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Transizione

Cambiamento climatico, imprese lombarde: la transizione ecologica è una sfida non più rinviabile

Secondo un’indagine di Assolombarda, Confindustria Lombardia e Bankitalia, la crisi energetica ha generato una accelerazione sull’efficientamento energetico e l’autoproduzione di rinnovabili

La lotta al cambiamento climatico costituisce una delle più grandi urgenze del nostro tempo. È quanto emerge dalla ricerca, presentata oggi, di Assolombarda, Confindustria Lombardia e Banca d’Italia sul tema “Il cambiamento climatico e le strategie delle imprese”. L’indagine – promossa con la collaborazione delle associazioni territoriali lombarde (Confindustria Bergamo, Confindustria Brescia, Confindustria Como, Associazione Industriali Cremona, Confindustria Lecco e Sondrio, Confindustria Alto Milanese, Confindustria Mantova, Confindustria Varese) – nasce con l’obiettivo di analizzare il posizionamento delle imprese manifatturiere della regione nell’ambito della transizione ecologica.

Tra gli ambiti presi in esame l’approvvigionamento energetico, la percezione dei rischi fisici e di transizione, la gestione delle emissioni di gas ad effetto serra e gli investimenti per la sostenibilità ambientale. Il documento riporta le tendenze legate alla graduale decarbonizzazione in corso delle attività economiche: una sfida per il tessuto produttivo e, in particolar modo, per tutto il settore manifatturiero, che sta facendo emergere l’impegno di un gruppo di imprese all’avanguardia, caratterizzate da una spiccata innovatività e che sperimentano nuove soluzioni per la sostenibilità ambientale.

ASSOLOMBARDA: TRANSIZIONE PERCORSO NON PIÙ RINVIABILE

“La transizione ecologica è una delle sfide più significative che le imprese sono chiamate ad affrontare, oggi e nel prossimo futuro”, ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada. “Si tratta – ha aggiunto Spada – di un percorso non più rinviabile, ma già in corso, che richiede un ripensamento delle fasi della catena del valore. Per vincere la partita della transizione ecologica è necessario che istituzioni, parti sociali, imprese, stakeholder del territorio lavorino insieme per formare professionisti in grado di rispondere alle nuove esigenze dettate dalla sostenibilità. Allo stesso tempo, bisogna agire per ridurre gli eccessivi oneri burocratici e rendere le norme più stabili nel tempo per accompagnare le imprese in questo percorso. Come Assolombarda, ci stiamo impegnando per rendere ogni giorno di più la sostenibilità un asset imprescindibile delle nostre aziende. È un’attitudine che affonda le radici in una cultura d’impresa storicamente attenta al benessere del territorio e della comunità in cui si opera”.

CONFINDUSTRIA LOMBARDIA: SERVE SUPPORTO ALLE IMPRESE

“Dall’indagine presentata oggi – ha affermato il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia, Jacopo Moschini – emerge che la Lombardia è l’osservatorio perfetto dove assistere ai cambiamenti che la transizione ecologica sta apportando al mondo industriale. Una transizione che necessita di ulteriore sostegno a questo percorso attraverso l’attivazione di formule di supporto alle imprese – in particolare alle PMI – che siano sempre più aderenti alle loro esigenze. Le imprese sono favorevoli alla svolta sostenibile e chiedono che venga affrontata e gestita in maniera pragmatica, senza approcci ideologici, per una transizione che non lasci indietro nessuno”.

BANKITALIA: ACCELERARE E POTENZIARE LE INIZIATIVE DELLE IMPRESE

Per la vicedirettrice generale della Banca d’Italia, Alessandra Perrazzelli, “i rischi derivanti dal cambiamento climatico influiscono sulla crescita effettiva e potenziale dell’economia e sulla stabilità del sistema finanziario. La Banca d’Italia è consapevole della rilevanza dei rischi climatici, della necessità di un efficace contrasto e dell’urgenza di sensibilizzazione su questi temi a livello internazionale, nazionale e locale. Siamo impegnati a dare il nostro contributo nel nostro ruolo istituzionale e come azienda.

Le strategie che le imprese stanno mettendo e metteranno in atto per affrontare il processo di transizione saranno decisive per il posizionamento competitivo dell’industria italiana nei prossimi anni. I risultati raccolti da questa indagine mostrano un’elevata consapevolezza delle imprese dell’importanza della posta in gioco, a cui tuttavia si accompagnano azioni concrete e investimenti ancora improntati alla cautela. È fondamentale accelerare e potenziare le iniziative delle imprese, affiancarle con interventi di politica economica e di regolazione, affinché i rischi associati con la transizione verde siano minimizzati”.

I risultati emersi confermano che il sistema produttivo lombardo ha iniziato ad accogliere il cambiamento in atto grazie ad una sempre maggiore consapevolezza dei rischi connessi ai cambiamenti climatici. Una circostanza che, secondo l’indagine, ha sollecitato un gruppo di imprese innovative a sperimentare nuove soluzioni in tema di sostenibilità ambientale.

