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Calenda

Calenda: nucleare unica fonte stabile che si può mixare con rinnovabili

“Non possiamo mentire agli elettori: nel lungo periodo non c’è alternativa a nucleare e rinnovabili e nel breve periodo non c’è alternativa a gas e rinnovabili”

“Per fare la transizione ecologica dobbiamo mettere insieme con pragmatismo i due fattori della sicurezza energetica e del ritorno alle centrali a carbone. C’è un’intermittenza delle rinnovabili e un difetto negli stoccaggi e negli accumuli che rende necessaria un’energia costante nel tempo, che può essere il carbone o il gas, e il carbone inquina più del gas. Nella mia strategia energetica nazionale – che  è l’ultima strategica energetica fatta dall’Italia – la mia idea era chiudere le centrali a carbone entro il 2025, o meglio tenerle in stato di conservazione, cioè sempre pronte a subentrare in caso di crisi del gas, come è avvenuto oggi. Allo stesso tempo però, per avere il gas bisognava fare una serie di cose, tra cui avere due navi di rigassificazione”. Lo ha dichiarato il leader di Azione, Carlo Calenda, durante l’incontro online di Utilitalia “Dialoghi con i leader delle forze politiche in occasione delle Elezioni 2022”.

“Quella strategia – ha spiegato Calenda – è stata stravolta dal PD e dal M5S, che hanno detto ‘no’ al gas. Per arrivare al net zero entro il 2050 l’unica fonte energetica stabile che si può mixare con le rinnovabili è il nucleare. Non possiamo mentire agli elettori: nel lungo periodo non c’è alternativa a nucleare e rinnovabili e nel breve periodo non c’è alternativa a gas e rinnovabili”.

Per quanto riguarda la sicurezza degli approvvigionamenti, “da settembre a marzo noi consumiamo 52 miliardi di metri cubi di gas, di cui il 40% proveniva dalla Russia; oggi ne abbiamo contrattualizzati, non russi, circa 33 mmc. Abbiamo poi 12 mmc di stoccaggi, più 4 strategici e, con un razionamento che riguarda la riduzione del tempo di riscaldamento, contiamo di recuperare 1-2 mmc + 1 mmc di produzione maggiorata a carbone. Ci mancano quei 4-5 mmc per stare tranquilli se ci fosse un picco di freddo d’inverno, a marzo. Per questo il rigassificatore di Piombino è fondamentale, perché è l’unico ormeggio che consente un aggancio immediato a Snam”.

“EXTRAPROFITTI O SGANCIAMENTO DI RINNOVABILI CONTRATTUALIZZATE DA PREZZO GAS”

“Ci sono due alternative: extraprofitti o sganciamento delle rinnovabili contrattualizzate dal prezzo del gas. Il problema è che una parte di questi flussi sono aggiati e ceduti. Il governo dovrebbe sganciarli e prevedere degli indennizzi laddove si dimostri che quei flussi sono stati ceduti a un prezzo superiore e che quindi c’è un danno reale”. Lo ha dichiarato il leader di Azione, Carlo Calenda, durante l’incontro online di Utilitalia “Dialoghi con i leader delle forze politiche in occasione delle Elezioni 2022”.

“Questo – ha spiegato Calenda – può funzionare meglio degli extraprofitti, che è una norma costruita male. Però va fatta, perché siamo davanti alla chiusura del sistema produttivo italiano, che ha catene del valore molto più corte di altri Paesi. Se però saltano alcune industrie – acciaio, alluminio, ceramica, vetro… – si distrugge il settore a valle della meccanica. Io sono per uno scostamento di bilancio che riguardi il prezzo dell’energia per il mese di settembre e ottobre, anche attraverso lo sganciamento. Però non basta, servono almeno 10 miliardi, sia sulle aziende particolarmente energivore – per portare a 100 euro a megawattora il costo dell’energia – , sia per le famiglie, che sono in difficoltà”.

RIFIUTI: SERVONO 11 TERMOVALORIZZATORI E ALMENO 3 BIORAFFINERIE

“Servono 11 termovalorizzatori mancanti in Italia, da Roma alla Sicilia, e almeno 3 bioraffinerie. Il termovalorizzatore non è un dibattito, è scienza. Il termovalorizzatore ha emissioni inferiori a quelle di una strada di campagna, riduce le emissioni in polvere e le stocca in materiale da costruzione e non emette cattivi odori. In un Paese normale il governo militarizza i siti, li chiama ‘siti di interesse nazionale’ e fa costruire i termovalorizzatori. C’è poco da discutere, queste cose vanno fatte”. Lo ha dichiarato il leader di Azione, Carlo Calenda, durante l’incontro online di Utilitalia “Dialoghi con i leader delle forze politiche in occasione delle Elezioni 2022”.

Per il leader di Azione “ci sono poi impianti che oggi potrebbero gestire il ciclo dei rifiuti non solo per fare biocarburanti o energia, ma per creare urea e materiali chimici che ci servono e che in Italia non sono normati. La verità è che l’economia circolare in Italia non è normata”.

ACQUA: SERVE UNA SOCIETÀ IDRICA NAZIONALE DA QUOTARE IN BORSA

“In Italia mancano centinaia di invasi, e il PNRR ne prevede la costruzione di alcuni. Bisogna rifare la rete idrica perché perde molta acqua. Noi abbiamo circa 2500 società che si occupano di acqua in tutto il Paese, di cui l’83% pubbliche, spesso sono molto piccole e non fanno investimenti. Serve una società della rete idrica nazionale dove far confluire tutte le reti, sia quelle più grandi che quelle più piccole, e poi quotarla in borsa”. Lo ha dichiarato il leader di Azione, Carlo Calenda, durante l’incontro online di Utilitalia “Dialoghi con i leader delle forze politiche in occasione delle Elezioni 2022”.

Calenda spiega che si tratterebbe di “un investimento a tariffa: si sa perfettamente quanto si ha e su quella base si investe. Penso a un’azienda come Terna o Snam, una società della rete idrica unica a controllo pubblico, con le tariffe stabilite dal pubblico e gli investitori che sono sia le utilities – che conferiscono parte delle loro attività – sia la società, che compra direttamente le piccole reti idriche o se necessario le espropria per ragioni di interesse nazionale”.

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