Verso stop bonus caldaie dall’Ue, Ilva da fermare se è un rischio per salute ambiente secondo Corte Giustizia Ue, Tanzilli vicino a diventare presidente Fs. La rassegna stampa
L’Unione Europea sembra intenzionata a fermare i bonus caldaie dal 2025, a meno che non siano green. La Corte di Giustizia dell’Ue ha detto che l’Ilva deve essere fermata se rappresenta un rischio per la salute e l’ambiente. Tanzilli sta per diventare presidente di Ferrovie dello Stato.
CASE GREEN, VERSO STOP BONUS CALDAIE DAL 2025
“Le caldaie non potranno più essere incentivate se attraverso la rete non gli arrivi almeno il 51% di combustibili rinnovabili, come il biogas. Una regola che scatterà dal 1° gennaio del 2025. È la durissima indicazione contenuta nella prima bozza di linea guida, preparata dai tecnici della Commissione europea in attuazione della direttiva Case green, che in questi giorni è stata presentata, in alcuni incontri, agli operatori del settore e che «Il Sole 24 Ore» è in grado di anticipare. Un testo molto duro, perché dà l’interpretazione più restrittiva possibile alle norme della Energy performance of buildings directive (Epbd)”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
“La direttiva, approvata a marzo scorso dal Parlamento europeo e poi licenziata dai Paesi membri, stabilisce all’articolo 17 che dal primo gennaio 2025 non saranno più ammessi incentivi finanziari per l’installazione di caldaie alimentate da combustibili fossili. (…) Così, i tecnici della Commissione europea stanno elaborando delle linee guida che spieghino il senso di quelle parole in maniera puntuale. Si tratta – va sottolineato – di indicazioni che non vincolano i Paesi membri come una direttiva ma che, di certo, danno un indirizzo preciso sulla direzione delle politiche di Bruxelles per i prossimi anni. Una bozza di linea guida è stata presentata nei giorni scorsi agli operatori. E contiene almeno due passaggi molto significativi per l’Italia. Nel primo viene spiegato cosa sono gli incentivi finanziari, precisando che questi vanno intesi in maniera ampia, come qualsiasi forma di supporto economico fornito da un soggetto pubblico: quindi, i contributi per chi acquista, ma anche per gli installatori”, continua il giornale.
“Accanto a questo, poi, la linea guida della Commissione spiega cos’è una caldaia alimentata da combustibili fossili. Precisando, soprattutto, che «il fatto che una caldaia a gas sia considerata come alimentata da combustibili fossili dipende dal mix di combustibili presenti in rete al momento dell’installazione». Non si guarda, quindi, al futuro. Su questo bisogna sottolineare che il mondo dei produttori aveva proposto che gli incentivi restassero in vita per gli apparecchi abilitati a funzionare con gas verdi, indipendentemente dal combustibile effettivamente utilizzato. Per la Commissione questo, però, non basta: «Dove – dicono ancora le linee guida – la rete locale trasporta in modo prevalente gas naturale, l’installazione di caldaie non sarà incentivata. Dove, invece, la rete locale trasporta prevalentemente combustibili rinnovabili, l’installazione di caldaie può ricevere incentivi finanziari».(…)”, continua il giornale.
“Un requisito del genere, nel nostro paese, significa cancellare gli sconti per le caldaie. Al momento, infatti, guardando al volume del gas trasportato dalla rete italiana, il biometano è una quota davvero minima. Il traguardo di lungo periodo è arrivare a una quota del 10%, comunque lontanissima dal 51% richiesto da Bruxelles. Senza contare che il biometano, in prospettiva, sarà impiegato per usi industriali, più che in ambito residenziale. Insomma, i paletti fissati da Bruxelles difficilmente sono raggiungibili, oggi come nel prossimo futuro. Queste indicazioni, se confermate dalla versione finale delle linee guida (nelle prossime settimane andranno avanti le discussioni), rappresentano un’ipoteca importante per il lavoro che il Governo italiano dovrà fare, con la prossima legge di Bilancio, sulla riforma dei bonus casa. A fine 2024, infatti, scade buona parte delle agevolazioni dedicate all’edilizia, a partire proprio dall’ecobonus per le caldaie che, a questo punto, potrebbe saltare”, conclude il giornale.