Questo infatti è ciò che è emerso dalle informazioni raccolte attraverso una indagine qualitativa promossa tramite focus group e una quantitativa realizzata con un questionario somministrato a 533 imprese manifatturiere (il 70% PMI, il 7% microimprese e il 23% grandi imprese).

L’IMPATTO DEI TEMI AMBIENTALI SULLA GOVERNANCE AZIENDALE

Secondo un questionario somministrato a 533 imprese manifatturiere, con riferimento all’impatto delle questioni ambientali sulla governance, oltre 9 realtà su 10 affidano il presidio del tema ai vertici aziendali: il 45% al proprietario, socio o azionista di riferimento; il 32% all’amministratore delegato; il 9% dei casi al presidente; il 6% al direttore generale. Secondo la ricerca, più le aziende sono grandi, maggiore è la specializzazione funzionale, con l’attribuzione di responsabilità in ambito ambientale che viene assegnata ad apposite figure aziendali.

CAMBIAMENTO CLIMATICO E RISCHI

Per quanto riguarda la percezione dei rischi legati al cambiamento climatico, quasi un’impresa su quattro dichiara di essere stata interessata (direttamente o indirettamente) da eventi metereologici estremi tra il 2017 e il 2021. Dai dati raccolti emerge anche una maggiore esposizione ai rischi fisici per le imprese situate nelle province montane, a testimonianza della criticità degli eventi calamitosi che derivano dal dissesto idrogeologico. Le imprese segnalano anche dei “rischi di transizione” relativi a cambiamenti giuridici, tecnologici, reputazionali e di mercato connessi proprio alla transizione ecologica: il 78% delle imprese intervistate si considera direttamente o indirettamente esposto e il 45% direttamente, ai quali risultano più sensibili le realtà della metallurgia, della chimica e della gomma-plastica.

FABBISOGNO ENERGETICO ED EFFETTI DI GUERRA E PANDEMIA

Per quanto riguarda la transizione energetica, solo il 12% delle imprese riesce ad autoprodurre da fonti rinnovabili oltre il 10% del proprio fabbisogno energetico e il 12% dispone di impianti di cogenerazione. Su questo fronte, i rincari dei prezzi energetici registrati negli ultimi mesi a causa della guerra in Ucraina hanno avuto un impatto negativo per oltre la metà delle imprese (54%), con le realtà energivore che hanno subito il contraccolpo più pesante. Ciononostante, le realtà imprenditoriali più dinamiche hanno reagito allo shock imprimendo una forte accelerazione sul fronte dell’efficientamento energetico e dell’installazione di impianti per l’autoproduzione di energia rinnovabile.

Anche la pandemia ha avuto un impatto notevole sul tessuto produttivo della Lombardia e, di conseguenza, sulla capacità delle imprese di dedicare risorse agli investimenti. Le informazioni raccolte mostrano che il Covid ha causato un rallentamento degli investimenti green tra le imprese avviate ad un percorso di miglioramento in tema di sostenibilità ambientale. Tra queste, il 21% dichiara che, senza la pandemia, le risorse dedicate sarebbero state maggiori. Possiamo però aspettarci che, una volta rientrata l’emergenza sanitaria, la tendenza connessa agli investimenti per la transizione ecologica possa tornare a crescere.

AUMENTANO GLI INVESTIMENTI IN TEMA DI SOSTENIBILITÀ

Attraverso dei focus group con i vertici aziendali di 35 realtà manifatturiere lombarde sono state esaminate le strategie di alcune delle imprese più attive sul fronte della transizione ecologica. In tema di interventi sulla catena del valore, la quasi totalità delle imprese più avanzate ha effettuato investimenti per l’efficientamento energetico, con la sostituzione di impianti obsoleti e l’utilizzo di tecniche innovative e di energia rinnovabile, sia essa certificata o direttamente autoprodotta tramite impianti fotovoltaici, idroelettrici, geotermici, eolici.

Inoltre, la gran parte delle imprese ha predisposto investimenti in ricerca e sviluppo e nel design del prodotto in chiave sostenibile. Sul tema dell’efficientamento energetico, 11 realtà hanno sottolineato l’importanza degli interventi di riqualificazione del sito produttivo, tra cui la sostituzione dei vecchi infissi e l’installazione di sistemi di climatizzazione efficienti e impianti di illuminazione a led. Sono poi numerose anche le realtà che migliorano la propria sostenibilità ambientale attraverso la gestione degli scarti di produzione, delle emissioni inquinanti e dei rifiuti, minimizzati attraverso il riuso dei materiali, per ridurre gli sprechi di materie prime e l’impatto sull’ambiente.

In conclusione, le imprese più all’avanguardia stanno sperimentando e rendendo sempre più concreto un vero e proprio cambio di paradigma. Tra le ragioni che le spingono a cogliere la sfida della transizione ecologica vi è la necessità di promuovere la propria sensibilità ambientale e la spinta innovativa, assicurando una maggiore efficienza ai propri processi.

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