Skip to content
gas

Bonus sociali efficaci nel 2022 contro il caro-energia, ma nel 2024 metà dei poveri energetici senza aiuti. L’analisi Istat

Nel 2024, più della metà delle famiglie in povertà energetica (52,6%) non ha ricevuto i bonus. E tra quelle che li hanno ottenuti, la maggior parte (il 52,6%) è rimasta comunque in una condizione di povertà.

I bonus sociali per l’energia si sono rivelati uno strumento efficace per contrastare la povertà energetica, raggiungendo il picco della loro efficacia nel 2022, in piena crisi dei prezzi. Tuttavia, il successivo restringimento dei requisiti di accesso ha lasciato senza sussidio una fetta crescente di famiglie in difficoltà: nel 2024, più della metà delle famiglie in condizioni di povertà energetica non è stata raggiunta dagli aiuti, e tra quelle che li hanno ricevuti, la maggior parte è rimasta comunque in una condizione di vulnerabilità.

È questo il quadro a due facce che emerge da un’approfondita analisi dell’Istat, che per la prima volta ha utilizzato il suo modello di micro-simulazione FaMiMod per valutare l’impatto dei sussidi energetici sui bilanci delle famiglie italiane dal 2021 al 2024. Lo studio ha scatenato la reazione immediata dell’Unione Nazionale Consumatori, che parla di “quadro desolante” e attacca le scelte del governo.

ASCESA E CADUTA DI UN SOSTEGNO CRUCIALE

Lo studio Istat ricostruisce l’evoluzione di una misura di welfare fondamentale. I bonus, introdotti nel 2008 ma potenziati dal 2021, hanno visto la platea dei beneficiari e l’importo degli aiuti variare significativamente in base alle soglie ISEE e alle risorse stanziate.

2021: Circa 2,5 milioni di famiglie hanno beneficiato dei bonus. La povertà energetica è scesa dall’11,2% al 9,8% grazie ai sussidi.
2022 (Anno del Picco): Con l’innalzamento della soglia ISEE a 12.000 euro, i beneficiari salgono a 3,7 milioni. L’importo medio del beneficio (luce e gas) raggiunge un picco di oltre 1.000 euro a famiglia. Nonostante la povertà energetica “potenziale” (prima dei sussidi) fosse salita al 13,8%, la generosità degli aiuti l’ha fatta scendere al 9,5%, contenendo l’impatto della crisi.
2023: La soglia ISEE viene ulteriormente alzata a 15.000 euro, portando i beneficiari a oltre 4,5 milioni. Tuttavia, l’importo medio del bonus si riduce a poco più di 500 euro.
2024: La soglia ISEE viene riportata a 9.530 euro, facendo crollare la platea a 2,7 milioni di famiglie.

UN SISTEMA EFFICACE MA CHE NON RAGGIUNGE TUTTI

Nonostante l’efficacia dimostrata, soprattutto nel 2022, i bonus non riescono a raggiungere tutte le famiglie in difficoltà. Le ragioni principali, spiega l’Istat, sono due: non tutte le famiglie in stato di bisogno presentano l’attestazione ISEE (necessaria per l’erogazione automatica) e le soglie di accesso si basano solo sull’ISEE, un indicatore patrimoniale che non sempre coincide con la condizione di povertà energetica, legata a reddito e consumi.

I dati sono eloquenti: nel 2024, più della metà delle famiglie in povertà energetica (52,6%) non ha ricevuto i bonus. E tra quelle che li hanno ottenuti, la maggior parte (il 52,6%) è rimasta comunque in una condizione di povertà.

LA REAZIONE DELL’UNC: QUADRO DESOLANTE

“Un quadro desolante!”, è stato il commento a caldo di Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Il focus conferma quanto abbiamo subito denunciato: il Governo Meloni ha drasticamente ridotto gli aiuti rispetto a quanto fatto dal Governo Draghi. La platea crolla da 4,5 a 2,7 milioni. Un errore gravissimo”.

Vignola critica anche le misure successive, come il bonus una tantum da 200 euro, definito “insufficiente”, e ricorda come il precedente esecutivo avesse “ridotto la bolletta a tutti, azzerando gli oneri di sistema e abbassando l’IVA sul gas al 5%”.
“Invece di ridurre l’Irpef a chi dichiara fino a 50.000 euro”, prosegue Vignola, “bisognerebbe ridurre il costo dell’energia, che spolpa i bilanci di famiglie e imprese. Non si capisce perché il Governo ci metta pure il carico da ’90, con imposte superiori al resto d’Europa”. La richiesta dell’associazione è chiara: “Abbassare l’IVA sul gas e ripristinare la soglia ISEE introdotta da Draghi a 15.000 euro”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su