Questa mattina, le azioni BP erano salite dell’1,9%, ma negli ultimi 12 mesi sono comunque scese di circa il 28%.
Le azioni di BP hanno registrato un leggero rialzo oggi, dopo che il Financial Times ha riferito che alcuni rivali hanno “fatto i calcoli” su una possibile acquisizione della compagnia petrolifera quotata a Londra.
CHI È INTERESSATO AD ACQUISIRE BP
Shell, Chevron, ExxonMobil, TotalEnergies e Adnoc hanno esaminato i dati, ha riferito il FT citando alcune fonti, mentre la società di trading Vitol potrebbe essere interessata ad alcuni aspetti dell’attività.
AZIONI SALITE DELL’1,9% DOPO UN CALO DEL 28% NEGLI ULTIMI 12 MESI
Questa mattina, le azioni BP erano salite dell’1,9%, ma negli ultimi 12 mesi sono comunque scese di circa il 28%.
VALUTAZIONE COMPLESSIVA DI BP A 140 MLD DI EURO ESCLUSI I DEBITI
La valutazione complessiva delle singole parti suggerisce che il valore delle attività di BP supera i 140 miliardi di euro, senza includere debiti e passività, più del doppio dell’attuale capitalizzazione di mercato di oltre 67 miliardi di euro, che fa seguito a un forte crollo delle sue azioni negli ultimi 12 mesi.
ATTIVITÀ PETROLIFERE E DEL GAS DI BP VALGONO 82 MLD DI DOLLARI MA I DEBITI SONO A QUOTA 77 MLD
Secondo l’analista di UBS Joshua Stone, citato sempre dal Financial Times,le sole attività petrolifere e di gas di BP, comprese quelle nel Golfo del Messico, e il business dello scisto statunitense valgono 82 miliardi di dollari, un valore superiore al suo valore di mercato. Tuttavia, la società britannica è gravata da 77 miliardi di dollari di debiti e passività a lungo termine, compresi quelli derivanti dalla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon del 2010.
PERCHÉ SHELL POTREBBE ESSERE FAVORITA
Un accordo con BP sarebbe rivoluzionario per Shell, creando un colosso energetico con una produzione di quasi 5 milioni di barili di petrolio e gas al giorno, più di ExxonMobil o Chevron. Inoltre, avrebbe un quarto del mercato mondiale del GNL e una presenza significativa negli Stati Uniti.
Il presidente della Shell, Andrew Mackenzie, ha lavorato alla BP per più di due decenni e in passato la Shell ha preso in considerazione diverse volte un’unione con BP, tra cui una proposta di fusione del 2004 che, come ha recentemente dichiarato l’ex amministratore delegato della BP, John Browne, al Financial Times sarebbe stata un “matrimonio perfetto”.
Shell ha dedicato gran parte degli ultimi due anni a migliorare la propria salute finanziaria. La direttrice finanziaria Sinéad Gorman ha dichiarato la scorsa settimana agli analisti di avere a disposizione “oltre 35 miliardi di dollari” di liquidità e di essere “incredibilmente ben posizionata” per concludere accordi.
Per Shell, l’elemento più interessante del portafoglio di BP sarebbero le attività di gas e GNL. Il suo amministratore delegato, Wael Sawan, ha dichiarato al Financial Times la scorsa settimana di voler trasformare Shell diventasse nel “leader indiscusso nel settore integrato di gas e GNL”.
LA SITUAZIONE DI EXXONMOBIL E CHEVRON
Mentre i colossi statunitensi ExxonMobil e Chevron valutano come potrebbe funzionare un accordo con BP, si ritrovano invischiati nel dramma della loro acquisizione. È previsto a breve un lodo arbitrale sull’accordo da 53 miliardi di dollari stipulato da Chevron per la compagnia energetica Hess, che le garantirebbe una partecipazione significativa nel blocco Stabroek in Guyana, tra le scoperte petrolifere più preziose degli ultimi decenni. Exxon ha sostenuto che la sua proprietà di una quota nello stesso blocco le conferisce il diritto di prelazione sull’acquisto del resto. Il risultato è che “Chevron ed ExxonMobil si concentrano su Hess”, secondo Andrew Gillick del gruppo di ricerca Enverus. Ma una sentenza sfavorevole a Chevron potrebbe costringere il gruppo statunitense a cercare crescita altrove.
I PUNTI A FAVORE DI ADNOC
La Abu Dhabi National Oil Company ha uno stretto rapporto con la BP, che risale alla scoperta del petrolio negli Emirati Arabi Uniti nel 1958. La BP detiene quote di minoranza nelle attività onshore e GNL di Adnoc e le due società hanno una joint venture in Egitto. Bernard Looney, ex amministratore delegato di BP, fa parte del consiglio di amministrazione di una sussidiaria di Adnoc; la società di Abu Dhabi è interessata a espandersi a livello internazionale, avendo recentemente concluso una serie di accordi multimiliardari nel settore del gas e dei prodotti chimici. In sostanza, proprio grazie al fatto che Adnoc è un’azienda integrata lungo tutta la filiera petrolifera dall’estrazione alla commercializzazione, un eventuale accordo con Bp garantirebbe “collegamenti lungo tutta la catena del valore”.
GLI INTERESSI DI TOTALENERGIES
Patrick Pouyanné, numero uno della francese TotalEnergies, potrebbe essere interessato all’acquisizione di una compagnia petrolifera britannica e alle risorse di gas e GNL di BP. Ma come Shell, anche Total è impegnata a riacquistare le proprie azioni e Pouyanné ha detto agli analisti che la società dovrà confrontare l’attrattiva dei riacquisti con la sua capacità di “fare una bella acquisizione”. TotalEnergies sarebbe uno dei pochi investitori interessati alle attività di energia pulita di BP, grazie al fatto che l’azienda francdse è impegnata a far crescere la propria attività nel settore delle energie rinnovabili. Ma alcuni analisti, racconta il Financial Times, hanno affermato che sarebbe stata meno interessato alle raffinerie della BP, al suo business nello scisto statunitense o alle sue risorse eoliche offshore negli Stati Uniti, data la posizione contraria all’eolico dell’amministrazione di Donald Trump.