ILVA, CORTE DI GIUSTIZIA UE: “STOP SE RAPPRESENTA RISCHIO PER AMBIENTE E SALUTE”
“La Corte Europea di Giustizia ha chiarito tre volte la normativa europea in materia di emissioni inquinanti di impianti industriali in relazione alle norme italiane. Lo ha fatto su richiesta del Tribunale di Milano e ha sancito che per l’ex Ilva di Taranto, se presenta pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e per la salute umana, il suo esercizio deve essere sospeso, ma la decisione spetterà al Tribunale di Milano. Secondo i giudici del Lussemburgo la nozione di «inquinamento», ai sensi della direttiva relativa alle emissioni industriali, include i danni all’ambiente e alla salute umana. A stretto giro è arrivata la risposta di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, che gestisce il polo siderurgico tarantino”, si legge sull’edizione odierna de Il Corriere della Sera.
“«La sentenza fa riferimento a fatti risalenti al 2013, oggi ampiamente superati grazie agli ingenti investimenti effettuati per il risanamento ambientale, in particolare la copertura dei parchi minerari, opera unica in Europa», precisa l’azienda. (…) Recentemente è stata consegnata al ministero dell’Ambiente e al ministero della Salute la Valutazione di impatto sanitario (VIS) sulla quale si baserà il riesame e dalla quale emergono elementi tranquillizzanti, fermo restando le valutazioni degli organi competenti». Il governatore pugliese Michele Emiliano parla invece di «giorno memorabile» mentre per la Fiom «per mettere in sicurezza cittadini, ambiente e lavoratori è necessario che tutti tornino al lavoro per intervenire sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Al contempo il Governo e la gestione commissariale investano le risorse per introdurre le migliori tecnologie disponibili per il processo produttivo e di decarbonizzazione»”, continua il giornale.
TRASPORTI, QUASI FATTA PER TANZILLI PRESIDENTE FS
“Nomine rinviate, per ora, in Rai. Ieri la riunione dei capigruppo alla Camera, che avrebbe dovuto calendarizzare a luglio il voto per il rinnovo dei componenti del consiglio di amministrazione, non ne ha nemmeno discusso. A quanto si apprende, il calendario sarebbe talmente zeppo di lavori, a causa della necessità di convertire una decina di decreti, che mancherebbe il tempo per fare altro. Per rispettare le scadenze, a luglio le sedute potrebbero tenersi, in maniera inconsueta, dal lunedì al venerdì. Se anche nelle prossime settimane la situazione non migliorerà, la nomina dei quattro consiglieri Rai di spettanza parlamentare potrebbe slittare a settembre, e di conseguenza anche quella dei nuovi ad e presidente, indicati dal Tesoro. Intanto il 4 luglio è attesa la pronuncia del Consiglio di Stato, cui si sono rivolti alcuni candidati al cda che hanno impugnato l’iter di nomina, ritenuto illegittimo. Anche questa scadenza potrebbe rientrare tra i motivi dell’inatteso rinvio”, si legge sull’edizione odierna de Il Corriere della Sera.
“Più imminenti sono, invece, le nomine per altre due partecipate chiave come Cdp e Ferrovie, entrambe hanno in calendario l’assemblea per domani e, salvo sorprese, il Tesoro dovrebbe comunicare le liste per il rinnovo dei consigli di amministrazione. (…) l’accordo di fondo tra i partiti di maggioranza è fatto. A cominciare dalla scelta per il vertice di Fs, con la presidenza a Fratelli d’Italia (il candidato più accreditato è Tommaso Tanzilli) e la casella di amministratore delegato a Stefano Donnarumma (in quota Lega e gradito a FdI). Va detto che Forza Italia ha accarezzato l’idea di poter esprimere il presidente di Fs (…) Sul versante Cdp l’accordo prevede la riconferma da parte di Palazzo Chigi di Dario Scannapieco, come amministratore delegato, mentre le fondazioni confermano alla presidenza Giovanni Gorno Tempini. Nel board dovrebbe essere rinnovato Francesco Di Ciommo (vicino a Fratelli d’Italia). Altre nomine che potrebbero essere definite a breve sono quelle di Fincantieri (alla presidenza andrebbe Teo Luzi) e di Cinecittà, dove per il ruolo di ad e dg dovrebbe arrivare Giuseppe De Mita, alla presidenza confermata Chiara Sbarigia”, continua il giornale.