suo mandato, è cauto ma aperturista.
DEF: DAI BONUS CASA 39,1 MILIARDI DI DEBITO EXTRA MEDIO ALL’ANNO
“Per quest’anno il conto parla di 38,298 miliardi. Nel 2025 sale a 39,799, flette un poco a 38,627 miliardi l’anno successivo per scendere a 25,445 miliardi nel 2027. In questi numeri c’è la ricaduta aggiornata dei bonus edilizi sui conti pubblici: fondata su cifre decisamente più grandi di quelle, già importanti, ipotizzate dal ministero dell’Economia nelle precedenti puntate della telenovela dei crediti d’imposta. Senza questo carico, ad esempio, quest’anno il debito/Pil sarebbe sceso di 1,3 punti percentuali anziché aumentare di 0,5 punti”. È quanto riporta Il Sole 24 Ore di oggi. “(…) Prima dell’era delle superagevolazioni, infatti, questi trasferimenti alle famiglie erano una componente quasi trascurabile dei conti pubblici, nota solo a una cerchia ristretta di addetti ai lavori: (…) Si spiega così la spinta che sempre nel nuovo Def porta il debito pubblico a salire costantemente dal 137,3% del Pil del 2023 al 139,8% stimato per il 2027, prima del modesto cambio di segno messo in calendario per il 2028; in un’impennata che avviene mentre il deficit scende e i conti arrivano a indicare addirittura un saldo primario da 2,2 punti di Pil (52 miliardi abbondanti) nel 2027. Risultato raggiungibile solo a patto di non fare più un euro di deficit nei prossimi quattro anni”, conclude il quotidiano.
AUTO, URSO A STELLANTIS: SENZA 1 MILIONE DI AUTO ARRIVA UN ALTRO PRODUTTORE
“La questione industriale resta in primo piano nel dibattito politico. A qualche ora di distanza dalla presentazione del B-suv di Alfa Romeo, la Milano, il ministro Adolfo Urso prende di petto la questione: ‘Un’auto chiamata Milano – dice durante la presentazione a Torino della Casa del Made in Italy – non si può produrre in Polonia. Questo lo vieta la legge italiana che nel 2003 ha definito l’Italian Sounding, una legge che prevede che non bisogna dare indicazioni che inducano in errore il consumatore’. (…)”. È quanto scrive Il Sole 24 Ore di oggi. “A inasprire i toni è stato il riferimento, due giorni fa, del ceo di Stellantis alla possibilità di un costruttore cinese in Italia. ‘Sarebbe un pericolo’ aveva detto Tavares mentre Urso ha ribadito anche ieri che la presenza di un solo produttore in Italia è una anomalia da sanare. ‘Noi stiamo lavorando per mettere in condizione Stellantis di produrre almeno un milione di veicoli nel nostro Paese. Per sostenere il sistema dell’indotto è assolutamente necessario arrivare a 1,4 milioni di veicoli. Se Stellantis ritiene di poterlo fare ben venga altrimenti è inevitabile che ci sarà spazio per un’altra o più altre case automobilistiche’ ragiona Urso”, si legge sul quotidiano.
“(…) Tutti in difesa di Mirafiori, dunque, nelle stesse ore in cui i sindacati ‘si apprestano a scendere in piazza con la grande manifestazione che hanno indetto per il 12 aprile’, perché contrastare il declino industriale di Torino, scrivono, ‘è un obiettivo comune, dell’intero territorio, al di là delle sigle di rappresentanza. È interesse di tutti, nessuno escluso’. Al centro della questione c’è il ridimensionamento dei volumi produttivi della fabbrica simbolo dell’auto in Italia. (…)”, conclude il quotidiano.
PNRR, MICHEL APRE AL RINVIO DI UN ANNO
“Lui, Charles Michel, sta facendo un giro delle capitali europee per affinare l’adozione della futura Agenda strategica della Ue, lei, Giorgia Meloni, sta giocando in Europa diverse partite, non ultima quella dello slittamento di un anno nell’attuazione del Pnrr. E alla fine dell’incontro a tu per tu, mentre le rispettive delegazioni mettono a punto l’agenda del Consiglio della prossima settimana, sicuramente la premier e il presidente del Consiglio europeo affrontano diversi argomenti, non tutti poi pubblicizzati nelle rispettive note. A cominciare dai giochi e dai confronti in corso, in tutta la Ue, sul futuro assetto delle istituzioni di Bruxelles dopo giugno”. È quanto si legge sul Corriere della Sera di oggi. “(…) Mentre la «proroga» del Pnrr — spostando la scadenza dal 2026 al 2027 — è una richiesta che l’Italia, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta portando avanti da tempo. E Michel, a due mesi dal termine del suo mandato, è cauto ma aperturista. (…)Mentre proprio da Bruxelles, attraverso il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, arrivano parole di una relazione positiva con Roma: ‘Apprezziamo la prudenza dell’Italia nel prendere decisioni, come quella sul Superbonus’. Sino ad ora Gentiloni si è detto contrario ad un slittamento del Pnrr”, conclude il quotidiano.